XXV Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa

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“Il dono dell’ospitalità” è il tema della XXV edizione del Convegno internazionale di spiritualità ortodossa, organizzato dalla comunità monastica di Bose in collaborazione con le Chiese ortodosse, che si terrà dal 6 al 9 settembre 2017 presso il monastero di Bose.

Il convegno sarà aperto dalla prolusione di Sua Santità Bartholomeos I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, “Accogliere l’umanità in una terra abitabile”, e di Sua Beatitudine Theodoros II patriarca greco-ortodosso di Alessandria e tutta l’Africa, “Discernere la benedizione dello straniero”: riconoscere nell’altro che ci visita un dono e un appello è il primo passo per una cultura cristiana dell’accoglienza, a cui introdurrà la relazione di Enzo Bianchi sulla figura biblica dello straniero, “Ero straniero e mi avete accolto”.

In un tempo in cui i volti sofferenti di decine di migliaia di uomini, donne, bambini, privati della casa e della patria da guerre, persecuzioni, carestie, interpellano non solo le politiche dei paesi europei, ma la coscienza di ciascuno di noi, il convegno si propone di esplorare vie di riconciliazione tra fedi e culture, che spesso si sovrappongono senza incontrarsi, generando conflitti e innescando spirali d’imbarbarimento.

Per la tradizione cristiana, e in particolare quella monastica, riconoscersi stranieri e pellegrini su questa terra è il primo passo della scoperta di quella regione interiore che i padri monastici chiamavano “stranierità”, dove affonda le sue radici anche la filoxenía, l’amore verso lo straniero. Prima di essere la risposta a un’emergenza umanitaria, l’ospitalità è un dono per chi la offre e per chi la riceve. Nell’accoglienza dell’altro ne va della nostra stessa umanità.

Grazie al contributo di studiosi di tutto il mondo e a uno scambio ecumenico al più alto livello tra esponenti delle chiese ortodosse, della chiesa cattolica e delle chiese della Riforma, l’incontro di Bose desidera approfondire il senso spirituale dell’essere stranieri e ospiti come dimensione essenziale del nostro essere fratelli e sorelle in umanità.

Tra i relatori interverranno il vescovo copto Epiphanios di San Macario, fr. Alois (priore di Taizé), Radu Bordeianu (Duquesne University), p. Elisseos (abate del Monastero di Simonospetra sul Monte Athos), Fotios Ioannidis (Università Aristotele, Salonicco), p. Iustinos Sinaitis (Monastero di Santa Caterina del Sinai), Nadia Kizenko (University at Albany, New York), Paul Meyendorff (St Vladimir’s Orthodox Theological Seminary) Petr Mikhailov (St. Tikhon University, Mosca), p. Claudio Monge o.p. (Istanbul), Marcus Plested (Marquette University), Vera Shevzov (Smith College), Chrysostomos Stamoulis (Università Aristotele, Salonicco), p. Boulos Wehbe (Beirut), p. Giorgi Zviadadze (Accademia Teologica di Tbilisi), p. Michel van Parys (Chevetogne, Belgio).

Numerose le delegazioni delle Chiese. Accanto al patriarca Bartholomeos I di Costantinopoli, accompagnato dal metropolita d’Italia Ghennadios e dal metropolita Theoliptos di Ikonio, e al patriarca di Alessandria Theodoros II, accompagnato dai metropoliti Seraphim di Zimbabwe e Grigorios del Cameroun, interverrà anche il primate della Chiesa Ortodossa in America, il metropolita Tichon di America e Canada, accompagnato dal vescovo Alexander di Dallas. La delegazione del patriarcato di Mosca, guidata dal vescovo Antonij di Zvenigorod, vicario di Mosca, è composta dal vescovo Matfej di Bogorodsk, dall’igumeno Iosif (Krjukov) e da p. Stefan (Igumnov). La Chiesa ortodossa ucraina è rappresentata dall’arcivescovo Filaret di Leopoli e dall’archimandrita Filaret (Egorov); il vescovo Stefan di Gomel’ rappresenta l’Esarcato di Bielorussia.

La Chiesa ortodossa bulgara sarà rappresentata dal metropolita Kiprian di Stara Zagora e da p. Stefan Palikarov; la Chiesa ortodossa romena dal vescovo Silvano della diocesi ortodossa romena in Italia; la Chiesa di Grecia dal metropolita Ioannis di Thermopyli; la Chiesa di Cipro dal metropolita Grigorios di Mesaoria.

Saranno presenti i rappresentanti del patriarca di Antiochia (p. Porphyrios Georgi); della Chiesa ortodossa serba (p. Marko Knezevic); della Chiesa ortodossa di Albania (vescovo Asti di Bylis); della Chiesa Apostolica Armena (p. Tovma Khachatryan); della Chiesa d’Inghilterra (il vescovo John Stroyan di Warwick, delegato dell’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, e il vescovo Jonathan Goodall di Ebbsfleet).

Il Santo Padre Francesco ha inviato una lettera personale per l’apertura del Convegno. Per la Chiesa Cattolica saranno presenti l’arcivescovo Antonio Mennini (officiale della Segreteria di Stato), i vescovi Gabriele Mana di Biella, Marco Arnolfo di Vercelli, Pier Giorgio Debernardi amministratore apostolico di Pinerolo, Luigi Bettazzi vescovo emerito di Ivrea e don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio per l’ecumenismo e il Dialogo della CEI. P. Hyacinthe Destivelle rappresenterà il Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani e Il dottor Michel Nseir rappresenterà il Consiglio ecumenico delle Chiese. Numerosi i monaci e monache d’Oriente e Occidente.

Nel corso dei lavori sarà presentato il volume Martirio e comunione (Qiqajon 2017), che raccoglie gli atti del Convegno dello scorso anno. Giunto alla sua venticinquesima edizione, il Convegno ecumenico internazionale di spiritualità ortodossa è diventato un punto di riferimento internazionale per il dialogo ecumenico e lo studio della tradizione spirituale dell’oriente cristiano. È una preziosa occasione d’incontro fraterno, di scambio e condivisione aperta a tutti.