Video Omelia – Seconda Domenica di Avvento 2008

628

Dio viene per farci tornare a Lui. Pastore buono, ha cura di chi è debole e piccolo; Dio forte, trova la sua gioia nel perdonare e nel rifare tutto nuovo. Salvezza, gioia, amore, verità, giustizia, costituiscono il corteo del Signore Dio. Sono i beni dellalleanza, dellamicizia tra Dio e i suoi (prima lettura). Come dire che essi non provengono da noi, ma ci sono donati da colui che ci chiama a convertirci a lui, affinché i nostri peccati siano perdonati.Il sacramento del ritorno
Nel linguaggio comune il sacramento della penitenza si identifica con la «confessione». In realtà la confessione è solo un elemento del sacramento e non ne è certo il primo. Vi è una mentalità formalistica ed esteriorizzante nei riguardi di questo che è uno dei sacramenti cardine della vita cristiana, minacciato di scivolare lentamente in una crisi sconcertante. Le motivazioni hanno una gamma molto ampia: vanno dal rifiuto del confessore, distributore automatico di assoluzioni, al rifiuto del confessore psicanalista. Laccusa individuale dei peccati, seguita dal perdono di Dio e da una penitenza spesso insignificante, è una soluzione troppo facile, troppo meccanica: può avere senso solo se è un segno personale ed ecclesiale di conversione e di riconciliazione.

[youtube]http://www.youtube.com/watch?v=iIOT1i-Qshk[/youtube]


Un ripensamento sulla giusta forma della penitenza e della confessione è quindi giustificato: tutto deve diventare più autentico, più profondo, più vivo e più efficace. La conversione cristiana è una maturazione continua, una crescita, uno sviluppo… spesso un atto difficile, uno scavare la strada per Dio nella propria carne, distacco dal comodo e dallabitudinario: è cambiare vita «sul serio». E, in fondo, «concrocifiggersi» con Cristo: in lui è la sorgente del perdono. Egli sulla croce ha espiato tutti i nostri peccati e dopo la sua risurrezione ha partecipato alla Chiesa la facoltà di perdonare i peccati.
La celebrazione del sacramento della penitenza non può essere «privatizzata»: avviene sempre nellambito di una «comunità di credenti»; è un gesto insieme comunitario e personale, come comunitario e personale è il peccato. Il nuovo Rito della Penitenza ricorda che «la celebrazione comune manifesta più chiaramente la natura ecclesiale della penitenza. I fedeli infatti ascoltano tutti insieme la parola di Dio, che proclama la sua misericordia e li invita alla conversione, confrontano la loro vita con la parola stessa, e si aiutano a vicenda con la preghiera»

Fonte: Comunità Cattolica italiana in Unghria