Grazie alla generositร di una persona che รจ voluta restare anonima, qui di seguito potete trovare la trascrizione delle meditazioni di don Luigi sulla Via Crucis pubblicate in questi giorni nei diversi video nella sua pagina Facebook, oppure potete scarcare il file Word da questo link.
VIA CRUCIS
Meditata da don L. M. Epicoco
Prima sosta
SENTIRSI SOLI
- Pubblicitร -
Dal Vangelo secondo Matteo
Allora Gesรน andรฒ con loro in un podere, chiamato Getsรจmani, e disse ai discepoli: โSedetevi qui, mentre io vado lร a pregareโ. E, presi con sรฉ Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciรฒ a provare tristezza e angoscia. E disse loro: โLa mia anima รจ triste fino alla morte; restate qui e vegliate con meโ. Andรฒ un poco piรน avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: โPadre mio, se รจ possibile, passi via da me questo calice! Perรฒ non come voglio io, ma come vuoi tu!โ.
La solitudine รจ una di quelle esperienze umane indescrivibili. Solitamente ci sentiamo soli proprio perchรฉ certe volte ci mancano anche le parole per poter raccontare quello che stiamo vivendo. E nella solitudine abita anche lโangoscia, la paura. Il Vangelo ci racconta che Gesรน ha provato tutto questo. Gesรน sa. Questa รจ una cosa molto importante perchรฉ forse non abbiamo difficoltร ad ammettere che Lui รจ il Figlio di Dio, ma delle volte pensiamo che non รจ veramente uomo, che non conosce le cose da dentro, cosรฌ come le viviamo noi. Gesรน conosce benissimo lโora buia della solitudine e dellโangoscia, sa come ci si sente quando non ci si sente compresi dagli altri, quando nonostante lo sforzo delle persone che ci stanno di fianco sia quello di esserci accanto, noi ci sentiamo comunque soli. Gesรน cerca di tirare nella sua solitudine Pietro, Giacomo e Giovanni. Ha bisogno di loro, ha bisogno di questi amici. E i suoi amici dormono, si addormentano. Allora la solitudine di Gesรน diventa una paura tremenda: la paura della morte, la paura della sofferenza. Ed รจ cosรฌ grande questo dolore che lui prova dentro di sรฉ che suda sangue.
Cโรจ una disperazione che Gesรน prova in quel momento, Lui che รจ il Figlio di Dio sa come si sente un uomo o una donna quando non trovano vie dโuscita, quando toccano con mano cosa significa avere a che fare con la morte o la paura. Gesรน conosce tutto questo, per questo puรฒ comprendere la nostra solitudine. Per questo la notte del Getsemani รจ una notte che contiene una nuova novella. Soltanto chi ci รจ passato puรฒ capire lโinferno, e Cristo per amore nostro attraversa questo inferno, ma non lo attraversa con gli effetti speciali della divinitร , ma con tutta la fragilitร e la debolezza del suo essere veramente uomo. Nella tradizione cristiana noi volgiamo costantemente lo sguardo alla passione di Cristo, non semplicemente perchรฉ non conosciamo la storia (sappiamo benissimo la storia, ne conosciamo tutte le pieghe, i risvolti, sappiamo anche come finisce questa storia), ma ricordarci questa storia, spostare il nostro sguardo su questa storia ci dร consolazione, perchรฉ si crea sempre una grande solidarietร tra persone che hanno vissuto la stessa sofferenza. Cristo per rendersi solidale con la nostra sofferenza non ce la spiega. Si carica di quella sofferenza, la vive Lui in prima persona. Allora pensare a quei momenti bui in cui ci sentiamo cosรฌ soli, in cui non troviamo piรน le parole, in cui anche gli amici, le persone che ci vogliono bene sono addormentati, o semplicemente non hanno gli strumenti per esserci accantoโฆ Quanta rabbia e quanto rancore noi accumuliamo perchรฉ pensiamo che gli altri non riescono a fare niente per noi, ma a volte una persona per quanto possa volerti bene non ha tutti i mezzi per poter esserti utile in quel momento. E se siamo capaci di perdonare รจ perchรฉ ci ricordiamo di Cristo. Perchรฉ ci ricordiamo come ci si sta in quella solitudine, come si vive quellโangoscia e quella paura. Cristo non ci ha liberati dalla paura, ma ci ha liberati dalla paura di avere paura. Cristo ci ha detto che cโรจ un modo esatto di vivere unโora del genere. ร lโora in cui non si comprende, รจ lโora in cui si dice a Dio quello che secondo noi รจ la via dโuscita. โSe รจ possibile allontana da me questo caliceโ.
Ma Gesรน conclude la sua preghiera dicendo: โNon come voglio io, ma come vuoi Tuโ. E la sua non รจ sottomissione, รจ fiducia. Come si rischiara il buio della nostra solitudine quando le nostre preghiere che a volte sono preghiere disperate, si concludono con questo atto di affidamento.
Signore io non capisco perchรฉ sto vivendo questo. Non capisco perchรฉ la nostra famiglia รจ arrivata a questo punto. Non capisco perchรฉ non troviamo vie dโuscite. Se puoi cambia. Tu puoi cambiare tutto, tu puoi risolvere tutto, tu puoi guarire questa persona, puoi guarire me, perรฒ non fare secondo quello che penso io. Accasa secondo quello che รจ la tua volontร , perchรฉ io so che la tua volontร รจ sempre meglio di quello che io penso. La tua volontร possiede il vero bene per la mia vita.
Soltanto quando nella nostra angoscia troviamo il coraggio di pronunciare la parola โAbba, Padreโ, significa che ci stiamo ricordando che se cโรจ un motivo per cui vale la pena vivere, anche una cosa difficile, anche il buio, la solitudine, lโangoscia, รจ perchรฉ abbiamo un Padre a cui possiamo raccontare tutto. Con cui possiamo anche arrabbiarci, con cui possiamo anche chiedere che le cose cambino. Ma un Padre che ci offre la possibilitร di poter fidarci alla fine di questa notte e di poter affidare la nostra notte a qualcuno. Mi piacerebbe dirvi che la fede รจ qualcosa di luminoso. In realtร la fede serve quando non cโรจ la luce. La fede รจ ciรฒ che il Signore ci dร per guidarci nel buio. La fede non รจ una luce accesa, ma รจ un senso donato, dentro di noi, รจ un sesto senso, che ci guida proprio lรฌ dove noi non capiamo e non vediamo. Quando la luce รจ accesa non cโรจ bisogno di fede, basta usare la testa, basta usare il buon senso. Ma quando non si capisce piรน niente nella propria vita solo la fede puรฒ salvarci. E non perchรฉ รจ lโultima via dโuscita umanamente parlando, ma semplicemente perchรฉ alla fine di quello che non capiamo, soltanto fidandoci possiamo venirne fuori e possiamo trasformare la nostra vita in qualcosa di umano, nonostante che certe volte le nostre vite sono private di tutto ciรฒ che le rendono degne di essere vissute.
Seconda sosta
IL TRADIMENTO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: โQuello che bacerรฒ, รจ lui; arrestatelo!โ. Subito si avvicinรฒ a Gesรน e disse: โSalve, Rabbรฌ!โ. E lo baciรฒ. E Gesรน gli disse: โAmico, per questo sei qui!โ. Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesรน e lo arrestarono.
La cosa che brucia di piรน di questo racconto non รจ il tradimento di Giuda. Se questa cosa fosse la cosa piรน importante dovremmo scandalizzarci anche del tradimento di Pietro, dei nostri tradimenti costanti. La cosa che brucia di piรน in questo racconto รจ un dettaglio che non รจ di poco conto, รจ in un bacio. Quel bacio brucia tantissimo in questo racconto, perchรฉ il bacio dice unโintimitร e Giuda sceglie quellโintimitร per tradirlo. La rabbia e lโodio nascosto che tante volte noi riserviamo a Giuda, sono una rabbia e un odio nascosto nei confronti di noi stessi, anche se non lo sappiamo, รจ qualcosa che ci accade inconsciamente. Giuda รจ il capro espiatorio, in realtร , di tutta quella parte di noi che non ci piace, di tutta quella parte di noi che sa essere capace di tradire. Ma รจ nella qualitร di questo tradimento la cosa che fa piรน male, perchรฉ Giuda sceglie un bacio per tradire Gesรน. Sapete cosa significa? Che non รจ lโintimitร con Cristo che ci tiene al sicuro e basta. โSai io vado a messa, mi accosto alla comunione, ai sacramenti, ascolto la parola, prego, dico il rosarioโฆโ. Questa รจ una garanzia che sono dalla parte giusta, ma no. Questโuomo ha frequentato per tre anni, notte e giorno, Gesรน Cristo. Ha sentito le sue parole, ha mangiato dei pani moltiplicati, ha visto risorgere Lazzaro, il figlio della vedova di Nain, lo ha visto pregare. E tante altre cose che il Vangelo non ci ha raccontato Giuda le ha viste, le ha toccate, ne ha fatto esperienza. Lui era un intimo. Lui era un praticante.
Basta praticare il cristianesimo per dirci dalla parte giusta? Giuda ci dice di no. E sappiate che quando il tradimento viene da noi che dovremmo essere i praticanti, gli intimi, il nostro tradimento fa piรน male, perchรฉ assume il contorno dellโipocrisia. Indossiamo unโintimitร ma nel cuore lo tradiamo. Sapete, il tradimento di Giuda non รจ un tradimento diabolico nel senso astratto del termine: Giuda che odia Gesรน allora lo consegnaโฆ No, non odia Gesรน, semplicemente Giuda tradisce Gesรน perchรฉ frequenta Gesรน in intimitร , ma ragiona alla maniera del mondo. Giuda vuole usare Gesรน per debellare i romani. Questo รจ il suo pensiero. E deve provocare Gesรน affinchรฉ si manifesti come Messia, affinchรฉ realizzi la preghiera di essere liberati dai romani. Vorrei dirvi che noi tradiamo Gesรน con i nostri peccati. Sรฌ, รจ vero, ma attenti: guardate che noi tradiamo Gesรน non tanto con i nostri peccati, non innanzitutto, ma quando nonostante siamo cristiani, preghiamo, frequentiamo i sacramenti, ascoltiamo la Parola, ripetiamo le Ave Marie, il nostro modo di pensare รจ un modo di pensare mondano, รจ del mondo.
Ed รจ bello pensare che accanto a questo bacio, potremmo accostare un altro racconto del Vangelo, รจ il racconto in cui Cristo dร il primato a Pietro. โTu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente. Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherรฒ la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno mai su di essaโ. E Gesรน si sente rasserenato che almeno uno, uno, anche se non รจ la sua carne e il suo sangue che glielo hanno rivelato ma รจ il Padre che รจ nei cieli, uno lo sa, uno ha detto la cosa giusta, lโha detta bene. E allora abbassa le difese e racconta che Lui dovrร arrivare a Gerusalemme, essere rigettato dagli anziani, dai sacerdoti, soffrire, morire. E Pietro prende sotto braccio Gesรน e lo rimprovera: โNon devi fare questi discorsi, sono cose bruttissime quelle che tu dici. Che cosa รจ โsta morte, โsta sofferenza? No!โ. Quello stesso Cristo che pochi minuti prima aveva detto โtu sei Pietroโ, a questโuomo dice: โVade retro satana, perchรฉ tu mi sei di scandalo, mi sei dโintralcio, mi sei da ostacolo, perchรฉ non pensi secondo Dio ma secondo gli uominiโ.
Io credo che la lezione di Giuda e di Pietro sia un esame di coscienza profondissimo innanzitutto per noi che siamo in questa bellissima cattedrale, noi che abbiamo lโopportunitร di baciarlo, anzi vorrei dire di sorpassare anche la soglia del bacio. Noi Gesรน lo mangiamo: non lo baciamo, non ci limitiamo ad adorarlo. Entra dentro di noi attraverso lโEucarestia. Fratelli miei, noi non siamo al sicuro, perchรฉ i sacramenti non sono amuleti, non basta dire: โHo preso lโEucarestia e questo mi tiene al sicuroโ. No! Se non ci convertiamo. Se non convertiamo la nostra mentalitร , se non abbandoniamo i ragionamenti del mondo, se non cominciamo a pensare da Dio. Perchรฉ uno che ha cambiato davvero vita, uno che si รจ convertito, non รจ uno che non sbaglia, ma uno che ragiona come ragiona Dio. Questa รจ una cosa che possiamo solo imparare e portarla fuori, e dire: il mondo come tratta la sofferenza? La mette da parte, in periferia. E Cristo? Cristo mette al centro le persone malate. Il mondo come tratta la povertร ? La nasconde. E Cristo? Cristo si occupa dei poveri. Il mondo come tratta i problemi in una famiglia? Attraverso le recite, le machere. Cristo chiama per nome i demoni, li scaccia. Ragionare cristianamente significa ragionare come Cristo e questo io credo sia la cosa piรน grande che noi possiamo fare mentre ci diciamo intimi.
La fede viene dallโascolto, non dai baci. Possiamo baciare allโinfinito Cristo, possiamo avere allโinfinito una pratica cristiana, ma senza un vero ascolto e un cambiamento del nostro modo di pensare noi siamo semplicemente dei Giuda attrezzati, pronti a colpire. Senza rendercene conto infliggiamo a Cristo unโaltra sofferenza come quella di Giuda, perchรฉ รจ la sofferenza di chi approfitta di quella vicinanza, ma la ignora completamente in termini di scelte, di vita, di ragionamenti.
Credo che tutti insieme dobbiamo chiedere al Signore non tanto di non farci essere traditori, come Pietro e come Giuda, delle nostre scelte, ma soprattutto di morire innanzitutto i nostri modi di ragionare, i nostri ragionamenti, la nostra visuale del mondo. Questo รจ un dono che si riceve soltanto a patto di essere umili, a patto di comprendere che noi non smettiamo mai di imparare che cosa significa ragionare come Cristo ragiona ed รจ lโunico valido motivo per cui andiamo a Messa la domenica. Perchรฉ se qualcuno di noi viene a Messa la domenica perchรฉ รจ un precetto e basta, questo non ci salva. Un giorno quando ci troveremo davanti al Signore ci sentiremo dire: โNon ti conoscoโ.
โMa Signore io andavo a Messa alla cattedrale di san Lorenzo a Bruxel, hai presente quella facciata bellissima con i marmi bianchi e rosa?โ
โLa cattedrale me la ricordo, ma tu no!โ.
Perchรฉ ciรฒ che ci rende cristiani, dice Cristo, รจ chi ascolta la Parola e la mette in pratica. Quel Giuda che รจ nascosto dentro di noi, lo si combatte soltanto a patto che noi capiamo che cristiani si รจ non perchรฉ si frequenta Cristo ma perchรฉ lo si ascolta e si mette in pratica quello che ci dice.
Terza sosta
IL CIRENEO
Dal Vangelo secondo Matteo
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.
Oh, se si potesse correggere il Vangelo, quante cose dovremmo rettificare! Perchรฉ si spera sempre ci siano dei refusi, parole che sono scappate mentre qualcuno scriveva. Ad esempio quanto sarebbe bello cancellare โcostrinsero un tale che passavaโฆโ. Quanto piรน bella e romantica รจ lโidea invece che Simone di Cirene dice: โMa no, poveretto, lo aiuto io! Lo aiuto io, povero Gesรน, che รจ schiacciato dalla croce. Vengo io! Lo aiuto io!โ. Il Vangelo ci dice che costrinsero un tale che passava a portare la croce di Gesรน. E questo per un motivo molto semplice: la maggior parte del bene che il Signore ci chiede di fare, noi non riusciamo a riconoscerlo immediatamente. Lo viviamo sempre come una costrizione. A volte siamo costretti a occuparci di qualcuno, costretti ad affrontare un problema, costretti ad aver cura di qualcuno che รจ schiacciato da una croce. Se potessimo scegliere sceglieremmo unโaltra vita, non quella in cui ci sentiamo carcerati perchรฉ siamo ostaggio della croce anche di qualcunโaltro, non soltanto della nostra. Non meravigliatevi se certe volte ci sentiamo costretti o in gabbia o carcerati. Si puรฒ diventare dei buoni cirenei anche se a volte ci si sente costretti, ma in quella costrizione, in quel prendersi la responsabilitร di cose che non abbiamo scelto si compie la santitร . Perchรฉ la santitร non รจ โmi piace fare il beneโ. La santitร รจ accogliere quello che la vita ci riserva, nonostante che le cose che la vita ci riserva, per la maggior parte noi non le abbiamo scelte. E sono lรฌ presenti. Avremmo scelto forse figli migliori, famiglie migliori, un padre migliore, una madre migliore, avremmo scelto la salute invece della malattia, avremmo scelto di avere un buono stipendio invece di essere disoccupati, di abitare in un posto invece che in un altro. Sรฌ, sono tutte le nostre vite ipotetiche, ma non sono le nostre vite, perchรฉ la nostra vita รจ questa: imperfetta, contraddittoria, piena di cose che non ci siamo scelti, eppure siamo chiamati a farci santi lรฌ, nelle cose che non abbiamo scelto. Siamo chiamati a farci santi in una vita in cui ci sentiamo costretti. Il Vangelo ci dice questa parola per dirci che ci si puรฒ far santi pur sentendo che la vita a volte ci sta stretta, che ci costringe, che ci soffoca. Eppure in questa storia, mi piace sempre ricordare che tutto il cammino di Gesรน, quella che noi chiamiamo la Via Crucis, la via della croce, la via che lo porta fino alla morte รจ costellata di gente inutile. Come Simone di Cirene. Come la Madonna. Personaggio inutile. Come San Giovanni. Personaggio inutile. Come Maria di Cleofa, Maria di Magdalaโฆ personaggi inutili. Sapete perchรจ inutili? Perchรจ non salvano la vita a Gesรน. Eppure รจ grazie a loro che quella via, quella via dolorosa, quella via della croce, non รจ disumana. Non sono utili nel senso che non risolvono il problema di Cristo, ma restano nella vita di Cristo in quel momento difficile, non avendo nessuna soluzione, offrendo la loro inutilitร rispetto a una soluzione, e ci insegnano una santitร bellissima: รจ la santitร di essere servi inutili.
A volte come cristiani pensiamo che dobbiamo avere la soluzione a tutto, che dobbiamo risolvere i problemi delle persone. Molto spesso noi non possiamo risolvere i problemi di nessuno, perchรฉ molto spesso non riusciamo a risolvere nemmeno i nostri di problemi. Ma la santitร che ci insegna il vangelo รจ saper restare โ anche a volte inutilmente โ nella sofferenza degli altri, nella vita degli altri, nelle vie crucis delle persone che ci stanno accanto. La santitร di questโuomo รจ portare un poโ la croce di Cristo, anche se non gli salva la vita. La santitร di Maria รจ rimanere confitta sotto quella croce, anche se non gli salva la vita. La santitร di Giovanni รจ raccogliere le parole di un moribondo, di Gesรน sulla croce, lรฌ, anche se non gli salva la vita. Non siamo chiamati a salvare gli altri. Ma a esserci nella vita degli altri. Questa รจ la santitร inutile e meravigliosa di Simone di Cirene, di Giovanni, nella Madonnaโฆ perchรฉ cโรจ un modo altro di dire inutile: รจ gratuito. Il loro modo di stare nella sofferenza di Cristo รจ gratuito, non ha nessun guadagno, non porta a nulla, รจ gratis. E lโamore vero รจ sempre inutile, cioรจ, รจ sempre gratuito, รจ sempre gratis, รจ sempre uno spreco agli occhi del mondo. Come cristiani dobbiamo imparare forse di nuovo questo spreco, questa gratuitร , questo amare inutilmente, amare senza avere la pretesa di risolvere la vita delle persone. E reimparare quella parola che Maria pronuncia allโinizio della storia della salvezza: il nostro eccomi, il nostro esserci.
Quarta sosta
IL BUON LADRONE
Dal Vangelo secondo Luca
Uno dei malfattori appesi alla croce lo insultava: โNon sei tu il Cristo? Salva te stesso e noi!โ. Lโaltro invece lo rimproverava dicendo: โNon hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perchรฉ riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; egli invece non ha fatto nulla di maleโ. E disse: โGesรน, ricรฒrdati di me quando entrerai nel tuo regnoโ. Gli rispose: โIn veritร io ti dico: oggi con me sarai nel paradisoโ.
Non sappiamo molto di questo personaggio che affettuosamente chiamiamo โil buon ladroneโ. Siamo certi perรฒ che era un ladro e lo sappiamo per certo perchรฉ ha avuto la capacitร di rubare il Regno di Dio allโultimo momento, morendo sulla croce accanto a Gesรน, ed รจ lโesempio piรน bello di cosa dovrebbe essere un cristiano. Un cristiano non รจ uno che nega la propria miseria, la propria storia. Fratelli miei, molte cose che abbiamo fatto nella vita non possiamo piรน aggiustarle; alcune cose che abbiamo rotto non possiamo piรน metterle insieme; la stragrande maggioranza di quello che abbiamo vissuto a volte รจ irreversibile. Ha ragione questo ladro buono a dire che certe volte ci troviamo sulla croce per giusta condanna, seppure รจ vero che la croce rimane un mistero. Ma che cosโรจ uno che ha conosciuto la misericordia di Dio? Chi รจ il โmisericordiatoโ, per usare questa parola cosรฌ cara a papa Francesco? ร uno che si รจ convertito, e che significa che si รจ convertito? Guardate che รจ facilissimo convertirsi quando stai per morire e sei appeso sulla croce. Ti dici: โGuarda, da questo momento in poi voglio essere molto buono.โ Ma la conversione non รจ in termini morali, non รจ innanzitutto fare il bene. Sรฌ, รจ anche questo, ma la conversione โ lo dicevamo anche prima quando parlavamo di Giuda โ รจ cambiare il punto di vista, la visuale. Questโuomo si salva perchรฉ ha il coraggio di spostare il suo sguardo dalla sua miseria a Cristo. Le sue parole dicono una professione di fede bellissima, che potremmo tradurre cosรฌ: per quanto io abbia sbagliato, tu Gesรน sei piรน importante, Tu vali di piรน. Lโaltro ladro che รจ arrabbiato, che รจ rancoroso, รจ perchรฉ ha gli occhi fissi sulla sua storia, non riesce a guardare nientโaltro che la sua storia, ed รจ arrabbiato. Manifesta quella rabbia e quellโodio nei confronti di Cristo perchรฉ รจ arrabbiato con sรฉ stesso forse. Uno ha incontrato la misericordia quando ha smesso di guardare la propria miseria e ha cominciato a guardare lโamore di Cristo. Lโargomento piรน interessante per un cristiano non รจ la cronologia dei propri peccati, ma รจ Cristo, Gesรน. Non so se ci avete mai riflettuto, ma nella maggior parte dei passi del Vangelo, quando la gente si rivolge a Gesรน lo chiama Maestro, Rabbรฌ, Signore. Questโuomo nella sua semplicitร gli dice semplicemente โGesรนโ, va al cuore delle cose, riesce a capire che uno cambia vita quando si rende conto che Cristo รจ sempre piรน grande della nostra storia, Cristo รจ piรน grande dei nostri sbagli, Cristo รจ piรน grande di quello che abbiamo rotto, Cristo รจ piรน grande di quello che non possiamo piรน aggiustare, Cristo รจ piรน grande. Noi invece facciamo confessione di fede ai nostri peccati e certe volte diciamo che siamo indegni, che รจ un modo altro di dire che il nostro Dio รจ la nostra storia, non il Dio di Gesรน Cristo.
Non si puรฒ perdonare uno che non si perdona. Non si puรฒ perdonare uno che non accetta di essere perdonato. Questa รจ la bestemmia contro lo Spirito Santo, perchรฉ non si accoglie qualcosa che ci vuole essere donata con una gratuitร assoluta e con il ristabilire il primato: per quanto possiamo essere state le persone peggiori al mondo, Cristo รจ piรน grande. A chi vuoi credere? Alla tua storia sbagliata o a Lui? Se vuoi credere alla tua storia sbagliata sappi che morirai cosรฌ: arrabbiato, rancoroso, triste, angosciato, incattivito. Io sono sempre dellโidea che nessuno nasce cattivo, nessuno รจ cattivo, perรฒ ci si incattivisce a volte nella vita. A volte รจ una sofferenza che stiamo vivendo che ci incattivisce; a volte sono le situazioni che non ci siamo scelti e che ci capitano addosso, che ci girano intorno, che ci incattiviscono; ma quel diventare cattivi non viene tanto dal fatto che facciamo cose sbagliate, ma che teniamo gli occhi fissi solo su di noi, sulle nostre capacitร , sulla nostra polvere, sulla nostra miseria. Non so se vi siete accorti, ma la nostra vita non รจ interessante, e non so voi ma io da prete, e credo anche gli altri confratelli presenti, sentiamo sempre una frase, e forse la diciamo anche noi quando ci andiamo a confessare: โPadre, io faccio quasi sempre gli stessi peccatiโ. Quanto siamo monotoni: combattiamo quasi sempre con le stesse cose, perchรฉ quelli siamo. Non cโรจ niente di interessante nei nostri peccati. Ricordatevi che il male รจ ripetitivo. Se cโรจ una novitร questa รจ lโamore, lโamore di Cristo: โNon guardare ai nostri peccati, ma alla fede della tua Chiesaโ, che belle queste parole che diciamo nella Messa. ร un poโ come voler dire al Signore quello che dovremmo fare noi: aiutaci a non guardare piรน i nostri peccati, aiutaci a guardare il tuo amore. Questo ci salva. Questo fa rivolgere a ciascuno di noi parole piene di vita eterna, parole che spiegano che cosa รจ la misericordia. โGesรน โ dice questo ladro buono โ ricordati di meโ. Credo che non ci sia preghiera piรน sintetica e piรน bella: โRicordati di meโ. Egli rispose: โIn veritร ti dico oggi stesso sarai con me in Paradisoโ.
Quinta sosta
LA CROCIFISSIONE
Dal Vangelo secondo Matteo
A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesรน gridรฒ a gran voce: โElรฌ, Elรฌ, lemร sabactร ni?โ, che significa: โDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?โ. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: โCostui chiama Eliaโ. E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppรฒ di aceto, la fissรฒ su una canna e gli dava da bere. Gli altri dicevano: โLascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!โ. Ma Gesรน di nuovo gridรฒ a gran voce ed emise lo spirito.
ร sempre molto difficile aggiungere parole a questo forte grido di Cristo. ร il grido di una fine, o forse di un inizio. Quando un bambino nasce grida, piange, perchรฉ inizia a respirare. Questo Vangelo finisce con un grido, e ci dice che Gesรน spirรฒ. ร un movimento del nostro respiro. Eppure la morte di Gesรน sulla croce ci ricorda che lui ha occupato lโultimo posto. Non cโรจ nessuno piรน lontano da Dio Padre di Gesรน Cristo. Nessuno. Lui รจ sceso fino allโultimo posto, nessuno di noi puรฒ piรน dire di essere lโultimo. Nessuno di noi puรฒ dire di essere piรน solo, perchรฉ Gesรน ha occupato lโultimo posto. โDio mio, Dio mio perchรฉ mi hai abbandonato?โ. Sono le parole di uno che รจ lontano, di uno che sente che il Padre รจ lontano. Di uno che sente sopra di sรฉ non lโeroismo della croce, ma il fallimento della croce. Gesรน Cristo non รจ un eroe greco che sale impavido sul legno della croce. Ma รจ un uomo che vive lโangoscia e la paura della morte e con mitezza e mansuetudine stende le sue braccia su quella croce ed รจ disposto a provare la solitudine piรน grande di tutte, che รจ la solitudine della morte. Quellโora in cui nemmeno le carezze delle persone che ci amano possono raggiungerci. Cโรจ un momento in cui siamo davvero soli. Gesรน ha distrutto questa solitudine radicale che รจ presente dentro ciascuno di noi. Lui รจ lโultimo. Noi possiamo solo essere penultimi, ma mai ultimi. Se cโรจ un posto diverso, nella storia, un luogo teologico di distanza dal Padre, questo posto lo ha riempito il Figlio. E da quel momento in poi il Padre e il Figlio in un grande abbraccio dโAmore hanno chiuso tutto. Non cโรจ niente lontano da Dio che non sia abbracciato da questo abbraccio dato dal Padre e dal Figlio obbediente fino alla morte e alla morte di croce. Per questo non siamo soli, mai. Per questo aveva ragione papa Benedetto quando ci diceva che chi crede non รจ mai solo. Noi non siamo soli mai, anche quando ci sentiamo soli, ma quello รจ il sentimento dellโassenza, non รจ lโassenza. A volte essere cristiani vuol dire ricordarsi delle cose quando ne sentiamo altre. Ricordarsi che non siamo soli quando ci sentiamo invece soli. Ricordarsi che non siamo cosรฌ lontani da casa, perchรฉ cโรจ uno che รจ ancora piรน lontano, che รจ allโultimo posto, che รจ il figlio. ร lui che chiude la fila. ร lui che si mette tra noi e il vuoto piรน assoluto. Dovโรจ o morte la tua vittoria? Dovโรจ?
Eppure la viviamo questa morte, eppure viviamo questa solitudine, questa angoscia, ancora sentiamo nelle nostre orecchie il grido di questo crocifisso perchรฉ Gesรน continua ad essere crocifisso nelle nostre croci, continua a morire nelle nostre morti. E questo perchรฉ nessuno di noi si dica solo. Io credo che sia la piรน bella notizia di tutto il Vangelo, la piรน bella notizia e ce nโรจ una sola piรน grande, che รจ la Resurrezione, ma la piรน grande notizia รจ che Gesรน ha riempito di compagnia la nostra solitudine. Nessuno di noi รจ solo. E quando alziamo lo sguardo verso il crocifisso sappiamo che cโรจ sempre qualcuno dietro le nostre spalle, qualcuno che ha deciso di coprirci queste spalle, qualcuno che ha scelto appositamente quellโultimo posto, quando nemmeno lโAmore di chi ci sta accanto puรฒ raggiungerci, quella รจ lโora in cui Gesรน Crocifisso รจ lโunica vera nostra compagnia. Quel Gesรน trafitto, quel Gesรน piagato, quel Gesรน confitto รจ nascosto misteriosamente dentro la nostra vita e dentro le nostre croci, cosรฌ come sacramentalmente e misteriosamente รจ nascosto nel pane eucaristico. Quando prendiamo quel pezzo di pane e diciamo โil corpo di Cristoโ che cosa vedono i nostri occhi? Pane. Che cosa sente la nostra bocca? Pane. La nostra fede sa che in fondo, nella sostanza si quel pane, รจ realmente presente Gesรน. Che cosa vede il mondo quando vede qualcuno che soffre? Che cosa vede il mondo quando vede qualcuno in un letto di ospedale? Che cosa vede il mondo quando vede qualcuno in carrozzina? Che cosa vede il mondo quando vede me, che vivo una vita piena di tanti problemi, magari? Una vita dove non riesco a trovare vie dโuscita? Vede il fallimento, vede la fragilitร , vede lโuomo, vede la sua miseria. Ma la nostra fede ci ricorda che al fondo di quello che noi vediamo รจ nascosto lui, Gesรน crocifisso. non siamo soli, mai. E questa รจ la memoria che ci salva nellโora in cui ci sentiamo soli.
Sesta sosta
EMMAUS
Dal Vangelo secondo Luca
Ed ecco, in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio di nome รmmaus, distante circa undici chilometri da Gerusalemme, 14 e conversavano tra loro di tutto quello che era accaduto. 15 Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesรน in persona si avvicinรฒ e camminava con loro. 16 Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. 17 Ed egli disse loro: โChe cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?โ.
Abbiamo deciso di concludere la meditazione, lo sguardo sulla passione di Cristo raccontando questi racconti della Risurrezione cosi come Luca ce ne dร traccia.
ร sempre molto piรน facile credere alla morte che alla vita. I nostri occhi riescono ad accettare di piรน Gesรน Crocifisso di Gesรน Risorto. Per noi รจ piรน semplice piangere con la Maddalena fuori dal sepolcro, รจ piรน facile aggrapparci, baciare, sostare, vegliare, pregare fuori dal sepolcro che accettare che quel sepolcro รจ vuoto. Perchรฉ la Resurrezione significa innanzitutto che non cโรจ lรฌ, dove noi crediamo che il Signore sia. Non รจ lรฌ dentro. E che la piรน bella notizia della Pasqua รจ che quando accade la Pasqua non lo sa nessuno. Tutti sono convinti, assuefatti, segnati dal Venerdรฌ Santo, tutti hanno ancora impressa nella memoria la sua morte violenta, il suo grido sulla croce. Chi lo ha accompagnato fino alla fine ha ancora davanti agli occhi la pietra rotolata davanti allโingresso di quel sepolcro. Eppure Gesรน allโalba di Pasqua, quando risorge nessuno lo sa. ร Pasqua e non lo sa nessuno! Tutti sono convinti della croce ma nessuno sa che รจ giร Pasqua. Se ne accorgeranno dopo, molto dopo, un poโ alla volta.
Ed รจ bello pensare che noi che oggi abbiamo nella nostra vita, per quello che stiamo vivendo, gli occhi pieni dei nostri venerdรฌ santo, noi che siamo disposti a credere alle nostre mani oltrepassate da quei chiodi che la vita ci ha riservato, per noi che siamo assuefatti da tutto quel buio, il Vangelo ci dice che รจ giร Pasqua. Ma noi non lo sappiamo, non ce ne accorgiamo. E persino queste donne che vedono Gesรน, vengono tacciate di essere delle credulone, un vaneggiamento dice il Vangelo, Non credettero ad essi. ร sempre piรน facile credere a una brutta notizia che ha una buona notizia. E solitamente quando arrivano le buone notizie, e cominciamo a capire che sono vere, le diciamo sottovoce. Il male รจ convincente, il bene รจ sempre precario, รจ la mentalitร del mondo. Ma la storia piรน affascinante รจ quella di questi discepoli, di questi due giovani che se ne stanno tornando a casa con la coda fra le gambe. Anche loro sono rimasti delusi da questo Rabbi che li aveva affascinati, anche loro forse avevano pensato che in lui cโera una risposta a quellโanelito che sentivano nel cuore. Eppure questo Gesรน muore, Crocifisso, in malo modo, fuori dalla cittร di Gerusalemme, fuori le mura.
E parlano tra di loro, รจ giร bello che sono insieme, ricordatevi che solitamente la sofferenza ci fa scegliere di essere isolati e questi discepoli invece ci insegnano che quando soffriamo dobbiamo imparare a farlo insieme. E che ci fa molto bene parlare tra di noi, di quello che รจ successo, anche se non abbiamo le chiavi di lettura. E Gesรน Risorto, quello che loro credono morto, si accosta a loro e loro non lo riconoscono. Il Vangelo dice: โI loro occhi erano incapaci a riconoscerloโ, lo percepiscono come uno straniero. ร bello pensare che Cristo costantemente travestito da straniero โ diceva un teologo โtravestito da casoโ โ passeggia dentro la nostra vita, ci fa visita. Noi non lo sappiamo che รจ Gesรน Risorto, ci sembra un evento qualunque, uno qualunque, eppure questo straniero che si fa cosรฌ vicino, fisicamente vicino ai discepoli, parla con loro, li tocca, fornisce a loro una chiave di lettura e loro si accorgono che questa chiave di lettura รจ vera perchรฉ gli arde il cuore.
ร un augurio che voglio fare a me e a ciascuno di voi, forse non siamo ancora capaci di riconoscere la Risurrezione che giร รจ operante in questo momento della storia, nella nostra storia, perรฒ ci accorgiamo che la Risurrezione รจ vera quando troviamo qualcuno che ci riaccende il cuore. E non sappiamo il motivo, non sappiamo dirlo. ร come se qualcuno riaccendesse dentro di noi una fiamma che la vita ha spento. Dovremmo essere logicamente rassegnati eppure cโรจ qualcosa che ci mantiene vivi. Non sappiamo spiegarlo ma lo sentiamo.
Noi diffidiamo molto spesso del cuore, io sono dellโidea che facciamo una grande confusione tra la pancia e il cuore, cioรจ tra le emozioni e tra il cuore, ma diffidiamo del cuore perchรฉ la vita รจ sempre piรน concreta del cuore. Ma ricordatevi che certe volte il cuore vede subito e vede piรน lontano di quanto la nostra testa รจ capace di fare in quel momento. Che dovremmo forse mettere in pratica quelle bellissime parole di Antoine de Saint-Exupรฉry , dice che lโessenziale รจ invisibile agli occhi e non si vede bene se non con il cuore. I nostri occhi sono pieni di tanti ragionamenti rassegnati. โEh ormai cโรจ la crisi! La politica? Sono tutti ladri. La chiesa? Non ci sono vocazioni. Problemi a destra e a mancaโฆ la cittร , la parrocchia, la famigliaโฆ Eppure cโรจ una parte dentro di noi che non sa essere rassegnata. ร lรฌ che sta agendo la Risurrezione. ร lรฌ che i bagliori di Gesรน Risorto cominciano a farsi spazio dentro di noi. E piano piano ci nasce una cosa che solitamente addomestichiamo con gli psicofarmaci, sono le crisi. Non dobbiamo avere paura delle crisi. Non dobbiamo avere paura dei nostri attacchi di panico, della nostra ansiaโฆ perchรฉ tutto questo ci dice che siamo ancora vivi, vivi a tal punto che stiamo male per le cose. Vivi a tal punto che cโรจ una parte di noi, tipo la nostra ansia, che ci sta dicendo qualcosa, che sta suonando un campanello di allarme. Solo Cristo รจ lโunico che puรฒ parlare a quellโansia, a quella paura, a quellโinquietudine. Nasce dentro di noi la nostalgia, la nostalgia di un finale diverso, la nostalgia di un pieno nel vuoto che proviamo, la nostalgia di una risposta alle nostre domande. Cristo รจ la risposta vera alla nostra nostalgia. Perรฒ sapete una cosa? Prima di rispondere a qualunque domanda, Cristo suscita le domande. Se noi soffochiamo queste domande, Cristo per noi รจ inutile cosi come รจ inutile la risposta a uno che non ha nessuna domanda.
Non abbiate paura delle crisi, non abbiate paura della vostra nostalgia, del fatto che non siete contenti. Cristo rispolvera tutto questo a patto che ci mettiamo in cammino con Lui. A patto che ci facciamo spiegare le scritture da Lui. A patto che lo tratteniamo. Mane nobiscum Domine, fermati qua, resta con noi Signore! Ed entrando dentro lo costringono alla Messa. Capite? Costringono Gesรน alla Messa, qua sembra il contrario che Gesรน costringe noi alla Messa. Lo costringono, perchรฉ hanno bisogno di Lui. E quando Gesรน spezza quel pane, lo riconobbero e scomparve dalla loro vista.
Vorrei concludere proprio cosi, ricordatevi che si diventa dei buoni credenti quando non si vede piรน Cristo. Si รจ credenti quando non si ha piรน bisogno dei segni. Perchรฉ quello che abbiamo sperimentato ci ha convinto. Non cerchiamo piรน prove, certificazioni sulla nostra fede, noi sappiamo che Lui รจ vivo e sappiamo tornare indietro, sappiamo raccontarlo, sappiamo dirlo persino agli apostoli a Gerusalemme.
โPartirono senza indugio e fecero ritorno a Gerusalemme dove trovarono riuniti gli undici e gli altri che erano con loro i quali dicevano: davvero il Signore รจ risorto ed รจ apparso a Simone. Ed essi raccontarono loro ciรฒ che era accaduto lungo la via e come lo avevano riconosciuto nello spezzare il pane.โ
Perchรฉ lโultimo sintomo vero di ogni Pasqua ricordatevi che รจ la testimonianza, cioรจ รจ lโincapacitร a tenere per noi ciรฒ che abbiamo sperimentato vero. E questo non ve lo potrร spiegare nessun prete, nessuna assemblea diocesana, nessun sussidio. La testimonianza di cui parlo รจ un incontro reale con Gesรน Risorto, e questo possiamo solo desiderarlo, chiederlo e lasciarci raggiungere da tutto questo.