Le meditazioni e preghiere scritte da Papa Francesco per la Via Crucis del 2025. Ogni stazione riflette su un momento specifico della passione di Cristo, collegandolo a temi contemporanei e invitando a un cambiamento interiore. Attraverso riflessioni evangeliche e preghiere, esamina il significato del sacrificio di Gesรน per la vita quotidiana dei credenti. Sono incluse anche invocazioni ispirate agli scritti di San Francesco dโAssisi e San Paolo.
Le meditazioni e le preghiere per la Via Crucis 2025 scritte dal Santo Padre Francesco.
Introduzione
La via del Calvario passa in mezzo alle nostre strade di tutti i giorni. Noi, Signore, andiamo solitamente nella direzione opposta alla tua. Proprio cosรฌ puรฒ capitarci di incontrare il tuo volto, di incrociare il tuo sguardo. Noi procediamo come sempre e tu vieni verso di noi. I tuoi occhi ci leggono il cuore. Allora esitiamo a proseguire come se nulla fosse successo. Possiamo voltarci, guardarti, seguirti. Possiamo immedesimarci nel tuo cammino e intuire che รจ meglio cambiare direzione.
Dal Vangelo secondo Marco (10,21)
Allora Gesรน fissรฒ lo sguardo su di lui, lo amรฒ e gli disse: ยซUna cosa sola ti manca: vaโ, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!ยป.
Gesรน รจ il tuo nome e davvero in te ยซDio salvaยป. Il Dio di Abramo che chiama, il Dio di Isacco che provvede, il Dio di Giacobbe che benedice, il Dio di Israele che libera: nel tuo sguardo, Signore che attraversi Gerusalemme, cโรจ unโintera rivelazione. Nei tuoi passi che escono dalla cittร cโรจ il nostro esodo verso una terra nuova. Sei venuto a cambiare il mondo: significa per noi cambiare direzione, vedere la bontร delle tue tracce, lasciare lavorare nel nostro cuore la memoria dei tuoi occhi.
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La Via Crucis รจ la preghiera di chi si muove. Interrompe i nostri percorsi consueti, affinchรฉ dalla stanchezza andiamo verso la gioia. ร vero, ci costa la via di Gesรน: in questo mondo che calcola tutto, la gratuitร ha un caro prezzo. Nel dono, perรฒ, tutto rifiorisce: una cittร divisa in fazioni e lacerata dai conflitti va verso la riconciliazione; una religiositร inaridita riscopre la feconditร delle promesse di Dio; persino un cuore di pietra puรฒ cambiarsi in un cuore di carne. Soltanto, occorre ascoltare lโinvito: ยซVieni! Seguimi!ยป. E fidarsi di quello sguardo dโamore.
I stazione
Gesรน รจ condannato a morte
Dal Vangelo secondo Luca (23,13-16)
Pilato, riuniti i capi dei sacerdoti, le autoritร e il popolo, disse loro: ยซMi avete portato questโuomo come agitatore del popolo. Ecco, io lโho esaminato davanti a voi, ma non ho trovato in questโuomo nessuna delle colpe di cui lo accusate; e neanche Erode: infatti ce lโha rimandato. Ecco, egli non ha fatto nulla che meriti la morte. Perciรฒ, dopo averlo punito, lo rimetterรฒ in libertร ยป.
Non andรฒ cosรฌ. Non ti rimise in libertร . Eppure, sarebbe potuta andare diversamente. ร il drammatico gioco delle nostre libertร . Quello per cui, Signore, tanto ci hai stimati. Hai dato fiducia a Erode, a Pilato, ad amici e nemici. Sei irrevocabile nella fiducia con cui ti metti nelle nostre mani. Possiamo trarne meraviglie: liberando chi รจ ingiustamente accusato, approfondendo la complessitร delle situazioni, contrastando i giudizi che uccidono. Persino Erode avrebbe potuto seguire la santa inquietudine che lo attraeva a te: non lo ha fatto, nemmeno quando si trovรฒ finalmente in tua presenza. Pilato avrebbe potuto liberarti: giร ti aveva assolto. Non lo ha fatto. La via della croce, Gesรน, รจ una possibilitร che giร troppe volte abbiamo lasciato cadere. Lo confessiamo: prigionieri dei ruoli da cui non siamo voluti uscire, preoccupati dei fastidi di un cambio di direzione. Tu sei ancora, silenziosamente, davanti a noi: in ogni sorella e in ogni fratello esposti a giudizi e pregiudizi. Ritornano argomenti religiosi, cavilli giuridici, lโapparente buon senso che non si coinvolge nel destino altrui: mille ragioni ci tirano dalla parte di Erode, dei sacerdoti, di Pilato e della folla. Eppure, puรฒ andare diversamente. Tu, Gesรน, non te ne lavi le mani. Ami ancora, in silenzio. La tua scelta lโhai fatta, e ora tocca a noi.
Preghiamo dicendo: Apri il mio cuore, Gesรน
Quando davanti a me cโรจ una persona giudicata.
Quando le mie certezze sono pregiudizi.
Quando mi condiziona la rigiditร .
Quando il bene segretamente mi attrae.
Quando vorrei avere coraggio, ma ho paura di rimetterci.
Apri il mio cuore, Gesรน
Apri il mio cuore, Gesรน
Apri il mio cuore, Gesรน
Apri il mio cuore, Gesรน
Apri il mio cuore, Gesรน
II stazione
Gesรน รจ caricato della croce
Dal Vangelo secondo Luca (9,43b-45)
Mentre tutti erano ammirati di tutte le cose che faceva, disse ai suoi discepoli: ยซMettetevi bene in mente queste parole: il Figlio dellโuomo sta per essere consegnato nelle mani degli uominiยป. Essi perรฒ non capivano queste parole: restavano per loro cosรฌ misteriose che non ne coglievano il senso, e avevano timore di interrogarlo su questo argomento.
Da mesi, forse da anni, quel peso era sulle tue spalle, Gesรน. Quando ne parlavi, nessuno ti dava retta: resistenza invincibile, anche solo a intuire. Non te la sei cercata, ma hai sentito la croce venire verso di te, sempre piรน distintamente. Se lโhai accolta, รจ perchรฉ ne avvertivi, oltre che il peso, la responsabilitร . La strada della tua croce, Gesรน, non รจ solo in salita. ร la tua discesa verso coloro che hai amato, verso il mondo che Dio ama. ร una risposta, unโassunzione di responsabilitร . Costa, come costano i legami piรน veri, gli amori piรน belli. Il peso che porti racconta il respiro che ti muove, quello Spirito โche รจ Signore e dร la vitaโ. Chissร perchรฉ temiamo persino di interrogarti, su questo. In realtร , siamo noi ad avere il fiato corto, a forza di evitare responsabilitร . Basterebbe non scappare e restare: tra coloro che ci hai dato, nei contesti in cui ci hai posto. Legarci, sentendo che solo cosรฌ smettiamo di essere prigionieri di noi stessi. Pesa piรน lโegoismo della croce. Pesa piรน lโindifferenza della condivisione. Lo aveva annunciato il profeta: Anche i giovani faticano e si stancano, gli adulti inciampano e cadono; ma quanti sperano in te riacquistano forza, mettono ali come aquile, corrono senza affannarsi, camminano senza stancarsi (cfr Is 40,30-31).
Preghiamo dicendo: Liberaci dalla stanchezza, Signore
Se ci affanniamo attorno a noi stessi. Liberaci dalla stanchezza, Signore!
Se ci pare di non avere forze per dedicarci agli altri. Liberaci dalla stanchezza, Signore!
Se cerchiamo scuse per scansare le responsabilitร . Liberaci dalla stanchezza, Signore!
Se abbiamo talenti e competenze da mettere in campo. Liberaci dalla stanchezza, Signore!
Se il nostro cuore vibra ancora davanti allโingiustizia. Liberaci dalla stanchezza, Signore!
III stazione
Gesรน cade per la prima volta
Dal Vangelo secondo Luca (10,13-15)
ยซGuai a te, Corazรฌn, guai a te, Betsร ida! Perchรฉ, se a Tiro e a Sidone fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, giร da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidone saranno trattate meno duramente di voi. E tu, Cafร rnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!ยป.
Fu come un primo toccare il fondo e ti uscirono parole dure, Gesรน, per quei luoghi che ti erano tanto cari. Il seme della tua parola pareva caduto nel vuoto e cosรฌ ciascuno dei tuoi gesti di liberazione. Ogni profeta si รจ sentito cadere nel vuoto dellโinsuccesso, per avanzare ancora, poi, nelle vie di Dio. La tua vita, Gesรน, รจ una parabola: non cadi mai invano nella nostra terra. Persino quella prima volta, la delusione fu presto interrotta dalla gioia dei tuoi, che avevi inviato: tornavano a te dalla loro missione e ti narravano i segni del Regno di Dio. Allora tu esultasti di gioia spontanea, prorompente, che fa balzare in piedi con unโenergia contagiosa. Benedicesti il Padre, che nasconde i suoi disegni ai dotti e agli intelligenti per rivelarli a piccoli. Anche la via della croce รจ tracciata a fondo nella terra: i grandi se ne distaccano, vorrebbero toccare il cielo. Invece il cielo รจ qui, si รจ abbassato, lo si incontra persino cadendo, rimanendo a terra. Ci raccontano, i costruttori di Babele, che non si puรฒ sbagliare e chi cade รจ perduto. ร il cantiere dellโinferno. Lโeconomia di Dio invece non uccide, non scarta, non schiaccia. ร umile, fedele alla terra. La tua via, Gesรน, รจ la via delle Beatitudini. Non distrugge, ma coltiva, ripara, custodisce.
Preghiamo dicendo: Venga il tuo Regno
Per coloro che si sentono falliti.
A contestare unโeconomia che uccide.
A ridare forza a chi รจ caduto.
Nelle societร competitive e fra chi insegue i primi posti.
In chi giace alle frontiere e sente finito il suo viaggio.
Venga il tuo Regno
Venga il tuo Regno
Venga il tuo Regno
Venga il tuo Regno
Venga il tuo Regno
IV stazione
Gesรน incontra sua Madre
Dal Vangelo secondo Luca (8,19-21)
E andarono da lui la madre e i suoi fratelli, ma non potevano avvicinarlo a causa della folla. Gli fecero sapere: ยซTua madre e i tuoi fratelli stanno fuori e desiderano vedertiยป. Ma egli rispose loro: ยซMia madre e miei fratelli sono questi: coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in praticaยป.
Tua madre cโรจ, sulla via della croce: fu lei la tua prima discepola. Con delicata determinazione, con la sua intelligenza che nel cuore custodisce e ripensa, tua madre cโรจ. Dallโistante in cui le fu proposto di accoglierti in grembo si voltรฒ, si convertรฌ a te. Piegรฒ le sue vie alle tue. Non fu una rinuncia, ma una scoperta continua, fino al Calvario: seguirti รจ lasciarti andare; averti รจ fare spazio alla tua novitร . Lo sa ogni madre: un figlio sorprende. Figlio amato, tu riconosci che tua madre e tuoi fratelli sono quelli che ascoltano e si lasciano cambiare. Non parlano, ma fanno. In Dio le parole sono fatti, le promesse sono realtร : sulla via della croce, o Madre, sei fra le poche che lo ricorda. Ora รจ il Figlio che ha bisogno di te: lui sente che tu non disperi. Sente che stai generando ancora nel tuo grembo la Parola. Anche noi, Gesรน, riusciamo a seguirti generati da chi ti ha seguito. Anche noi siamo rimessi al mondo dalla fede di tua madre e di innumerevoli testimoni che generano anche lร dove tutto parla di morte. Quella volta, in Galilea, erano stati loro a volerti vedere. Ora, salendo al Calvario, tu stesso cerchi lo sguardo di chi ascolta e mette in pratica. Indicibile intesa. Alleanza indissolubile.
Preghiamo dicendo: Ecco mia madre
Maria ascolta e parla.
Maria domanda e riflette.
Maria esce di casa e viaggia decisa.
Maria gioisce e consola.
Maria accoglie e si prende cura.
Maria rischia e protegge.
Maria non teme giudizi e insinuazioni.
Maria attende e rimane.
Maria orienta e accompagna.
Maria non concede nulla alla morte.
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
Ecco mia madre
V stazione
Gesรน รจ aiutato dal Cireneo a portare la croce
Dal Vangelo secondo Luca (23,26)
Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesรน.
Non si offrรฌ, lo fermarono. Simone tornava dal suo lavoro e gli misero addosso la croce di un condannato. Avrร avuto il fisico adatto, ma certo la sua direzione era unโaltra, il suo programma era un altro. In Dio ci si puรฒ imbattere cosรฌ. Chissร perchรฉ, Gesรน, quel nome โ Simone di Cirene โ divenne presto indimenticabile fra i tuoi discepoli. Sulla via della croce loro non cโerano e noi nemmeno, Simone invece sรฌ. Vale fino a oggi: mentre qualcuno offre tutto di sรฉ, si puรฒ essere altrove, persino in fuga, oppure si puรฒ venire coinvolti. Noi crediamo, Gesรน, di ricordare il nome di Simone perchรฉ quellโimprevisto lo cambiรฒ per sempre. Non smise piรน di pensarti. Diventรฒ parte del tuo corpo, testimone di prima mano della tua differenza da qualsiasi altro condannato. Simone di Cirene si trovรฒ addosso la tua croce senza averla chiesta, come il giogo di cui un giorno avevi parlato: ยซIl mio giogo รจ dolce, il mio peso รจ leggeroยป (cfr Mt 11,30). Anche gli animali lavorano meglio, se avanzano insieme. E tu, Gesรน, ami coinvolgerci nel tuo lavoro, che dissoda la terra, perchรฉ sia nuovamente seminata. Noi abbiamo bisogno di questa sorprendente leggerezza. Abbiamo bisogno di chi ci fermi, talvolta, e ci metta sulle spalle qualche pezzo di realtร che va semplicemente portato. Si puรฒ lavorare tutto il giorno, ma senza di te si disperde. Invano faticano i costruttori, invano veglia il custode della cittร che Dio non costruisce (cfr Sal 127). Ecco: sulla via della croce sorge la Gerusalemme nuova. E noi, come Simone di Cirene, cambiamo strada e lavoriamo con te.
Preghiamo dicendo: Ferma la nostra corsa, Signore
Quando andiamo per la nostra strada, senza guardare in faccia nessuno.
Ferma la nostra corsa, Signore
Quando le notizie non ci commuovono. Ferma la nostra corsa, Signore
Quando le persone diventano numeri. Ferma la nostra corsa, Signore
Quando per ascoltare non cโรจ mai tempo. Ferma la nostra corsa, Signore
Quando abbiamo fretta di decidere. Ferma la nostra corsa, Signore
Quando i cambiamenti di programma non sono ammessi. Ferma la nostra corsa, Signore
VI stazione
La Veronica asciuga il volto di Gesรน
Dal Vangelo secondo Luca (9,29-31)
Mentre pregava, il suo volto cambiรฒ dโaspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante. Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosรจ ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Dal Libro dei Salmi (27,8-9a)
Il mio cuore ripete il tuo invito: ยซCercate il mio volto!ยป.
Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto.
Nel tuo volto, Gesรน, vediamo il tuo cuore. La tua decisione ti si legge negli occhi, scava il tuo viso, rende i tuoi lineamenti espressione di unโattenzione inconfondibile. Ti accorgi di Veronica, come di me. Io cerco il tuo volto, che racconta la decisione di amarci sino allโultimo respiro: e anche oltre, perchรฉ forte come la morte รจ lโamore (cfr Ct 8,6). A cambiarci il cuore รจ il tuo volto, che vorrei fissare e custodire. Tu ti consegni a noi, giorno dopo giorno, nel volto di ogni essere umano, memoria viva della tua incarnazione. Ogni volta che ci volgiamo al piรน piccolo, infatti, diamo attenzione alle tue membra e tu resti con noi. Cosรฌ ci illumini il cuore e lโespressione del viso. Invece di respingere, ora accogliamo. Sulla via della croce il nostro volto, come il tuo, puรฒ finalmente diventare raggiante e diffondere benedizione. Ne hai impressa in noi la memoria, presentimento del tuo ritorno, quando ci riconoscerai al primo sguardo, uno a uno. Allora, forse, ti somiglieremo. E saremo faccia a faccia, in un dialogo senza fine, nellโintimitร di cui mai saremo stanchi, famiglia di Dio.
Preghiamo dicendo: Imprimi in noi il tuo ricordo, Gesรน
Se il nostro volto รจ inespressivo
Se il nostro cuore รจ distaccato
Se i nostri gesti dividono
Se le nostre scelte feriscono
Se i nostri progetti escludono
Imprimi in noi il tuo ricordo, Gesรน Imprimi in noi il tuo ricordo, Gesรน Imprimi in noi il tuo ricordo, Gesรน Imprimi in noi il tuo ricordo, Gesรน Imprimi in noi il tuo ricordo, Gesรน
VII stazione
Gesรน cade per la seconda volta
Dal Vangelo secondo Luca (15, 2-6)
I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: ยซCostui accoglie i peccatori e mangia con loroยป. Ed egli disse loro questa parabola: ยซChi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finchรฉ non la trova? Quando lโha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: โRallegratevi con me, perchรฉ ho trovato la mia pecora, quella che si era perdutaโยป.
Cadere e rialzarsi; cadere e ancora rialzarsi. Cosรฌ ci hai insegnato a leggere, Gesรน, lโavventura della vita umana. Umana perchรฉ aperta. Alle macchine noi non consentiamo di sbagliare: le pretendiamo perfette. Le persone invece tentennano, si distraggono, si perdono. Eppure, conoscono la gioia: quella dei nuovi inizi, quella delle rinascite. Gli umani non vengono alla luce meccanicamente, ma artigianalmente: siamo pezzi unici, intreccio di grazia e di responsabilitร . Gesรน, ti sei fatto uno di noi; non hai temuto di inciampare e di cadere. Chi ne prova imbarazzo, chi ostenta infallibilitร , chi nasconde le proprie cadute e non perdona quelle altrui rinnega la via che tu hai scelto. Tu sei, Gesรน, il Signore della gioia. In te siamo tutti ritrovati e portati a casa, come lโunica pecora che si era smarrita. Disumana รจ lโeconomia in cui novantanove vale piรน di uno. Eppure, abbiamo costruito un mondo che funziona cosรฌ: un mondo di calcoli e algoritmi, di logiche fredde e interessi implacabili. La legge della tua casa, economia divina, รจ unโaltra, Signore. Volgerci a te, che cadi e ti rialzi, รจ un cambio di rotta e un cambio di passo. Conversione che ridona gioia e ci porta a casa.
Preghiamo dicendo: Rialzaci, Dio, nostra salvezza
Siamo bambini che a volte piangono.
Siamo adolescenti che si sentono insicuri.
Siamo giovani che troppi adulti disprezzano.
Siamo adulti che hanno sbagliato.
Siamo anziani che vogliono ancora sognare.
Rialzaci, Dio, nostra salvezza
Rialzaci, Dio, nostra salvezza
Rialzaci, Dio, nostra salvezza
Rialzaci, Dio, nostra salvezza
Rialzaci, Dio, nostra salvezza
VIII stazione
Gesรน incontra le donne di Gerusalemme
Dal Vangelo secondo Luca (23,27-31)
Lo seguiva una grande moltitudine di popolo e di donne, che si battevano il petto e facevano lamenti su di lui. Ma Gesรน, voltandosi verso di loro, disse: ยซFiglie di Gerusalemme, non piangete su di me, ma piangete su voi stesse e sui vostri figli. Ecco, verranno giorni nei quali si dirร : โBeate le sterili, i grembi che non hanno generato e i seni che non hanno allattatoโ. Allora cominceranno a dire ai monti: โCadete su di noi!โ, e alle colline: โCopriteci!โ. Perchรฉ, se si tratta cosรฌ il legno verde, che avverrร del legno secco?ยป.
Nelle donne hai riconosciuto da sempre, Gesรน, una particolare corrispondenza col cuore di Dio. Per questo, nella grande moltitudine di popolo che quel giorno cambiรฒ direzione e ti seguiva, immediatamente vedesti le donne e, ancora una volta, stabilisti con loro unโintesa speciale. La cittร รจ diversa quando se ne portano gli abitanti in grembo, quando se ne allattano i bambini: quando, insomma, non si conosce soltanto il registro del dominio, ma le cose si vivono dal di dentro. Alle donne che per dovere svolgono il rito della compassione, tu colpisci il cuore. Nel cuore, infatti, si collegano gli avvenimenti e nascono pensieri e decisioni. ยซNon piangete per meยป. Il cuore di Dio vibra per il suo popolo, genera una nuova cittร : ยซPiangete su voi stesse e sui vostri figliยป. Esiste un pianto, infatti, in cui tutto rinasce. Occorrono, perรฒ, lacrime di ripensamento, di cui non vergognarsi, lacrime da non rinchiudere nel privato. La nostra convivenza ferita, o Signore, in questo mondo a pezzi, ha bisogno di lacrime sincere, non di circostanza. Altrimenti si avvera quanto predissero gli apocalittici: non generiamo piรน nulla e poi tutto crolla. La fede, invece, sposta le montagne. Monti e colli non ci cadono addosso, ma in mezzo a loro si apre una strada. ร la tua strada, Gesรน: una via in salita, su cui gli apostoli ti hanno abbandonato, ma le tue discepole โ madri della Chiesa โ ti hanno seguito.
Preghiamo dicendo: Donaci un cuore materno, Gesรน
Hai popolato di sante donne la storia della Chiesa. Donaci un cuore materno, Gesรน
Hai sconfessato la prepotenza e il dominio. Donaci un cuore materno, Gesรน
Hai raccolto e consolato le lacrime delle madri. Donaci un cuore materno, Gesรน
Hai affidato alle donne il messaggio della risurrezione. Donaci un cuore materno, Gesรน
Hai ispirato nella Chiesa nuovi carismi e sensibilitร . Donaci un cuore materno, Gesรน
IX stazione
Gesรน cade per la terza volta
Dal Vangelo secondo Luca (7,44-49)
[Gesรน] disse a Simone: ยซVedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato lโacqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo. Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perchรฉ ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama pocoยป. Poi disse a lei: ยซI tuoi peccati sono perdonatiยป. Allora i commensali cominciarono a dire tra sรฉ: ยซChi รจ costui che perdona anche i peccati?ยป.
Non solo una o due volte, Gesรน: tu cadi ancora. Cadevi giร da bambino, come ogni bambino. Cosรฌ hai compreso e accolto la nostra umanitร , che cade e cade ancora. Se il peccato ci allontana, il tuo esistere senza peccato ti avvicina a ogni peccatore, ti unisce indissolubilmente alle sue cadute. E questo muove a conversione. Scandalo per chi prende le distanze dagli altri e da sรฉ stesso. Scandalo di chi vive diviso in due, tra ciรฒ che dovrebbe essere e ciรฒ che realmente รจ. Nella tua misericordia, Gesรน, cade ogni ipocrisia. Le maschere, le belle facciate non servono piรน. Dio vede il cuore. Ama il cuore. Scalda il cuore. E cosรฌ mi rialzi e mi rimetti in cammino su strade mai percorse, audaci, generose. Chi sei, Gesรน, che perdoni anche i peccati? Di nuovo a terra, sulla via della croce, sei il Salvatore di questa nostra terra. Non soltanto la abitiamo, ma ne siamo plasmati. Tu, in terra, ci modelli ancora, come un abile vasaio.
Preghiamo dicendo: Noi siamo argilla nelle tue mani
Quando le cose sembrano non poter cambiare, ricordaci: Noi siamo argilla nelle tue mani
Quando dei conflitti non si vede la fine, ricordaci: Noi siamo argilla nelle tue mani
Quando la tecnologia ci illude di onnipotenza, ricordaci: Noi siamo argilla nelle tue mani
Quando i successi ci distaccano dalla terra, ricordaci: Noi siamo argilla nelle tue mani
Quando ci preoccupa piรน lโapparenza del cuore, ricordaci: Noi siamo argilla nelle tue mani
X stazione
Gesรน รจ spogliato delle vesti
Dal libro di Giobbe (1,20-22)
Allora Giobbe si alzรฒ e si stracciรฒ il mantello; si rase il capo, cadde a terra, si prostrรฒ e disse:
ยซNudo uscii dal grembo di mia madre, e nudo vi ritornerรฒ.
Il Signore ha dato, il Signore ha tolto, sia benedetto il nome del Signore!ยป.
In tutto questo Giobbe non peccรฒ e non attribuรฌ a Dio nulla di ingiusto.
Non ti spogli, vieni spogliato. La differenza รจ chiara a tutti noi, Gesรน. Solo chi ci ama puรฒ accogliere la nostra nuditร fra le sue mani e nel suo sguardo. Temiamo, invece, gli occhi di chi non ci conosce e sa solo possedere. Sei spogliato ed esposto a tutti, ma tu trasformi persino lโumiliazione in familiaritร . Vuoi rivelarti intimo persino a chi ti distrugge, guardi a coloro che ti spogliano come a persone amate che il Padre ti ha dato. Qui cโรจ piรน della pazienza di Giobbe, persino piรน della sua fede. In te lo Sposo che si lascia prendere, toccare e volge tutto al bene. Ci lasci le tue vesti, come reliquie di un amore consumato. Sono in mano nostra, perchรฉ tu sei stato da noi, sei stato con noi. Noi abbiamo tenuto le tue vesti e ora le tiriamo a sorte, ma la sorte, qui, รจ favorevole non a uno, ma a tutti. Ci conosci uno a uno, per salvare tutti, tutti, tutti. E se la Chiesa ti appare oggi come una veste lacerata, insegnaci a ritessere la nostra fraternitร , fondata sul tuo dono. Siamo il tuo corpo, la tua tunica indivisibile, la tua Sposa. Lo siamo insieme. Per noi la sorte รจ caduta su luoghi deliziosi; รจ magnifica la nostra ereditร (cfr Sal 16,6).
Preghiamo dicendo: Dona alla tua Chiesa pace e unitร
Signore Gesรน, che vedi divisi i tuoi discepoli. Dona alla tua Chiesa pace e unitร
Signore Gesรน, che porti le ferite della nostra storia. Dona alla tua Chiesa pace e unitร
Signore Gesรน, che conosci la fragilitร dei nostri amori. Dona alla tua Chiesa pace e unitร
Signore Gesรน, che ci vuoi membra del tuo corpo. Dona alla tua Chiesa pace e unitร
Signore Gesรน, che vesti la tunica della misericordia. Dona alla tua Chiesa pace e unitร
XI stazione
Gesรน รจ inchiodato sulla croce
Dal Vangelo secondo Luca (23,32-34a)
Insieme con lui venivano condotti a morte anche altri due, che erano malfattori. Quando giunsero sul luogo chiamato Cranio, vi crocifissero lui e i malfattori, uno a destra e lโaltro a sinistra. Gesรน diceva: ยซPadre, perdona loro perchรฉ non sanno quello che fannoยป.
Niente ci spaventa piรน dellโimmobilitร . E tu sei inchiodato, immobilizzato, bloccato. Lo sei, perรฒ, insieme ad altri: mai solo, determinato a rivelarti anche in croce come il Dio con noi. La rivelazione non si ferma, non si inchioda. Tu, Gesรน, ci mostri che in ogni circostanza cโรจ una scelta da fare. ร questa la vertigine della libertร . Nemmeno sulla croce sei neutralizzato: tu decidi per chi sei lรฌ. Tu dai attenzione allโuno e allโaltro dei crocifissi con te: lasci scivolare gli insulti di uno e accogli lโinvocazione dellโaltro. Tu dai attenzione a chi ti crocifigge e sai leggere il cuore di chi non sa ciรฒ che fa. Tu dai attenzione al cielo: lo vorresti piรน chiaro, ma squarci la barriera del buio con la luce dellโintercessione. Inchiodato, infatti, intercedi: ti metti in mezzo tra le parti, fra gli opposti. E li porti a Dio, perchรฉ la tua croce fa cadere i muri, cancella i debiti, annulla le sentenze, stabilisce la riconciliazione. Sei il vero Giubileo. Convertici a te, Gesรน, che inchiodato tutto puoi.
Preghiamo dicendo: Insegnaci ad amare
Quando abbiamo le forze e quando ci pare di non averne piรน. Insegnaci ad amare
Quando siamo immobilizzati da leggi o da decisioni ingiuste. Insegnaci ad amare
Quando siamo contrastati da chi non vuole veritร e giustizia. Insegnaci ad amare
Quando siamo tentati di disperare. Insegnaci ad amare
Quando si dice โnon cโรจ piรน niente da fareโ. Insegnaci ad amare
XII stazione
Gesรน muore sulla croce
Dal Vangelo secondo Luca (23,45-49)
Il sole si era eclissato. Il velo del tempio si squarciรฒ a metร . Gesรน, gridando a gran voce, disse: ยซPadre, nelle tue mani consegno il mio spiritoยป. Detto questo, spirรฒ. Visto ciรฒ che era accaduto, il centurione dava gloria a Dio dicendo: ยซVeramente questโuomo era giustoยป. Cosรฌ pure tutta la folla che era venuta a vedere questo spettacolo, ripensando a quanto era accaduto, se ne tornava battendosi il petto. Tutti i suoi conoscenti, e le donne che lo avevano seguito fin dalla Galilea, stavano da lontano a guardare tutto questo.
Dove siamo noi sul Calvario? Sotto la croce? Un poโ a distanza? Lontano? O forse, come gli apostoli, non ci siamo piรน. Tu spiri, e questo respiro, ultimo e primo, chiede solo di essere accolto. Signore Gesรน, piega le nostre strade verso il tuo dono. Non permettere che il tuo soffio di vita sia disperso. Il nostro buio cerca luce. I nostri templi vogliono rimanere definitivamente aperti. Ora il Santo non รจ piรน oltre il velo: il suo segreto รจ offerto a tutti. Lo percepisce un militare, che osservando da vicino come muori riconosce un nuovo tipo di forza. Lo comprende la folla che aveva gridato contro di te: prima distante, incontra adesso lo spettacolo di un amore mai visto, bellezza che fa ricredere. A chi ti guarda morire, Signore, tu dai tempo di tornare battendosi il petto: colpendosi il cuore, perchรฉ vada in frantumi la sua durezza. A noi, Gesรน, che spesso ti guardiamo ancora da lontano, concedi di vivere nella memoria di te, perchรฉ un giorno, quando verrai, anche la morte ci trovi vivi.
Preghiamo dicendo: Spirito Santo, vieni!
Ci siamo mantenuti a distanza dalle piaghe del Signore. Spirito Santo, vieni!
Davanti al fratello caduto ci siamo voltati dallโaltra parte. Spirito Santo, vieni!
I misericordiosi e i poveri di spirito sembrano perdenti. Spirito Santo, vieni!
Credenti e non credenti stanno davanti al crocifisso. Spirito Santo, vieni!
Il mondo intero cerca un nuovo inizio. Spirito Santo, vieni!
XIII stazione
Gesรน รจ deposto dalla croce
Dal Vangelo secondo Luca (23,50-53a)
Ed ecco, vi era un uomo di nome Giuseppe, membro del sinedrio, buono e giusto. Egli non aveva aderito alla decisione e allโoperato degli altri. Era di Arimatea, una cittร della Giudea, e aspettava il regno di Dio. Egli si presentรฒ a Pilato e chiese il corpo di Gesรน. Lo depose dalla croce.
Il tuo corpo, finalmente, รจ fra le mani di un uomo buono e giusto. Tu sei avvolto nel sonno della morte, Gesรน, ma a caricarsi di te รจ un cuore vivo, che ha scelto. Giuseppe non era di quelli che dicono e non fanno. โNon aveva aderito alla decisione e allโoperato degli altriโ, dice il Vangelo. Ed รจ una buona notizia: ti abbraccia, Gesรน, uno che non ha abbracciato lโopinione comune. Si carica di te uno che si รจ caricato delle proprie responsabilitร . Sei al tuo posto, Gesรน, in grembo a Giuseppe dโArimatea, che โaspettava il Regno di Dioโ. Sei al tuo posto fra chi spera ancora, fra chi non si rassegna a pensare che lโingiustizia รจ inevitabile. Tu rompi la catena dellโineluttabile, Gesรน. Rompi gli automatismi che distruggono la casa comune e la fraternitร . A quelli che attendono il tuo Regno dai il coraggio di presentarsi allโautoritร : come Mosรจ al Faraone, come Giuseppe dโArimatea a Pilato. Ci abiliti a grandi responsabilitร , ci rendi audaci. Cosรฌ, sei morto e ancora regni. E per noi, Gesรน, servire te รจ regnare.
Preghiamo dicendo: Servire te รจ regnare
Dando da mangiare agli affamati. Servire te รจ regnare
Dando da bere agli assetati. Servire te รจ regnare
Vestendo chi รจ nudo. Servire te รจ regnare
Ospitando i forestieri. Servire te รจ regnare
Visitando i malati. Servire te รจ regnare
Visitando i carcerati. Servire te รจ regnare
Seppellendo i morti. Servire te รจ regnare
XIV stazione
Gesรน รจ deposto nel sepolcro
Dal Vangelo secondo Luca (23,53b-56)
Lo avvolse con un lenzuolo e lo mise in un sepolcro scavato nella roccia, nel quale nessuno era stato ancora sepolto. Era il giorno della Parasceve e giร splendevano le luci del sabato. Le donne che erano venute con Gesรน dalla Galilea seguivano Giuseppe; esse osservarono il sepolcro e come era stato posto il corpo di Gesรน, poi tornarono indietro e prepararono aromi e oli profumati. Il giorno di sabato osservarono il riposo come era prescritto.
In un sistema che non si ferma mai, Gesรน, tu vivi il tuo sabato. Lo vivono anche le donne, alle quali aromi e profumi vorrebbero giร parlare di risurrezione. Insegnaci a non fare niente, quando ci รจ chiesto solo di aspettare. Educaci ai tempi della terra, che non sono quelli dellโartificio. Deposto nel sepolcro, Gesรน, condividi la condizione che tutti ci accomuna e raggiungi gli abissi che tanto ci spaventano. Vedi come li sfuggiamo, moltiplicando le nostre attivitร . Giriamo spesso a vuoto, ma il sabato splende con le sue luci: ci educa e ci chiede riposo. Vita divina, vita a misura dโuomo, quella che conosce la pace del sabato. ยซSiederanno ognuno tranquillo sotto la vite e sotto il fico e piรน nessuno li spaventerร ยป (Mi 4,4), profetizzava Michea. E Zaccaria, a fargli eco: ยซIn quel giorno โ oracolo del Signore โ ogni uomo inviterร il suo vicino sotto la sua vite e sotto il suo ficoยป (cfr Zc 3,10). Gesรน, che sembri dormire nel mondo in tempesta, portaci tutti nella pace del sabato. Allora la creazione intera ci apparirร molto bella e buona, destinata alla risurrezione. E sarร pace sul tuo popolo e fra tutte le nazioni.
Preghiamo dicendo: Venga la tua pace
Per la terra, lโaria e lโacqua. Venga la tua pace
Per i giusti e per gli ingiusti. Venga la tua pace
Per chi รจ invisibile e senza voce. Venga la tua pace
Per chi non ha potere nรฉ denaro. Venga la tua pace
Per chi attende un germoglio giusto. Venga la tua pace
Invocazione conclusiva
ยซโLaudato siโ, miโ Signoreโ, cantava san Francesco dโAssisi. In questo bel cantico ci ricordava che la nostra casa comune รจ anche come una sorella [โฆ]. Questa sorella protesta per il male che le provochiamoยป (Enc. Laudato siโ, 1-2).
ยซโFratelli tuttiโ โ scriveva ancora San Francesco โ per rivolgersi a tutti i fratelli e le sorelle e proporre loro una forma di vita dal sapore di Vangeloยป (Enc. Fratelli tutti, 1).
ยซโCi ha amatiโ, dice San Paolo riferendosi a Cristo [โฆ], per farci scoprire che da questo amore nulla โpotrร mai separarciโยป (Enc. Dilexit nos, 1).
Abbiamo percorso la Via della Croce; ci siamo volti allโamore da cui nulla potrร separaci. Ora, mentre il Re dorme e un grande silenzio scende su tutta la terra, facendo nostre le parole di San Francesco invochiamo il dono della conversione del cuore.
Alto e glorioso Dio,
illumina le tenebre del cuore mio.
Dammi fede retta,
speranza certa,
caritร perfetta
e umiltร profonda.
Dammi, Signore, senno e discernimento
per compiere la tua vera e santa volontร . Amen.
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