Non ci sono parole. Quali parole potremmo inventare noi, miseri mortali, quando la Parola fatta carne si tramuta in “forte grido” e poi si spegne nel silenzio buio e gelido della morte? Non ci resta allora che “tacere e adorare”; non ci resta che “adorare e aderire”.
Del resto, non ci è chiesto di parlare, ma di contemplare, di “volgere lo sguardo a Colui che abbiamo trafitto”. Perché la tentazione ora è quella di non farcela a tenere lo sguardo fisso su Gesù crocifisso, di non resistere a stare di fronte a Colui che non ha né apparenza, né bellezza per attirare i nostri sguardi. La nostra tentazione è quella di abbassare gli occhi davanti a Colui che si è caricato delle nostre sofferenze, di coprirci la faccia di fronte a Lui che si è addossato i nostri dolori, che è stato trafitto per i nostri delitti, schiacciato per le nostre iniquità.
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Fonte: Comunità cattolica italiana in Ungheria