Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio del Santo Padre Francesco per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2019, che si celebrerร il prossimo 29 settembre, sul tema: Non si tratta solo di migranti:
Messaggio del Santo Padre
Non si tratta solo di migranti
Cari fratelli e sorelle,
la fede ci assicura che il Regno di Dio รจ giร presente sulla terra in modo misterioso (cfr Conc. Ecum. Vat. II, Cost. Gaudium et spes, 39); tuttavia, anche ai nostri giorni, dobbiamo con dolore constatare che esso incontra ostacoli e forze contrarie. Conflitti violenti e vere e proprie guerre non cessano di lacerare lโumanitร ; ingiustizie e discriminazioni si susseguono; si stenta a superare gli squilibri economici e sociali, su scala locale o globale. E a fare le spese di tutto questo sono soprattutto i piรน poveri e svantaggiati.
Le societร economicamente piรน avanzate sviluppano al proprio interno la tendenza a un accentuato individualismo che, unito alla mentalitร utilitaristica e moltiplicato dalla rete mediatica, produce la โglobalizzazione dellโindifferenzaโ. In questo scenario, i migranti, i rifugiati, gli sfollati e le vittime della tratta sono diventati emblema dellโesclusione perchรฉ, oltre ai disagi che la loro condizione di per sรฉ comporta, sono spesso caricati di un giudizio negativo che li considera come causa dei mali sociali. Lโatteggiamento nei loro confronti rappresenta un campanello di allarme che avvisa del declino morale a cui si va incontro se si continua a concedere terreno alla cultura dello scarto. Infatti, su questa via, ogni soggetto che non rientra nei canoni del benessere fisico, psichico e sociale diventa a rischio di emarginazione e di esclusione.
Per questo, la presenza dei migranti e dei rifugiati โ come, in generale, delle persone vulnerabili โ rappresenta oggi un invito a recuperare alcune dimensioni essenziali della nostra esistenza cristiana e della nostra umanitร , che rischiano di assopirsi in un tenore di vita ricco di comoditร . Ecco perchรฉ โnon si tratta solo di migrantiโ, vale a dire: interessandoci di loro ci interessiamo anche di noi, di tutti; prendendoci cura di loro, cresciamo tutti; ascoltando loro, diamo voce anche a quella parte di noi che forse teniamo nascosta perchรฉ oggi non รจ ben vista.
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ยซCoraggio, sono io, non abbiate paura!ยป (Mt 14,27). Non si tratta solo di migranti: si tratta anche delle nostre paure. Le cattiverie e le brutture del nostro tempo accrescono ยซil nostro timore verso gli โaltriโ, gli sconosciuti, gli emarginati, i forestieri [โฆ]. E questo si nota particolarmente oggi, di fronte allโarrivo di migranti e rifugiati che bussano alla nostra porta in cerca di protezione, di sicurezza e di un futuro migliore. ร vero, il timore รจ legittimo, anche perchรฉ manca la preparazione a questo incontroยป (Omelia, Sacrofano, 15 febbraio 2019). Il problema non รจ il fatto di avere dubbi e timori. Il problema รจ quando questi condizionano il nostro modo di pensare e di agire al punto da renderci intolleranti, chiusi, forse anche โ senza accorgercene โ razzisti. E cosรฌ la paura ci priva del desiderio e della capacitร di incontrare lโaltro, la persona diversa da me; mi priva di unโoccasione di incontro col Signore (cfr Omelia nella Messa per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, 14 gennaio 2018).
ยซSe amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno cosรฌ anche i pubblicani?ยป (Mt 5,46). Non si tratta solo di migranti: si tratta della caritร . Attraverso le opere di caritร dimostriamo la nostra fede (cfr Gc 2,18). E la caritร piรน alta รจ quella che si esercita verso chi non รจ in grado di ricambiare e forse nemmeno di ringraziare. ยซCiรฒ che รจ in gioco รจ il volto che vogliamo darci come societร e il valore di ogni vita. [โฆ] Il progresso dei nostri popoli [โฆ] dipende soprattutto dalla capacitร di lasciarsi smuovere e commuovere da chi bussa alla porta e col suo sguardo scredita ed esautora tutti i falsi idoli che ipotecano e schiavizzano la vita; idoli che promettono una felicitร illusoria ed effimera, costruita al margine della realtร e della sofferenza degli altriยป (Discorso presso la Caritas Diocesana di Rabat, 30 marzo 2019).
ยซInvece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e ne ebbe compassioneยป (Lc 10,33). Non si tratta solo di migranti: si tratta della nostra umanitร . Ciรฒ che spinge quel Samaritano โ uno straniero rispetto ai giudei โ a fermarsi รจ la compassione, un sentimento che non si spiega solo a livello razionale. La compassione tocca le corde piรน sensibili della nostra umanitร , provocando unโimpellente spinta a โfarsi prossimoโ di chi vediamo in difficoltร . Come Gesรน stesso ci insegna (cfr Mt 9,35-36; 14,13-14; 15,32-37), avere compassione significa riconoscere la sofferenza dellโaltro e passare subito allโazione per lenire, curare e salvare. Avere compassione significa dare spazio alla tenerezza, che invece la societร odierna tante volte ci chiede di reprimere. ยซAprirsi agli altri non impoverisce, ma arricchisce, perchรฉ aiuta ad essere piรน umani: a riconoscersi parte attiva di un insieme piรน grande e a interpretare la vita come un dono per gli altri; a vedere come traguardo non i propri interessi, ma il bene dellโumanitร ยป (Discorso nella Moschea โHeydar Aliyevโdi Baku, Azerbaijan, 2 ottobre 2016).
ยซGuardatevi dal disprezzare uno solo di questi piccoli, perchรฉ vi dico che i loro angeli nel cielo vedono sempre la faccia del Padre mio che รจ nei cieliยป (Mt 18,10). Non si tratta solo di migranti: si tratta di non escludere nessuno. Il mondo odierno รจ ogni giorno piรน elitista e crudele con gli esclusi. I Paesi in via di sviluppo continuano ad essere depauperati delle loro migliori risorse naturali e umane a beneficio di pochi mercati privilegiati. Le guerre interessano solo alcune regioni del mondo, ma le armi per farle vengono prodotte e vendute in altre regioni, le quali poi non vogliono farsi carico dei rifugiati prodotti da tali conflitti. Chi ne fa le spese sono sempre i piccoli, i poveri, i piรน vulnerabili, ai quali si impedisce di sedersi a tavola e si lasciano le โbricioleโ del banchetto (cfr Lc 16,19-21). ยซLa Chiesa โin uscitaโ [โฆ] sa prendere lโiniziativa senza paura, andare incontro, cercare i lontani e arrivare agli incroci delle strade per invitare gli esclusiยป (Esort. ap. Evangelii gaudium, 24). Lo sviluppo esclusivista rende i ricchi piรน ricchi e i poveri piรน poveri. Lo sviluppo vero รจ quello che si propone di includere tutti gli uomini e le donne del mondo, promuovendo la loro crescita integrale, e si preoccupa anche delle generazioni future.
ยซChi vuole diventare grande tra voi sarร vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarร schiavo di tuttiยป (Mc 10,43-44). Non si tratta solo di migranti: si tratta di mettere gli ultimi al primo posto. Gesรน Cristo ci chiede di non cedere alla logica del mondo, che giustifica la prevaricazione sugli altri per il mio tornaconto personale o quello del mio gruppo: prima io e poi gli altri! Invece il vero motto del cristiano รจ โprima gli ultimi!โ. ยซUno spirito individualista รจ terreno fertile per il maturare di quel senso di indifferenza verso il prossimo, che porta a trattarlo come mero oggetto di compravendita, che spinge a disinteressarsi dellโumanitร degli altri e finisce per rendere le persone pavide e ciniche. Non sono forse questi i sentimenti che spesso abbiamo di fronte ai poveri, agli emarginati, agli ultimi della societร ? E quanti ultimi abbiamo nelle nostre societร ! Tra questi, penso soprattutto ai migranti, con il loro carico di difficoltร e sofferenze, che affrontano ogni giorno nella ricerca, talvolta disperata, di un luogo ove vivere in pace e con dignitร ยป (Discorso al Corpo Diplomatico, 11 gennaio 2016). Nella logica del Vangelo gli ultimi vengono prima, e noi dobbiamo metterci a loro servizio.
ยซIo sono venuto perchรฉ abbiano la vita e lโabbiano in abbondanzaยป (Gv 10,10). Non si tratta solo di migranti: si tratta di tutta la persona, di tutte le persone. In questa affermazione di Gesรน troviamo il cuore della sua missione: far sรฌ che tutti ricevano il dono della vita in pienezza, secondo la volontร del Padre. In ogni attivitร politica, in ogni programma, in ogni azione pastorale dobbiamo sempre mettere al centro la persona, nelle sue molteplici dimensioni, compresa quella spirituale. E questo vale per tutte le persone, alle quali va riconosciuta la fondamentale uguaglianza. Pertanto, ยซlo sviluppo non si riduce alla semplice crescita economica. Per essere autentico sviluppo, deve essere integrale, il che vuol dire volto alla promozione di ogni uomo e di tutto lโuomoยป (S. Paolo VI, Enc. Populorum progressio, 14).
ยซCosรฌ dunque voi non siete piรน stranieri nรฉ ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dioยป (Ef 2,19). Non si tratta solo di migranti: si tratta di costruire la cittร di Dio e dellโuomo. In questa nostra epoca, chiamata anche lโera delle migrazioni, sono molte le persone innocenti che cadono vittime del โgrande ingannoโ dello sviluppo tecnologico e consumistico senza limiti (cfr Enc. Laudato siโ, 34). E cosรฌ si mettono in viaggio verso un โparadisoโ che inesorabilmente tradisce le loro aspettative. La loro presenza, a volte scomoda, contribuisce a sfatare i miti di un progresso riservato a pochi, ma costruito sullo sfruttamento di molti. ยซSi tratta, allora, di vedere noi per primi e di aiutare gli altri a vedere nel migrante e nel rifugiato non solo un problema da affrontare, ma un fratello e una sorella da accogliere, rispettare e amare, unโoccasione che la Provvidenza ci offre per contribuire alla costruzione di una societร piรน giusta, una democrazia piรน compiuta, un Paese piรน solidale, un mondo piรน fraterno e una comunitร cristiana piรน aperta, secondo il Vangeloยป (Messaggio per la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato 2014).
Cari fratelli e sorelle, la risposta alla sfida posta dalle migrazioni contemporanee si puรฒ riassumere in quattro verbi: accogliere, proteggere, promuovere e integrare. Ma questi verbi non valgono solo per i migranti e i rifugiati. Essi esprimono la missione della Chiesa verso tutti gli abitanti delle periferie esistenziali, che devono essere accolti, protetti, promossi e integrati. Se mettiamo in pratica questi verbi, contribuiamo a costruire la cittร di Dio e dellโuomo, promuoviamo lo sviluppo umano integrale di tutte le persone e aiutiamo anche la comunitร mondiale ad avvicinarsi agli obiettivi di sviluppo sostenibile che si รจ data e che, altrimenti, saranno difficilmente raggiunti.
Dunque, non รจ in gioco solo la causa dei migranti, non รจ solo di loro che si tratta, ma di tutti noi, del presente e del futuro della famiglia umana. I migranti, e specialmente quelli piรน vulnerabili, ci aiutano a leggere i โsegni dei tempiโ. Attraverso di loro il Signore ci chiama a una conversione, a liberarci dagli esclusivismi, dallโindifferenza e dalla cultura dello scarto. Attraverso di loro il Signore ci invita a riappropriarci della nostra vita cristiana nella sua interezza e a contribuire, ciascuno secondo la propria vocazione, alla costruzione di un mondo sempre piรน rispondente al progetto di Dio.
ร questo lโauspicio che accompagno con la preghiera invocando, per intercessione della Vergine Maria, Madonna della Strada, abbondanti benedizioni su tutti i migranti e i rifugiati del mondo e su coloro che si fanno loro compagni di viaggio.
Dal Vaticano, 27 maggio 2019
FRANCESCO