Il commento al Vangelo di domenica 29 gennaio 2017 – Quarta domenica del Tempo Ordinario, a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.
BEATITUDINE
La beatitudine è una condizione di piena realizzazione. Nel linguaggio quotidiano diciamo beato a chi è fortunato e vive senza preoccupazioni. Come si può esserlo? Nell’opinione comune questo accade a chi è ricco e potente e ha i mezzi che gli permettono indipendenza e successo.
Il vangelo ci offre un punto di vista molto diverso. La beatitudine si ottiene praticando la mitezza, la misericordia, la purezza e cercando la pace ed è frutto di una mancanza perché beati sono i poveri, chi è nel pianto, ha sete di giustizia ed è perseguitato e insultato per la sua fede in Gesù.
Sembra un controsenso. Bisogna mettersi nella prospettiva corretta per capire. Se l’orizzonte della nostra vita è solo quello terreno, se pensiamo che con la morte finisca tutto, allora non possiamo capire nulla, ma se siamo orientati all’eternità le cose stanno in modo molto diverso.
La nostra vita attuale è il tempo che ci è dato per esercitare la nostra libertà. Possiamo riconoscere Dio come Padre oppure rifiutarlo. Il rifiuto è il peccato originale, la pretesa di essere autosufficienti e padroni del proprio destino. Questo è l’atteggiamento del ricco, che crede di poter fare tutto con le sue forze e le sue sostanze, è la condizione del sazio, che pensa di non aver bisogno di niente.
Un vaso pieno non può ricevere nulla, solo se è vuoto può essere riempito. Se nei confronti di Dio siamo vasi pieni, tutto finisce lì. Solo se ci riconosciamo bisognosi possiamo avere un rapporto con Lui. Ecco perché povertà e umiltà sono dei valori.
Per questo il profeta Sofonia dice che un popolo povero e umile confiderà nel Signore. Chi invece cerca di costruirsi da solo la sua sicurezza unicamente con le cose materiali, non pensa al futuro eterno, ma agisce come se tutta la sua vita fosse quella attuale.
La prospettiva del Regno è assolutamente il contrario, perché quanto ci procura l’eternità è ciò che davvero conta. Per questo Dio, come ci dice San Paolo, vince usando quello che il mondo ritiene debole e stolto, perché noi possiamo capire ciò che è realtà e ciò che è illusione. Riconosciamoci poveri e saremo fatti ricchi.
Questa è beatitudine.
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IV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A
- Colore liturgico: verde
- Sof 2,3; 3, 12-13; Sal.145; 1 Cor 1, 26-31; Mt 5, 1-12
Mt 5, 1-12
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, vedendo le folle, Gesù salì sul monte: si pose a sedere e si avvicinarono a lui i suoi discepoli. Si mise a parlare e insegnava loro dicendo:
«Beati i poveri in spirito,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati quelli che sono nel pianto,
perché saranno consolati.
Beati i miti,
perché avranno in eredità la terra.
Beati quelli che hanno fame e sete della giustizia,
perché saranno saziati.
Beati i misericordiosi,
perché troveranno misericordia.
Beati i puri di cuore,
perché vedranno Dio.
Beati gli operatori di pace,
perché saranno chiamati figli di Dio.
Beati i perseguitati per la giustizia,
perché di essi è il regno dei cieli.
Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 29 Gennaio – 04 Febbraio 2017
- Tempo Ordinario IV, Colore verde
- Lezionario: Ciclo A | Salterio: sett. 4
Fonte: LaSacraBibbia.net
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