Il commento al Vangelo di domenica 26 Maggio 2019, a cura di don Mauro Pozzi.
NON AVER PAURA
La paura è un’arma a doppio taglio. Da una parte ci trattiene dal mettere a repentaglio la nostra incolumità, ma può essere così forte da bloccare ogni iniziativa. Basta pensare a quanta energia assorbono le preoccupazioni, che appunto ci occupano in anticipo.
Gesù ci ha insegnato che a ogni giorno basta la sua pena. Per essere così tranquilli ci vuole però una buona dose di fiducia e il Maestro stesso ci mostra la fonte di questo affidamento: Lui e il Padre prendono dimora nel cuore di chi li ama. Dio stesso cammina con noi, che cosa può turbarci? Sembra molto semplice, ma in realtà sappiamo che non è così. La nostra sfiducia dipende dal fatto che vorremmo sempre avere le cose sotto il nostro controllo e appena qualcosa non va come vorremmo, ci agitiamo. Abbiamo la cattiva abitudine di giudicare Dio.
Quante volte ho sentito domandare: dov’era Dio mentre succedeva quella brutta cosa? Intanto c’è da dire che spesso noi escludiamo il Signore dalla nostra vita, ma vorremmo che lui fosse sempre disponibile a entrare in scena per fare quello che vogliamo noi. Poi c’è da considerare che il nostro punto di vista è davvero limitato. Tagliare il ramo di una pianta può sembrare una crudeltà, ma diventa un bene se migliora la quantità e la qualità dei frutti. Il Signore vede le cose nel suo orizzonte infinito e sa trarre il bene dal male, noi che vediamo solo davanti al naso come pretendiamo di giudicare? Gesù sta parlando ai suoi discepoli alla vigilia della sua passione e li sta preparando.
È come se dicesse: il male a cui assisterete, cioè la crocifissione, in realtà è in prospettiva ciò che vi salverà, cioè un bene inestimabile. Non sia turbato il vostro cuore e non abbiate paura. La stessa cosa la dice a ciascuno di noi: non ti preoccupare io vado al Padre e continuo a prendermi cura di te; abbi fiducia! Già il fatto che Gesù sia così esplicito dovrebbe bastare, ma in realtà abbiamo bisogno di maggior forza.
Ecco perché ci manda lo Spirito Santo. Gli stessi discepoli sono rimasti chiusi nel cenacolo pieni di paura fino alla Pentecoste. È lo Spirito che li ha cambiati. Anche noi possiamo cambiare: chiediamo al Signore, con tutto il cuore, il dono del suo Spirito.
Solo il Consolatore può permetterci questa unione con Dio che cancella la paura.