Il commento al Vangelo di domenica 1 Settembre 2019, a cura di don Mauro Pozzi.
Gesù muore umiliato e risorge glorioso. Il Padre lo fa grande. Siamo invitati a seguire il suo esempio.
UMILTÁ E POVERTÁ
Il compimento del Regno viene rappresentato spesso nel Vangelo con una festa o un banchetto. Il Padrone di casa è molto generoso, non si preoccupa del ceto dei suoi invitati o della loro importanza, ammette tutti, ma non vuole gli orgogliosi, quelli che credono di valere più degli altri o si preoccupano di apparire importanti. Colpisce quello che abbiamo letto nel libro del Siracide: molti sono gli uomini orgogliosi e superbi, ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Questa superbia consiste nel credere di essere autosufficienti e di bastare a sé stessi. Il Signore soccorre chi si fida. A volte siamo chiamati ad affrontare delle situazioni difficili e dolorose, ma se non ci fidiamo della Provvidenza, non possiamo essere aiutati, al contrario confidando avremo tutto quello che serve per affrontare il problema. Chiedere il Suo aiuto è ammettere la nostra povertà. Dio arricchisce i poveri, ma chi crede di essere ricco è come un vaso pieno, che non ha spazio per ricevere altro.
Quando poi ci si preoccupa troppo di sé stessi si perdono di vista gli altri e le loro necessità. Il Maestro vuole che noi impariamo a mettere da parte il nostro io, senza pensare agli eventuali meriti che le nostre azioni ci possano procurare. Gesù, come dice San Paolo, umiliò sé stesso, non solo facendosi uomo e rinunciando alla divinità, ma vivendo poveramente e dando la sua vita fino alla croce. Morto nel mondo come il più spregevole dei delinquenti, risorge nel suo Regno come il Re.
La sua preoccupazione non è stata quella di conquistare consensi, ma di essere vicino ai bisognosi, cioè ai peccatori, e di fare in tutto la volontà del Padre. Questo è il modello del nostro agire. Più ci sforziamo di farci belli agli occhi altrui, più costruiamo un traballante piedistallo da cui la caduta sarà rovinosa. Il mondo in cui viviamo è terribilmente competitivo, ci invita continuamente a prevalere sugli altri, a calpestarli per salire più in alto.
Il risultato è la solitudine e la continua paura che qualcuno possa sopraffarci. Mettersi al servizio degli altri invece ci guadagna la serenità, quello che la Bibbia descrive come il sonno del giusto. Per questo Gesù ci invita ad essere disinteressati, a non fare il bene per averne un tornaconto. Sarà lui a tributarci la ricompensa, ma quelli che hanno agito per interesse li considera già risarciti.
Letture della
XXII DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO – ANNO C
Prima Lettura
Fatti umile, e troverai grazia davanti al Signore.
Dal libro del Siràcide
Sir 3,19-21.30.31 (NV) [gr. 3,17-20.28-29]
Figlio, compi le tue opere con mitezza,
e sarai amato più di un uomo generoso.
Quanto più sei grande, tanto più fatti umile,
e troverai grazia davanti al Signore.
Molti sono gli uomini orgogliosi e superbi,
ma ai miti Dio rivela i suoi segreti.
Perché grande è la potenza del Signore,
e dagli umili egli è glorificato.
Per la misera condizione del superbo non c’è rimedio,
perché in lui è radicata la pianta del male.
Il cuore sapiente medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Parola di Dio
Salmo Responsoriale
Dal Salmo 67 (68)
R. Hai preparato, o Dio, una casa per il povero.
I giusti si rallegrano,
esultano davanti a Dio
e cantano di gioia.
Cantate a Dio, inneggiate al suo nome:
Signore è il suo nome. R.
Padre degli orfani e difensore delle vedove
è Dio nella sua santa dimora.
A chi è solo, Dio fa abitare una casa,
fa uscire con gioia i prigionieri. R.
Pioggia abbondante hai riversato, o Dio,
la tua esausta eredità tu hai consolidato
e in essa ha abitato il tuo popolo,
in quella che, nella tua bontà,
hai reso sicura per il povero, o Dio. R.
Seconda Lettura
Vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente.
Dalla lettera agli Ebrei
Eb 12,18-19.22-24a
Fratelli, non vi siete avvicinati a qualcosa di tangibile né a un fuoco ardente né a oscurità, tenebra e tempesta, né a squillo di tromba e a suono di parole, mentre quelli che lo udivano scongiuravano Dio di non rivolgere più a loro la parola.
Voi invece vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù, mediatore dell’alleanza nuova.
Parola di Dio
Vangelo
Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 14, 1.7-14
Avvenne che un sabato Gesù si recò a casa di uno dei capi dei farisei per pranzare ed essi stavano a osservarlo.
Diceva agli invitati una parabola, notando come sceglievano i primi posti: «Quando sei invitato a nozze da qualcuno, non metterti al primo posto, perché non ci sia un altro invitato più degno di te, e colui che ha invitato te e lui venga a dirti: “Cèdigli il posto!”. Allora dovrai con vergogna occupare l’ultimo posto. Invece, quando sei invitato, va’ a metterti all’ultimo posto, perché quando viene colui che ti ha invitato ti dica: “Amico, vieni più avanti!”. Allora ne avrai onore davanti a tutti i commensali. Perché chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato».
Disse poi a colui che l’aveva invitato: «Quando offri un pranzo o una cena, non invitare i tuoi amici né i tuoi fratelli né i tuoi parenti né i ricchi vicini, perché a loro volta non ti invitino anch’essi e tu abbia il contraccambio. Al contrario, quando offri un banchetto, invita poveri, storpi, zoppi, ciechi; e sarai beato perché non hanno da ricambiarti. Riceverai infatti la tua ricompensa alla risurrezione dei giusti».
Parola del Signore