don Quirino Prampolini โ€“ Commento al Vangelo del 8 Marzo 2020

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La nostra vita รจ fatta di luce e di ombre, come questo momento che stiamo sperimentando in cui sembra prevalere il buio in una situazione che lโ€™ uomo non riesce a gestire. Eppure anche in questa situazione vi รจ una luce, una speranza presente nella vita dei credenti.

La prima di lettura ci presenta Abramo che confidando nel Signore si mette in cammino senza conoscere la meta. Allo stesso modo anche noi dobbiamo porci in cammino nella grande avventura della vita, anche se dopo la venuta di Gesรน noi sappiamo qual รจ la nostra meta, ma anche il nostro cammino. โ€œIo sono la via, la veritร  e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di meโ€ dice il Signore.

Oggi noi, purtroppo, viviamo tanti momenti di dubbio, di incertezza, in cui facciamo esperienza di limitatezza e anche di morte, pensiamo ancora a quello che il mondo sta vivendo.
In questa situazione noi cristiani dobbiamo percorrere le strade
dellโ€™invisibile, che non significa non reale, ma che va oltre quello che la nostra limitatezza umana e anche spirituale puรฒ sperimentare. Come Abramo ci mettiamo in cammino rispondendo al Signore anche se la meta non ci รจ conosciuta, se non dopo la rivelazione che ci ha portato Gesรน.

Siamo tutti chiamati a correre il rischio della fede, di una fede, a cui siamo chiamati, che ha perรฒ allโ€™inizio lโ€™iniziativa di Dio.

โ€œVattene dalla tua terra,
dalla tua parentela
e dalla casa di tuo padre,
verso la terra che io ti indicherรฒ.
Farรฒ di te una grande nazione
e ti benedirรฒ,
renderรฒ grande il tuo nome
e possa tu essere una benedizione.โ€

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โ€œLe parole che il Signore rivolge ad Abramo suonano come un ordine e una promessa, esigono dallโ€™ uomo obbedienza e fiducia: allโ€™ ordine si obbedisce e alla promessa si aderisce con fiduciaโ€ ( B. Maggioni)

Come Abramo siamo anche noi chiamati a un cambiamento della nostra esistenza, รจ quella conversione ai piani e alle proposte di Dio che si presentano nella nostra vita, ma soprattutto a sfrattare il peccato dalla nostra vita di discepoli.

Se dovessi descrivere la dinamica della conversione con tre verbi adoprerei: lasciare, andare, trovare!
Lasciare il peccato che ci separa da Dio, seguire Gesรน, รจ lโ€™andare, trovare la salvezza, la vita eterna e il paradiso.

Cosรฌ anche noi con Pietro, Giacomo, Giovanni ci incamminiamo per salire sul monte credendo a Gesรน, come Abramo ha creduto alla voce di Dio.

La croce non piace a nessuno e Gesรน lo sa. Non piace nemmeno ai suoi discepoli, e conosciamo la reazione di Pietro di fronte a questo annuncio. Sul monte Tabor, nellโ€™ episodio della trasfigurazione Gesรน vuole mostrare ai discepoli e anche a noi qualโ€™ la meta del cammino che stiamo percorrendo se lo facciamo assieme a Lui la meta non รจ la croce, ma รจ la risurrezione, la vita in pienezza per sempre. Lโ€™ episodio della trasfigurazione ci fa conoscere chi sia veramente Gesรน nella sua pienezza, ma nello stesso tempo apre a noi una luce sul nostro futuro nonostante le prove che possono fare parte della nostra vita.

A questo proposito vorrei riportare la testimonianza di Benedetta Bianchi Porro:
Caro Natalino, in ยซEpocaยป รจ stata riportata una tua lettera. Attraverso le mani, la mamma me lโ€™ha letta. Sono sorda e cieca, perciรฒ le cose, per me, diventano abbastanza difficoltose. Anchโ€™io come te, ho ventisei anni, e sono inferma da tempo. Un morbo mi ha atrofizzata, quando stavo per coronare i miei lunghi anni di studio: ero laureanda in medicina a Milano. Accusavo da tempo una sorditร  che i medici stessi non credevano allโ€™inizio. Ed io andavo avanti cosi non creduta e tuffata nei miei studi che amavo disperatamente. Avevo diciassette anni quando ero giร  iscritta allโ€™Universitร . Poi il male mi ha completamente arrestata quando avevo quasi terminato lo studio: ero allโ€™ultimo esame. E la mia quasi laurea mi รจ servita solo per diagnosticare me stessa, perchรฉ ancora (fino allora) nessuno aveva capito di che si trattasse. Fino a tre mesi fa godevo ancora della vista; ora รจ notte. Perรฒ nel mio calvario non sono disperata. Io so che in fondo alla via Gesรน mi aspetta. Prima nella poltrona, ora nel letto che รจ la mia dimora ho trovato una sapienza piรน grande di quella degli uomini. Ho trovato che Dio esiste ed รจ amore, fedeltร , gioia, certezza, fino alla consumazione dei secoli. Fra poco io non sarรฒ piรน che un nome; ma il mio spirito vivrร  qui fra i miei, fra chi soffre, e non avrรฒ neppure io sofferto invano. E tu, Natalino, non sentirti solo. Mai. Procedi serenamente lungo il cammino del tempo e riceverai luce, veritร : la strada sulla quale esiste veramente la giustizia, che non รจ quella degli uomini, ma la giustizia che Dio solo puรฒ dare. Le mie giornate non sono facili; sono dure, ma dolci, perchรฉ Gesรน รจ con me, col mio patire, e mi dร  soavitร  nella solitudine e luce nel buio. Lui mi sorride e accetta la mia cooperazione con Lui. Ciao, Natalino, la vita รจ breve, passa velocemente. Tutto รจ una brevissima passerella, pericolosa per chi vuole sfrenatamente godere, ma sicura per chi coopera con Lui per giungere in Patria. Ti abbraccio. Tua sorella in Cristo.

Natalino, convertito da Benedetta, risponde: โ€œNoi non dobbiamo rammaricarci se vediamo le rose con le spine, ma dobbiamo consolarci se vediamo le spine con le rose!โ€

Ma sul monte risuona una voce: โ€œAscoltateloโ€. Ascolto che deve diventare impegno e testimonianza di vita seguendo Gesรน e il Vangelo.

Chiediamo al Signore in questa Domenica in cui non possiamo celebrare lโ€™ Eucaristia per lโ€™epidemia che sta sconvolgendo il mondo di ascoltare e vivere la sua Parola.

Fonte

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