Vangelo della domenica – 3 Ottobre 2021 – don Luigi Maria Epicoco

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Nessuno si sognerebbe mai di dare da mangiare un bambino neonato un piatto di pasta al forno e allo stesso tempo credo che ci sarebbe da ridere se un adulto continuasse a mangiare gli omogeneizzati.

Credo che questo sia il senso delle parole che si usano nel vangelo di questa domenica, vuol dire che ciascuna delle nostre vite, ciascuna delle stagioni delle nostre vite, sono proporzionate poi a quello che viviamo e a quello che scegliamo.

Per la durezza del vostro cuore dice Gesù, Mosè gli ha dato quelle regole.

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Cosa dire che persino Dio usa una misura diversa in base a quanto non riusciamo a sopportare, e tutto questo discorso vien fuori su una grandissima discussione che Gesù sta tenendo in base all’argomento della famiglia e del matrimonio.

Io credo che la sintesi di tutto questo si sa esattamente quello che stiamo vivendo anche nella nostra società contemporanea; quando un ragazzo a 15 anni si innamora di una ragazza, le motivazioni che lo portano a innamorarsi di una ragazza sono molto mescolate con il proprio apparato tumorale con il proprio apparato emotivo, c’è sempre una grande mescolanza di emozioni e di ormoni.

Io non lo so quanta libertà un bambino di 15 anni ha nello scegliere l’amore, però è una stagione della sua vita ed è giusto che la viva così.

Diventa un problema quando un uomo ha 40 anni e continua ad avere lo stesso metro di giudizio di quando aveva 15 anni è questo che è inaccettabile, avere paura a quaranta annidi prendere delle scelte importanti della propria vita o di confondere ancora l’attrazione con l’amore, questo diventa un problema serio perché una persona a 40 anni non può accettare in nome della libertà, di continuare a essere ostaggio semplicemente delle emozioni o dei propri ormoni.

Io credo che il discorso sul divorzio, il discorso sul fatto che qualcuno abbia il coraggio di scegliere qualcuno in maniera definitiva senza per forza avere psicologicamente una uscita di sicurezza per salvarsi da questa definitività venga soprattutto da una crescita che noi dobbiamo pretendere dentro la nostra vita…per carità, ci sono tantissimi problemi per cui in una famiglia si arriva a dei vicoli ciechi doveva non si riesce più ad uscire ma molto spesso il nostro problema è un problema di crescita personale, abbiamo paura di questa parola definitiva di dire per sempre “io ti amerò” a qualcuno semplicemente perché continuiamo ad avere una mentalità di quando eravamo ragazzini, quando eravamo adolescenti.

Gesù chiede innanzitutto questo, di non abbassare mai l’ideale, di avere un  grande ideale della propria vita della propria vocazione ma allo stesso tempo di aprire gli occhi e di lire “se sono grande, devo ragionare da grande”, non posso continuare ad avere un metro di giudizio di quando ero piccolo.

Senza questa crescita senza questo salto in avanti senza questo salto di qualità, rischiamo di creare un grande divario tra ciò che vorremmo per la nostra vita è ciò che noi siamo in grado di costruire attraverso le nostre scelte.

Crescere significa adeguare il nostro cuore e la nostra mente a quello che siamo in questo momento e Gesù non è uno che ama  mettere dei paletti è uno che ama ricordarci che siamo chiamati a cose più grandi di quelle che tante volte viviamo.

[Testo trascritto automaticamente dal video]