don Luigi Maria Epicoco – Commento al Vangelo del 21 Febbraio 2022

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AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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Più volte Gesù si incontra e si scontra non solo con malattie che affliggono il corpo delle persone, ma anche con il male che nella sua radice più profonda ha proprio lo scopo di bloccare il nostro cammino, di chiudere l’orizzonte della vita, di lasciarci inceppati sempre allo stesso punto.

Il male non è solo una questione simbolica, non è un modo di chiamare un meccanismo misterioso della nostra psiche o della nostra interiorità. Il male esiste come una realtà personale che può usare diverse cose di noi contro di noi. È il caso dell’esorcismo che Gesù opera nel racconto del Vangelo di oggi. Protagonista è un ragazzo che pare afflitto da epilessia, ma in questo caso l’epilessia non è il problema ma solo la parte esteriore di qualcosa di più profondo.

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«Maestro, ho condotto da te mio figlio che ha uno spirito muto; e, quando si impadronisce di lui, dovunque sia, lo fa cadere a terra; egli schiuma, stride i denti e rimane rigido. Ho detto ai tuoi discepoli che lo scacciassero, ma non hanno potuto».

È interessante che i discepoli “non hanno potuto” fare nulla. Eppure hanno ricevuto da Gesù potere sui demoni. “Glielo condussero; e come vide Gesù, subito lo spirito cominciò a contorcere il ragazzo con le convulsioni; e, caduto a terra, si rotolava schiumando”. Da questo momento in poi sembra che la partita la si giochi tra Gesù e la fede del padre del ragazzo: “«se puoi fare qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci».

E Gesù: «Dici: “Se puoi!” Ogni cosa è possibile per chi crede». Subito il padre del bambino esclamò: «Io credo; vieni in aiuto alla mia incredulità»”. Questo è tra i dialoghi più intensi e meravigliosi di tutto il Vangelo. Infatti è il dialogo tra la disperazione della preghiera di un padre e la misericordia di Gesù che dice “tutto è possibile per chi crede”. Ma allora il vero problema è un altro: ci credo veramente? “Signore io credo, ma aiutami a credere veramente”.

«Lo spirito, gridando e straziandolo forte, uscì»; ecco il miracolo di chi domanda la fede per avere fede.

Un altro commento dopo il video.


Altro commento da Facebook

C’è un dialogo commovente nel Vangelo di oggi tra un padre disperato e Gesù. Il Vangelo non nasconde il fatto che molto spesso la gente cerca Gesù dal fondo della propria disperazione più che dal colmo della propria fede, ma non dobbiamo spaventarci di questo perché certe volte la nostra disperazione è solo il primo passo che ci conduce all’incontro della fede.

Infatti quando le nostre forze e le nostre possibilità finiscono, inesorabilmente tocchiamo la nostra fragilità, e solo allora ci accorgiamo che il gesto più grande che un uomo possa compiere è cercare aiuto, è avere consapevolezza di non bastare a se stessi: «Se tu puoi qualcosa, abbi pietà di noi e aiutaci», dice questo padre a Gesù. “E Gesù gli disse: «Se tu puoi! Tutto è possibile per chi crede». Il padre del fanciullo rispose ad alta voce: «Credo, aiutami nella mia incredulità»”.

Ecco il vero miracolo: essere aiutati a credere, a fidarci, ad abbandonarci nelle mani di Dio. Senza questa fiducia, questo abbandono, non funziona nemmeno la Grazia di Dio. È troppo poco quindi pensare che abbiamo fede solo perché diciamo che Dio esiste. Si ha fede quando ci si fida di lui. E persino quando abbiamo difficoltà ad abbandonarci a Lui possiamo sempre pregarlo perché ci aiuti a fidarci di Lui fino in fondo. Ecco allora che quel figlio viene guarito, ma insieme ad esso è la fede del padre ad essere stata guarita.

I discepoli si meravigliano del perché Gesù sia riuscito lì dove loro hanno fallito, ma ecco che Gesù rivela un segreto che molto spesso dimentichiamo: «Questa specie di demòni non si può scacciare in alcun modo, se non con la preghiera».