SUL MONTE DELLA CROCE DIO PROVVEDE LA VITA ETERNA AI SUOI FIGLI
Continua il Discorso della Montagna, e ancora una volta il Signore ci mette dinanzi la vita dei “pagani” e quella dei cristiani per aiutarci a scoprire a quale delle due assomigli oggi la nostra. Vediamo allora, cominciano con la domanda fondamentale contenuta nel brano di oggi: “conti tu più degli uccelli del Cielo?”. Non è così facile rispondere. Guardiamoci intorno e capiremo. Su Facebook per esempio, avete notato la quantità di foto e video di gattini e cagnolini? Giocano innocenti tra di loro, si addormentano teneri con i bambini. E i cartoni della Disney? Quasi tutti hanno per protagonisti animali umanizzati, e gli uomini, pochissimi, appaiono spesso cattivi e crudeli. Chi di noi non è cresciuto a pane e Paperino? Chi di noi non conosce a memoria “Il libro della Giungla”? Sapete chi ha scritto il romanzo da cui è stato tratto il cartone animato? R. Kipling, un massone che ha disseminato il libro di ideali massonici. Un esempio? La giungla con gli animali buoni che si prendono cura del “cucciolo d’uomo”.
E noi abbiamo bevuto e assimilato una cultura animalista che aveva e ha l’unico scopo di demolire l’immagine di Dio Padre e creatore senza grandi proclami e battaglie ideologiche. Quelle sono arrivate dopo, e ci siamo dentro sino al collo. In fondo si tratta della riedizione della solita menzogna con cui il demonio ha sedotto Adamo ed Eva. Dio li aveva posti al vertice della creazione creandoli a sua immagine e somiglianza, ma il serpente, non a caso un “animale che striscia sulla terra” e che l’uomo avrebbe dovuto “dominare”, li ha convinti che solo facendosi come Dio si sarebbero realizzati. Era però una menzogna e l’uomo si è ritrovato fuori dal Paradiso precipitando in una condizione peggiore di quella degli animali. Il demonio aveva realizzato la sua opera: “gli uccelli del cielo: non seminano, né mietono, né ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre”; invece l’uomo deve faticare e sudare per ottenere un pezzo di pane. “I gigli del campo non lavorano e non filano, eppure neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro”; invece l’uomo “si affanna dicendo: Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”.
Sei tu quest’uomo? Forse sì. Forse vivi peggio di un animale, proprio perché anche tu hai creduto di essere dio e ti sei ritrovato, come “i pagani” che non conoscono il Padre, a “servire mammona”, immagine del “padrone” adorato in quasi tutte le religioni. In ebraico il termine “mammona” ha la stessa radice di “amen” che significa “degno di fede”. Di fronte alla sofferenza che ti chiamava all’obbedienza alla volontà di Dio hai detto “amen” alla menzogna del demonio e hai cominciato a “servire” i suoi desideri scatenati nella tua carne: “Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne… Ma i desideri della carne portano alla morte” e “sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero” (cfr Rom. 8). Ti sei illuso di poter fare un compromesso tra Dio e “io”, e hai cominciato a sperimentare che “nessuno può servire a due padroni: o odierà l’uno e amerà l’altro, o preferirà l’uno e disprezzerà l’altro”. Sì fratelli, chi “ama” il denaro “odia Dio” perché ha consegnato se stesso al demonio. Non si scherza. Sei “affannato” per “il domani?”. Vuol dire che hai smesso che sei “un uomo di poca fede” perché stai dubitando dell’amore di Dio e hai smesso di dire “amen” alla sua volontà. L’animalismo massonico che vuol fare fuori l’uomo con le sue campagne per il controllo delle nascite è dentro di te. Il demonio, infatti, sta riuscendo a sterilizzare il tuo cuore, la tua mente e la tua anima delle donne, non hai più la vita divina dentro e per questo, trascinato dalla scienza che sta usurpando il posto di Dio, cerchi di “allungare di un’ora solo la tua vita”. Se è così non ti difendere, accettalo e potrai ascoltare le parole di Gesù come una Buona Notizia. Non possiamo dimenticarlo fratelli, proprio per essere chiamati nella Chiesa il demonio ci assedia per strapparci alla missione che ci è affidata. Ma non sei solo nel combattimento. Cristo ti ha liberato perché tu possa vivere ogni giorno nella libertà dei figli di Dio. E Dio è tuo Padre perché sa che hai bisogno innanzitutto della fede adulta nella quale puoi ripetere, con Cristo, il tuo “amen” al suo amore che semina nella tua vita. La fede di Abramo che, per aver sperimentato il potere di Dio che fa sbocciare la vita nella morte, ha potuto obbedire e salire verso il Moria per sacrificare suo figlio certo che “sul monte Dio avrebbe provveduto”. La fede che viene dalla predicazione della Chiesa e che cresce nella comunità cristiana. Per questo Gesù ci dice “cercate prima il Regno di Dio e la sua giustizia e tutto vi sarà dato in aggiunta”; ci chiama cioè a conversione, a seguite le sue orme che la Chiesa ci illumina: esse tracciano il cammino verso il Paradiso perduto. Coraggio allora, attraverso i sacramenti Gesù ci “giustifica” per farci rinascere come cittadini del Regno di Dio, capaci di discernere in tutto l’amore che Dio “aggiunge” negli eventi e nelle relazioni; cristiani che vivono entrando nella “pena” di ciascun giorno senza “affannarsi” perché fondati nella fede che proprio sul monte della Croce che “portiamo ogni giorno”, Egli “provvede” la vita eterna ai suoi figli.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 6, 24-34
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli:
«Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.
Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito?
Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita?
E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede?
Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno.
Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta.
Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.