“Ed ecco, una donna cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: “Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio”. Ma egli non le rivolse neppure una parola”. Esiste il silenzio di Dio. Ascolto tanta gente che me ne parla. Delle volte anche io mi sento come questa donna: disperato e ripagato solo da un lungo e freddo silenzio del cielo.
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Mi sconvolge sapere che ci sono delle volte in cui Dio volutamente tace. Perché lo fa? Non so rispondere a questa domanda. Penso solo a quello che prova un bambino quando nel tentativo di imparare a camminare cerca l’aiuto della mamma, e invece la mamma non lo aiuta.
Credo che si viva quell’indifferenza come un dolore, ma da grande capirà che è stato un gesto d’amore. Grazie a quell’apparente indifferenza lui ha imparato a camminare. Credo che in cielo capiremo tante cose che qui ci risultano difficili. Capiremo il perché del male, del dolore innocente, del silenzio di Dio.
Capiremo il vero volto della Croce sopra cui Gesù stesso si è disteso. Ma se è vero che il cielo tace, è vero pure che c’è un effetto immediato, cioè la mobilitazione di chi ci è accanto: “Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: “Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!””.
Dio ha i suoi motivi perché delle volte sembra assente, e forse uno di questi motivi è perché vuole che ci diamo una mossa noi. Quando il cielo tace, allora è lì che dobbiamo ricordarci che siamo noi la concretezza del cielo per tante persone che c’abbiamo accanto. I nostri gesti, le nostre parole, ma soprattutto la nostra presenza è ciò che il Signore usa per stare accanto a molti. Sembra non rispondere, ma poi basta guardarsi accanto e accorgersi che non c’è giorno in cui non c’abbia dato un pezzettino di qualcuno per andare avanti.
Allora quel sorriso, quella telefonata, quel messaggio, quella visita che è in nostro potere di fare, facciamola, non perché possiamo salvare la vita a qualcuno ma possiamo essere segno di Qualcuno.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 15, 21-28
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù si ritirò verso la zona di Tiro e di Sidòne. Ed ecco una donna Cananea, che veniva da quella regione, si mise a gridare: «Pietà di me, Signore, figlio di Davide! Mia figlia è molto tormentata da un demonio». Ma egli non le rivolse neppure una parola.
Allora i suoi discepoli gli si avvicinarono e lo implorarono: «Esaudiscila, perché ci viene dietro gridando!». Egli rispose: «Non sono stato mandato se non alle pecore perdute della casa d’Israele».
Ma quella si avvicinò e si prostrò dinanzi a lui, dicendo: «Signore, aiutami!». Ed egli rispose: «Non è bene prendere il pane dei figli e gettarlo ai cagnolini». «È vero, Signore, – disse la donna – eppure i cagnolini mangiano le briciole che cadono dalla tavola dei loro padroni».
Allora Gesù le replicò: «Donna, grande è la tua fede! Avvenga per te come desideri». E da quell’istante sua figlia fu guarita.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net