Un giorno, un rabbino stava camminando per i campi e incontrò un guardiano che faceva la ronda: «Per chi cammini?», gli chiese.
«Per il mio padrone tal dei tali», rispose, poi soggiunse: «E tu, rabbino, per chi cammini? ». Il rabbino tacque per un po’, il suo sguardo si fece meditativo e serio, poi levò lo sguardo verso il guardiano e gli chiese: «Voi lavorare per me?». «E cosa dovrei fare?».
«Devi solo ripetermi la domanda: “per chi cammini?”». E io, per chi lavoro? Per chi sono impegnato nel campo della vita? Il premio sarà solo una moneta, quella moneta è l’essere stesso di Dio. Volere altro che lui è non capire cosa volere. Voler altro che lui è volere troppo e troppo poco allo stesso tempo.
Non capire che il premio è già operare per lui è perdersi la gioia più grande di questa vita.
Robert Cheaib (Fonte)
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 20, 1-16
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola:
«Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”.
Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”.
Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.