SERVI NEL SERVO CHE SI ร SVUOTATO DI TUTTO PUR DI RAGGIUNGERCI E SALVARCI
Con Gesรน si sale a Gerusalemme. Anche questa Domenicaโฆ Dovremmo sapere dove stiamo andando, ma forse, come i discepoli, non lo abbiamo compreso sino in fondo. Essi seguivano Gesรน, ma erano imbalsamati nella mummia del proprio Io.
Accade anche in noi come quando un computer affetto da virus non riesce a leggere un documento e i caratteri che appaiono sul monitor sono un collage di segni strani e senza logica. Anche le parole piรน chiare di Gesรน subiscono uno stravolgimento ad opera del virus dellโorgoglio e delle superbia, segni dellโuomo vecchio.
Che progetti abbiamo per questa settimana? In famiglia, a scuola, al lavoro, con amici e fidanzati, che cosa speriamo, che cosa desideriamo? Eโ importante chiedercelo perchรฉ, con tutta probabilitร , scopriremo che la cesura netta che appare nel Vangelo tra lโannuncio della Passione e della Risurrezione di Gesรน e le richieste dei due fratelli figli di Zebedeo, รจ la stessa che apre le nostre giornate.
Ogni mattina il Signore ci annuncia un giorno di combattimenti, un cammino che conduce a Gerusalemme, alla Croce, per passare alla Resurrezione. Gesรน ci prende in disparte e ci annuncia quello che gli deve accadere in noi. Per questo San Paolo scriveva che in lui si completava quello che manca alla Passione di Gesรน, quello che manca alla vista degli uomini di questa generazione perchรฉ si possano salvare.
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Ma a noi, confessiamolo, importa poco. Al risveglio siamo sintonizzati su ben altro canale. Le cose da fare, i soldi, gli amici, i figli, i genitori, gli affetti vari da curare, gli obbiettivi da raggiungere. Ma, quel che รจ peggio, tutto pensiamo di farlo con Gesรน. Giacomo e Giovanni infatti non chiedono un potere empio, senza Dio. No, loro desiderano una cosa santa, regnare con Gesรน. Essere alla sua destra e alla sua sinistra. Come noi, che, nelle vicende della vita, desideriamo stare con il Signore, per caritร , ci affidiamo a Lui in tutto.
Ma la risposta di Gesรน ci fa comprendere che โneanche sappiamo che cosa chiediamo e desideriamoโ. La buccia sembra buona, ma รจ lโinterno ad essere marcio. Chiediamo cose sante, ma lo spirito e i criteri sono mondani. Ci sfugge lโessenziale: il calice che Dio ha preparato per il Suo Figlio, e per ciascuno di noi. Infatti quando ci viene presentato, normalmente ce la diamo a gambe.
Ma proprio per questo, anche oggi il Vangelo รจ per noi una Buona Notizia. Da soli non possiamo nulla. Noi vogliamo che Gesรน ci faccia quello che gli chiediamo. Siamo pronti a strumentalizzarlo, come sposi, madri, figli, presbiteri, non vi รจ differenza. E Gesรน ci annuncia che sรฌ, lo berremo il suo calice, che coincide con quello preparato per noi.
Non abbiamo nulla da temere, Lui lo giร bevuto! Lui sa come si fa, come si sale sulla croce, come non si scappa, come si entra nella morte. Gesรน รจ in noi davanti alla Croce: โOra Colui che รจ il Verbo assume Egli stesso un corpo, viene da Dio come uomo e attira a sรฉ lโintera esistenza umana, la porta dentro la parola di Dio, viene da Dio e fonda cosรฌ il vero essere uomini. Non รจ una persona sola, bensรฌ ci rende tutti ยซunoยป in sรฉ, ci trasforma in una nuova umanitร โฆ ร questa la ยซsequelaยป cui Gesรน ci chiama: lasciarsi attrarre dentro la sua nuova umanitร e dunque nella comunione con Dio.โ (J. Ratzinger โ Benedetto XVI, Gesรน di Nazaret, pag.382-383).
Abbandoniamoci a Lui allora, lasciamo che ad ogni risveglio ci annunci il nostro destino, ci attiri nella sua โnuova umanitร โ, battezzandoci nel suo stesso battesimo. Ogni giorno che si schiude รจ come il fiume Giordano che attende il corpo benedetto del Signore vivo nella nostra carne. La moglie, il marito, i figli, i genitori, gli amici, il fidanzato, i colleghi, e poi la precarietร economica, il mobbing e le incomprensioni sul lavoro, le malattie sempre in agguato, il rifiuto e il disprezzo, il traffico e i contrattempi, sono come i flutti nei quali immergere la nostra vita perchรฉ sia distrutto lโuomo vecchio e possa apparire quello nuovo, creato a immagine di Cristo: donarsi a chi reclama la nostra attenzione, il nostro tempo, i nostri schemi, la nostra vita. Spesso violentemente, ingiustamente, senza apparente ragione.
Allora coraggio, nella Chiesa impariamo a scendere nelle acque del Giordano che lambiscono ogni giorno il frammento di terra e di storia che siamo chiamati a calpestare, per riemergervi pronti a ricevere lo Spirito Santo che fa della nostre giornate il compiacimento di Dio, che ci fa figli amatissimi che seminano ovunque lo stesso amore del quale sono ricolmi.
Dare la vita significa, infatti, innanzi tutto deporre nelle acque del battesimo quotidiano lโegoismo, la superbia di chi pretende di condurre e piegare la propria vita e la storia, che giudica Dio per come fa il Padre, il Figlio per il modo cosรฌ singolare con il quale ci ama e che non ci piace quasi mai, e lo Spirito Santo per non spiegarci tutto e, come Aladino con la sua lampada, non soffiare secondo i nostri desideri.
Servire รจ rinnegare il proprio io e ogni opera della carne, lasciando che sia crocifisso con Cristo lโuomo vecchio che si corrompe, proprio attraverso le vicende e le persone che il Padre prepara per noi ogni giorno.
Conformati a Lui possiamo vivere unโaltra vita nel capovolgimento dei criteri mondani: non possiamo aspettarci nulla dal potere di questo mondo; per quanta indignazione gettiamo nelle piazze, per quanto possiamo impegnarci per la realizzazione di una politica piรน onesta e giusta, per quanto ci sforziamo di costruire una cultura della legalitร , โcoloro che sono ritenuti capi delle nazioni le dominano, e i loro grandi esercitano su di esse il potereโ.
Il Signore conosce il veleno che divora il mondo che lo rifiuta, e con Lui anche i suoi discepoli โsannoโ della corruzione che vi si nasconde. Non siamo chiamati alle rivoluzioni violente, nelle piazze come nei condomini, negli uffici o sui campi di calcio dove giocano i nostri figli, nelle scuole e nelle nostre case.
Siamo chiamati, nella Chiesa e con essa, a qualcosa di molto diverso: โtra di voi inveceโฆโ dice il Signore, โchiamando a sรฉโ i suoi discepoli. Tra i fratelli nati dallo stesso battesimo, che si accostano e bevono allo stesso calice, ogni relazione รจ celeste, e per questo capovolta rispetto alle relazioni mondane: tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fratelli, ovunque Il primo รจ lโultimo e lโultimo รจ il primo, e sembra quasi una gara a perdere, perchรฉ, fra i cristiani, vi รจ la certezza della vittoria di Cristo sulla morte, il demonio e il peccato.
โFra di voiโ รจ diverso, perchรฉ voi siete stati perdonati, rigenerati, risuscitati con Cristo e giร siete stati assisi con Lui alla destra del Padre. Non si tratta di un posto di prestigio, perchรฉ ciรฒ che sarร nel Regno dei Cieli non รจ affare nostro.
Ma si tratta di avere lo stesso Spirito del Signore, di regnare giร oggi con Lui nella storia perchรฉ, seppur non in pienezza, nel battesimo abbiamo giร oltrepassato il guado della morte, siamo le primizie dei santi del Cielo, e per questo ci รจ dato il potere di sottomettere i demoni, la carne e il mondo che cosรฌ diviene il potere di dare la propria vita.
Si tratta di amare, di regnare come regna Lui, dal Legno della Croce, il battesimo che ci fa ultimi, servi di tutti. Certo si tratta di assumere un combattimento quotidiano contro la carne, il mondo e il demonio: nella Chiesa, le cariche significano la promozione โalla croce; questo รจ stato promosso allโumiliazione. Questa รจ la vera promozione. Quella che ci fa assomigliare meglio a Gesรน. SantโIgnazio, negli Esercizi spirituali, ci fa chiedere al Signore crocifisso la grazia delle umiliazioni: Signore voglio essere umiliato, per assomigliare meglio a te. Questo รจ lโamore, รจ il potere di servizio nella Chiesaโ (Papa Francesco, Omelia a Santa Marta, 21 maggio 2013).
Siamo dunque chiamati alla libertร di chi, abbassato e umiliato nella storia di ogni giorno, dallโultimo posto, serve e accompagna ogni uomo al Paradiso, allโincontro con Dio, a mostrare e a offrire al mondo la vita โfra di noiโ, figli nel Figlio.
Il โpostoโ non conta, il potere e il prestigio non conferiscono nulla e non aggiungono nessun valore, mentre il ruolo nella societร ancor meno: servire e amare, donarsi senza riserve รจ il luogo dove essere autenticamente se stessi, felici, realizzati, colmi della stessa pienezza di Cristo. Eโ questa la grandezza della nostra vita, perderla per amore, per riscattare chi รจ perduto: โNon รจ il potere che redime, ma lโamore! Questo รจ il segno di Dio: Egli stesso รจ amoreโ (Benedetto XVI, Omelia nella Messa di inizio Pontificato).
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
XXIX DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO โ Anno B
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- Colore liturgico: Verde
- Is 53,2.3.10-11; Sal. 32; Eb 4, 14-16; Mc 10, 35-45
Il Figlio dell’uomo รจ venuto per dare la propria vita in riscatto per molti.
Mc 10, 35-45
Dal Vangelo secondoย Marco
35Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: ยซMaestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemoยป. 36Egli disse loro: ยซChe cosa volete che io faccia per voi?ยป. 37Gli risposero: ยซConcedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistraยป. 38Gesรน disse loro: ยซVoi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?ยป. 39Gli risposero: ยซLo possiamoยป. E Gesรน disse loro: ยซIl calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; รจ per coloro per i quali รจ stato preparatoยป.
41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesรน li chiamรฒ a sรฉ e disse loro: ยซVoi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi perรฒ non รจ cosรฌ; ma chi vuole diventare grande tra voi sarร vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarร schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dellโuomo infatti non รจ venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per moltiยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 21 – 27 Ottobre 2018
- Tempo Ordinario XXIX
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo B
- Anno: II
- Salterio: sett. 1
Fonte: LaSacraBibbia.net
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