AMATI E CURATI DA DIO NELLA CHIESA PER DARE A CRISTO E AL MONDO I FRUTTI DELLA SUA PASQUA
La parabola di questa domenica illumina la nostra vita. Un โpadroneโ, immagine di Dio, ha โpiantatoโ per noi una โvignaโ nella storia come un anticipo del Paradiso che abbiamo perduto, anchโesso โpiantatoโ da Dio per amore dellโuomo. NellโAntico Testamento, infatti, la โvignaโ indicava Israele, il Popolo scelto per annunciare che Dio non si era dimenticato dellโuomo.
Sulla sua radice รจ cresciuta la Chiesa, la โvignaโ nella quale ciascuno di noi รจ chiamato, generato, custodito e formato per ritornare ad essere lโopera molto buona di Dio; in essa sono riportate alla luce lโimmagine e la somiglianza di Dio, per dare i โsuoiโ frutti nella nostra vita.
Sono le opere del suo amore, non si ottengono con lo sforzo. Cโรจ un cammino da fare, fatto di ascolto e obbedienza. Solo chi, nella โvignaโ, รจ cresciuto nella fede ed รจ diventato figlio di Dio puรฒ riconsegnarGli i โfruttiโ che la sua Grazia ha generato e fatto maturare in lui.
Per questo nella Chiesa i cristiani crescono alla Luce della Parola di Dio che, come una โsiepeโ (immagine della Torah) protegge il cammino e indica le orme della volontร di Dio; si nutrono del succo vivificante spremuto nel โtorchioโ, lโaltare della Croce sulla quale il Signore ha pigiato da solo per fare giustizia di ogni nemico dellโanima. E nella โtorreโ, deposito, luogo di ricovero dei vignaioli e immagine biblica del Tempio, celebrano in comunione e gioia le liturgie nelle quali assaporano le primizie del Cielo.
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I โserviโ del Padrone non sono sempre nella โvignaโ, la visitano solo nei tempi favorevoli alla raccolta dei frutti. La Chiesa non lava il cervello, non ripete slogan come le ideologie mondane. Ci lascia liberi, sempre; รจ una madre che ci ama sino in fondo, correndo il rischio di vederci usare la libertร come i โvignaioliโ, contro Dio e contro noi stessi.
Non siamo teleguidati da un joystick, perchรฉ la vigna non รจ una console di videogiochi. Infatti prima o poi i โserviโ arrivano, in carne, ossa, e parola. Forse si vestono con la crisi della moglie, o con i macelli combinati dal figlio, con le debolezze degli altri che implorano da noi un frutto dโamore per scampare alla morte. Di certo arrivano attraverso la liturgia di questa domenica, e ci chiedono i frutti, come facevano i pastori e i catechisti con i catecumeni, per saggiarne i progressi sul cammino per diventare cristiani.
Se li abbiamo, allora โnon ci stiamo angustiandoโ, anche se abbiamo un mucchio di problemi, ma viviamo โcon il cuore e i pensieri custoditi nella pace di Dio che sorpassa ogni intelligenzaโ. Se invece non siamo sereni, se stiamo mormorando insoddisfatti, significa che non abbiamo frutti.
Soffriamo perchรฉ siamo nel peccato, che in ebraico si dice โchetโ, e significa โmancare il bersaglioโ. Chi non dร i frutti sta fallendo, ovvero sta peccando, qualsiasi cosa pensi, dica o faccia, come i โvignaioliโ della Parabola. Il Padrone aveva preparato tutto, dovevano solo custodire e coltivare la vigna per consegnare i frutti a suo tempo. Ma volevano di piรน.
Non gli bastava essere lรฌ, amministratori dei beni del Padrone. Il veleno dellโorgoglio li aveva accecati, come รจ accaduto a noi. Non ci basta essere nella Chiesa, noi che dovremmo essere allโinferno per tutto il male che abbiamo pensato e compiuto. Non ci basta essere un riverbero dellโamore di Dio nella famiglia che ci ha donato e salvato mille volte; non ci basta esserlo per la moglie, il marito, i figli, al lavoro, nel ministero.
Come Adamo ed Eva vogliamo quel โfruttoโ lรฌ, che ci farebbe diventare come Dio. Io โvignaioloโ? Ma per caritร โฆ Mica la mia vita sarร sempre obbedire, e consegnare me stesso e i frutti del mio lavoro. Io voglio essere lโerede, cioรจ il Padrone della Vigna.
Pensi che sia esagerato? Quindi a te non interessa il potere; a casa o in ufficio, non ti curi che ti vengano riconosciuti i tuoi diritti, lโonore, il rispetto, il prestigio, la stimaโฆ Illuso. Sรฌ che lo vuoi, come tutti. E per questo ti svegli e fai ogni cosa.
Per diventare come Dio vai perfino a messa, anche questa domenica; probabilmente ci sei andato da sempre con il cuore doppio dei โvignaioliโ. Lo stesso dei โsacerdoti e degli anziani del popoloโ.
Sapevano a memoria la Scrittura, celebravano le liturgie alla perfezione, ma non conoscevano il Dio che si illudevano di servire.
Il demonio aveva rubato dal loro cuore il suo amore, la storia e i miracoli, la gratuitร dellโelezione. Il compimento era lรฌ, offerto gratuitamente, ma non potevano credere; il โfruttoโ che il Padrone attendeva era proprio Gesรน, da accogliere come il Messia, e invece lo volevano uccidere.
Ma il Padrone conosceva quel cuore indurito, era quello del suo Popolo, che aveva amato senza misura, inviando tante volte i profeti a cercare invano di ammorbidirlo. Cosรฌ era giunta la pienezza dei tempi, il โkairosโ nel quale Israele, senza merito, avrebbe potuto offrire il โfruttoโ preparato da tutta la sua storia.
Lo avrebbe dato alla luce una Vergine, senza conoscere uomo. Era, infatti, un frutto della Grazia e non dello sforzo, del moralismo e del legalismo; un dono di Dio nel seno della Figlia di Sion, la โvignaโ illibata e feconda che Dio aveva preparato da sempre per salvare ogni uomo.
Ma i sacerdoti e gli anziani erano cosรฌ pieni di se stessi e della loro pretesa giustizia, da sostituirsi al Messia; certo a parole erano lรฌ ad attenderlo, ma lo avevano โscartatoโ come un usurpatore, e nel cuore lo avevano giร ucciso, nellโillusione di appropriarsi con le proprie forze dellโereditร , del Regno dei Cieli. Per questo la parabola era dolorosamente profetica. Sarebbe avvenuto proprio cosรฌ: avrebbero โcacciato e ucciso fuori dalla Vignaโ il Messia.
Ma il Padre, come nella Parabola, sarebbe rimasto vivo, e loro non sarebbero diventati gli eredi, anzi. Avrebbero perduto anche la โvignaโ, data invece a un Popolo Nuovo, il resto di Israele che avrebbe accolto umilmente Gesรน e il Vangelo. I piccoli, i poveri, i maledetti che non conoscevano la Legge come i capi.
In loro, โscartatiโ dal Popolo come i โcostruttori scartavano le pietreโ fallate e inadatte alla costruzione del Tempio, il Signore diviene la โPietra angolareโ del Nuovo Tempio, il suo corpo risorto e vivo nella storia. In loro si rivela la vittoria della pazienza infinita di Dio su ogni criterio religioso o mondano di giustizia.
Chi poteva pensare che quellโUomo ucciso sulla Croce fuori da Gerusalemme, come nel giorno di Yom Kippur si gettava da un dirupo nel deserto il capro espiatorio, era il Messia che avrebbe salvato ogni peccatore?
La tradizione ebraica vede in Yom Kippur il giorno in cui Dio ha accettato il pentimento del Popolo dopo aver rigettato Dio fabbricandosi un vitello dโoro. E per questo consegna di nuovo a Mosรจ le tavole della Legge. โLa pietraโ sulla quale Dio aveva scritto per Israele il cammino della vita, โscartataโ dal peccato, era ora riconsegnata come fondamento di Israele.
Ma anche questo era profezia di un nuovo e definitivo compimento. Di quando cioรจ, la Legge scritta sulla โpietraโ e scartata di nuovo da un Popolo che non ha potuto compierla, sarebbe stata impressa nel cuore di un resto che le sarebbe stato fedele.
Oggi ci รจ offerta ancora la possibilitร di far parte di questo โrestoโ. Basta accettare dโessere senza frutti, come Pietro sulle sponde del Lago di Galilea; riconoscere che non abbiamo obbedito alla Parola e allโannuncio della Chiesa e dei suoi ministri. Anzi, li abbiamo โbastonatiโ con i giudizi, โlapidatiโ con le parole usate per giustificarci, โuccisiโ nel nostro cuore per non ascoltarli.
Ma nella Chiesa puรฒ avvenire lโimpossibile. Che cioรจ โil regno di Dio sia strappatoโ al nostro uomo vecchio per โessere consegnatoโ allโuomo nuovo, povero per accogliere con stupore e gratitudine il perdono, umile per obbedire alla Chiesa. Santo perchรฉ unito a Cristo, il frutto che siamo chiamati ad offrire al mondo.
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
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XXVI Domenica del Tempo Ordinario โ Anno A
- Colore liturgico: Verde
- Is 5, 1-7; Sal.79; Fil 4, 6-9; Mt 21, 33-43
Mt 21, 33-43
Dal Vangelo secondo Matteo
33Ascoltate unโaltra parabola: cโera un uomo che possedeva un terreno e vi piantรฒ una vigna. La circondรฒ con una siepe, vi scavรฒ una buca per il torchio e costruรฌ una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andรฒ lontano. 34Quando arrivรฒ il tempo di raccogliere i frutti, mandรฒ i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. 35Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. 36Mandรฒ di nuovo altri servi, piรน numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. 37Da ultimo mandรฒ loro il proprio figlio dicendo: โAvranno rispetto per mio figlio!โ. 38Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: โCostui รจ lโerede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua ereditร !โ. 39Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. 40Quando verrร dunque il padrone della vigna, che cosa farร a quei contadini?ยป. 41Gli risposero: ยซQuei malvagi, li farร morire miseramente e darร in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempoยป. 42E Gesรน disse loro: ยซNon avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartato รจ diventata la pietra dโangolo; questo รจ stato fatto dal Signore ed รจ una meraviglia ai nostri occhi? 43Perciรฒ io vi dico: a voi sarร tolto il regno di Dio e sarร dato a un popolo che ne produca i frutti.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
- 08 โ 14 Ottobre 2017
- Tempo Ordinario XXVII
- Colore Verde
- Lezionario: Ciclo A
- Salterio: sett. 3
Fonte: LaSacraBibbia.net
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