Nel Vangelo di oggi gli scribi e i farisei rimproverano Gesù perché i suoi discepoli “non si lavano le mani” così come prescrive la Legge, e formalmente hanno doppiamente ragione. La prima per una questione religiosa (lo chiede la Legge) la seconda per una questione igienica (lo chiedono tutte le madri). Ma qui non è in gioco né la Legge né l’igiene.
Mi verrebbe quasi da dire, giocando con le parole, che un vero discepolo di Gesù “non deve mai lavarsene le mani”. Le mani sporche sono mani di chi si compromette con la realtà, di chi non sta a guardare, di chi si mette in gioco, appunto di chi si sporca le mani. La religione non è un modo per tenersi lontano dalla mischia della storia, ma un modo per entrarvi dentro, come il lievito entra dentro la pasta e la fermenta tutta.
Se il lievito la pensasse come gli scribi e i farisei del vangelo di oggi, avremmo solo pane azzimo, buono per partire dall’Egitto ma non per festeggiare l’arrivo nella terra promessa, cioè per festeggiare una condizione di libertà e non più di schiavitù. Siamo liberi, questo è il dettaglio perso per strada nel loro ragionamento (e molto spesso nel nostro).
don Luigi Epicoco su Facebook
Mt 15,1-2.10-14
Dal Vangelo secondo Matteo
[ads2]In quel tempo, alcuni farisei e alcuni scribi, venuti da Gerusalemme, si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché i tuoi discepoli trasgrediscono la tradizione degli antichi? Infatti quando prendono cibo non si lavano le mani!».
Riunita la folla, Gesù disse loro: «Ascoltate e comprendete bene! Non ciò che entra nella bocca rende impuro l’uomo; ciò che esce dalla bocca, questo rende impuro l’uomo!».
Allora i discepoli si avvicinarono per dirgli: «Sai che i farisei, a sentire questa parola, si sono scandalizzati?».
Ed egli rispose: «Ogni pianta, che non è stata piantata dal Padre mio celeste, verrà sradicata. Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.