Il testo ed il commento al Vangelo del 7 dicembre 2015 – Lc 5, 17-26, II Settimana del Tempo di Avvento – Anno I.
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Lc 5, 17-26 Un giorno Gesù stava insegnando. Sedevano là anche dei farisei e maestri della Legge, venuti da ogni villaggio della Galilea e della Giudea, e da Gerusalemme. E la potenza del Signore gli faceva operare guarigioni. C: Parola del Signore. |
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Commenti al Vangelo di Lc 5, 17-26
Commento di Paolo Curtaz
[ads2]Abbiamo visto cose prodigiose. E continuiamo a vederle. Abbiamo visto persone consumate dal dolore e dalla vita incontrare il sorriso del Signore e correre gridando di gioia per la speranza ritrovata. Abbiamo visto persone paralizzate dal peccato e dal vizio essere portate a spalle davanti a Dio da amici veri. Abbiamo visto il perdono donato senza misura, affidato alle mani di poveri preti peccatori come noi, dispensatori di grazia. Abbiamo visto, continuiamo a vedere e ancora vedremo. Abbiamo raccontato le grandi opere di Dio e ancora le racconteremo. E tutto il prodigio è scaturito dalla scoperta che Dio è diventato accessibile, si è fatto uomo, uno di noi. E che ha deciso di condividere in tutto la nostra umanità, eccetto il peccato che, in effetti, è la non umanità. E se ci dedichiamo del tempo per riflettere come Maria, anche se la nostra, come la sua, è una vita nascosta fra le pieghe della storia, e se cerchiamo le persone su cui riposa, abita lo Spirito, è perché vogliamo che i prodigi continuino per noi e per tutti nel prossimo Natale. E lodiamo il Signore perché ci guarisce da ogni paralisi del cuore e dell’anima…
Commento dei giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire, Bassano Romano (VT)
Costui bestemmia – Rimette i peccati.
Il ragionamento degli scribi e farisei coglie nel segno. Solo Dio può rimettere i peccati, è vero, ma l’azione di Gesù è incalzante. Per dimostrare di avere questo potere compie un evidente miracolo dinanzi a loro. Logicamente avrebbero dovuto convincersi che l’affermazione di Gesù non era una falsità: La guarigione immediata da infermità fisica avrebbe dovuto aprire loro gli occhi e spingerli a un ragionamento logico: Se questi ha tale potere, vuol dire che non è un semplice uomo. In lui ci dev’essere qualche cosa di straordinario. Da qui a riconoscerlo come l’inviato di Dio il passo non sarebbe stato troppo lungo. Radicati nei loro princìpi, avrebbero dovuto esclamare almeno come la folla: “Oggi abbiamo visto cose prodigiose”. Rimangono invece fermi nei loro ragionamenti, critici e increduli. Forse in quel momento il Signore esigeva troppo. Per entrare in cammino di fede avrebbero dovuto demolire tutto il loro mondo religioso fondato su ben altre convinzioni. Noi però che ci sentiamo ripetere nella confessione: io ti assolvo… dovremmo unire la nostra voce a quella della gente che ha assistito al miracolo per lodare e benedire la grande misericordia di Dio che ha voluto comunicare agli apostoli, ai loro successori e ai suoi ministri il potere di rimettere i peccati. In questo Anno della Misericordia dovremmo sentire più forte e vivo il sentimento di ringraziamento per il sacramento della confessione e il bisogno di tranquillizzare la coscienza mediante il perdono del Signore. Approfittiamone. Ci sono ancora molti sacerdoti nei confessionali che attendono di poter dire come Gesù nel vangelo: ti sono perdonati i tuoi peccati.