Vangelo del giorno โ€“ 7 agosto 2017 โ€“ don Antonello Iapicca

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NELLโ€™EREMO CON GESUโ€™ PER SPERIMENTARE NELLA NOSTRA REALTAโ€™ LA MOLTIPLICAZIONE DEL SUO AMORE IN VITA ETERNA

Lunedรฌ della XVIII settimana del Tempo Ordinario

Come le folle, anche noi abbiamo saputo dove รจ andato Gesรน con la barca della sua Chiesa; abbiamo cioรจ ascoltato e accolto lโ€™annuncio del Vangelo e lo abbiamo seguito camminando a piedi dalle nostre cittร . E su questo cammino ci siamo fidanzati e poi sposati, ci siamo aperti alla vita, abbiamo studiato e lavorato, qualcuno ha accolto la chiamata al sacerdozio o alla vita consacrata. Insomma, abbiamo cercato di compiere la volontร  di Dio. Ma poi, il rapporto tra marito e moglie, tra genitori e figli, tra fidanzati e amici ha cominciato a farsi difficile se non impossibile, il ministero ha rivelato le sofferenze che suppone, e siamo arrivati anche noi in un luogo deserto. Il nostro matrimonio non รจ oggi un vero e proprio โ€œeremoโ€, secondo lโ€™originale greco reso con โ€œluogo desertoโ€?

Nelle diverse circostanze della nostra vita, non stiamo sperimentando la solitudine propria degli โ€œeremitiโ€? Forse, quando abbiamo accolto la predicazione e abbiamo deciso di vivere nella volontร  di Dio seguendo le orme del Signore non abbiamo compreso davvero quello che significavaโ€ฆ Ma arriva la sera, il momento in cui la carne esige il contraccambio per aver obbedito e seguito il Signore; arriva cioรจ la fame perchรฉ intorno scopriamo di non avere nulla di cui saziarci, e lโ€™uomo vecchio che si era nascosto cosรฌ bene, esce allo scoperto, come accadde al Popolo di Israele nel deserto, e comincia a mormorare in noi, desiderando il cibo di cui si nutre lโ€™uomo che si corrompe dietro alle passioni ingannatrici: agli e cipolle, affetto e stima, successo e prestigio, attenzioni e lodi, e poi denaro e cose, piacere e consolazioni.

E invece nulla di tutto questo. Abbiamo seguito il Signore che ci aveva parlato nella sua Chiesa promettendoci una vita nuova e felice, e niente, dopo tanto cammino ci accorgiamo che quello che abbiamo creduto essere comunione e felicitร  si รจ rivelato un eremo inospitale e senza cibo. Non resta che scappare dallโ€™eremo e andare nei villaggi a comprare da mangiare. Ma occorrono soldi, sforzi, compromessi. Occorre tornare al mondo e abbandonarsi ai suoi costumi e ai suoi valori, perchรฉ nei villaggi nessuno ti regala nulla. Purtroppo tanti, pur avendo seguito il Signore, anche nel presbiterato e nella vita religiosa, al sopraggiungere della sera buia di delusioni e problemi, allโ€™apparire della Croce, si sono lasciati sedurre dal demonio e sono tornati sui propri passi, sino allโ€™Egitto dal quale lโ€™amore di Dio li aveva liberati, sperimentandovi delusioni piรน cocenti, perchรฉ lucidamente cercate nellโ€™illusione di scamparle. Fratelli, accettiamo la veritร : abbiamo camminato dietro al Signore conservando lโ€™Egitto nel cuore. Ma la sera ci smaschera: quel luogo deserto รจ immagine delle conseguenze di solitudine, infeconditร  e morte di chi pensa e fa ciรฒ che non gli รจ lecito, come fece Erode che, per silenziare la Veritร , ha tagliato la testa di Giovanni Battista.

Ma Gesรน discerne nel suo martirio la volontร  di salvezza del Padre. Per questo, allโ€™udire la notizia della morte di Giovanni, si inoltra nel deserto, il tuo e il mio, per precederci e attirarci nella Veritร  dove parlare al nostro cuore, come uno Sposo si confida con la sua sposa. Gesรน cioรจ prende su di sรฉ le conseguenze della superbia con cui abbiamo tagliato con Dio illudendoci di poter decidere da soli cosa sia lecito e cosa non lo sia. Gesรน si รจ ritirato per te e per me nel sepolcro dove รจ sepolto il tuo matrimonio, la relazione con quel parente o quel fratello. Gesรน รจ giร  al capolinea deserto dei tuoi adulteri, dei tuoi furti, delle tue concupiscenze e avarizie! Gesรน รจ venuto nella nostra solitudine per colmarla del suo perdono; nella nostra sofferenza per averne compassione. Per questo, nel nostro eremo, il Signore ci annuncia che non occorre andare da nessuna parte a cercare pane e salvezza! La realtร  che stiamo vivendo รจ lโ€™eremo, identico a quello dei monaci del deserto e delle suore di clausura, nel quale il nostro Sposo ci attende per moltiplicare la sua vita in noi. Non cโ€™รจ altro matrimonio che questo, non esistono figli diversi, perchรฉ il suo amore si riversa pienamente nellโ€™eremo e nella sera che stiamo vivendo.

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Dove รจ abbondato il peccato sovrabbonda la Grazia! Il suo perdono ci trasforma in figli di Dio, ricolmi della sua vita immortale. Per questo ci dice oggi: voi stessi date loro da mangiare. Non occorre altro che portare a Lui quello che abbiamo giร  ricevuto nella Chiesa, la sua Parola (i โ€œcinque paniโ€ segno dei โ€œcinqueโ€ rotoli della Torah), e i โ€œdue pesciโ€, segno delle due nature umana e divina di Cristo. Eโ€™ il grande mistero che ci confonde e ci umilia: Consegniamoci a Cristo allora, cosรฌ come siamo, e vedremo la folla delle situazioni inestricabili, le relazioni affamate di amore e pienezza, le debolezze di cui sono immagini le donne e i bambini, obbedire alla Parola creatrice di Gesรน e distendersi sui prati dโ€™erba fresca che segnano lโ€™anticipo del Paradiso. Perchรฉ Lui ha il potere di unire alla nostra vita cosรฌ comโ€™รจ, la natura umana corruttibile, alla sua natura divina che ci dona nei sacramenti. Allora lโ€™eremo del matrimonio non sarร  piรน una prigione, ma il pascolo dove i coniugi, deboli e affamati, non cercando lโ€™uno nellโ€™altro quello che non si possono dare, insieme si consegnano a Cristo perchรฉ sazi dโ€™amore i loro cuori.

Solo dopo averlo mangiato nei sacramenti ed essersi saziati potranno consegnarsi mutuamente senza esigersi nulla, perchรฉ in loro avanzerร  vita, amore e misericordia. Divenuti apostoli di Cristo, come le dodici ceste che ne sono immagine, nella sovrabbondanza dellโ€™amore di Dio, si lasceranno portare via tempo e idee, criteri e progetti, perchรฉ ormai in essi la vita ricevuta non si esaurisce piรน. Cosรฌ, nel farsi sera, sapremo riconoscere il momento di abbandonarsi alla benedizione di Gesรน, che trasforma in bene ogni nostro male; Lui saprร  alzare con gli occhi anche la nostra carne verso il Cielo, spezzandoci come pane consegnato ad ogni uomo, cominciando dai piรน vicini e intimi.

don Antonello Iapicca

Dal Vangelo secondo Matteo 14,13-21

In quel tempo, avendo udito [della morte di Giovanni Battista], Gesรน partรฌ di lร  su una barca e si ritirรฒ in un luogo deserto, in disparte. 
Ma le folle, avendolo saputo, lo seguirono a piedi dalle cittร . Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, sentรฌ compassione per loro e guarรฌ i loro malati.
Sul far della sera, gli si avvicinarono i discepoli e gli dissero: ยซIl luogo รจ deserto ed รจ ormai tardi; congeda la folla perchรฉ vada nei villaggi a comprarsi da mangiareยป. Ma Gesรน disse loro: ยซNon occorre che vadano; voi stessi date loro da mangiareยป. Gli risposero: ยซQui non abbiamo altro che cinque pani e due pesci!ยป. Ed egli disse: ยซPortatemeli quiยป. 
E, dopo aver ordinato alla folla di sedersi sullโ€™erba, prese i cinque pani e i due pesci, alzรฒ gli occhi al cielo, recitรฒ la benedizione, spezzรฒ i pani e li diede ai discepoli, e i discepoli alla folla. 
Tutti mangiarono a sazietร , e portarono via i pezzi avanzati: dodici ceste piene. Quelli che avevano mangiato erano circa cinquemila uomini, senza contare le donne e i bambini.

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