L’uomo è un essere che aspetta “altro”. Questa nostra realtà costitutiva ha il suo lato positivo. Ci consente di andare avanti, di crescere, di continuare a vivere.
Ma questa caratteristica rischia di essere anche una distrazione e una disattenzione alla grazia del momento, disattenzione all’Altro, che non è estraneo nella mia vita. I nostri occhi focalizzati sull’orizzonte, non devono dimenticare di guardare anche ciò che abbiamo sotto mano.
Il Dio-Altro che cerchiamo è anche il “Dio con noi” e mentre attendiamo di incontrarlo lì, non perdiamoci l’occasione dell’incontro qui.
Robert Cheaib (Fonte)
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 4, 24-30
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù [cominciò a dire nella sinagoga a Nàzaret:] «In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidóne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro».
All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e lo cacciarono fuori della città e lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.