IL REGNO DI DIO SI PUOโ PARAGONARE A TE PERCHEโ GESUโ SI Eโ FATTO SIMILE A TE
Eโ lโinsignificanza che redime la vita, il paradosso di quel sepolcro che ha aperto le fauci e ha inghiottito il Signore. Egli ha deposto il Regno di Dio โ il destino eterno per il quale siamo stati creati โ al di lร dellโultimo gradino che lโuomo possa discendere. Dal momento in cui Cristo รจ stato adagiato nella tomba, ogni tomba รจ divenuta Regno di Dio. La domanda che si pone Gesรน stesso, rivela lโassoluta novitร annunciata dal Vangelo: โA che cosa paragonerรฒ il Regno di Dio? A cosa lo rassomiglierรฒ?โ Non dice a che cosa paragonerรฒ il principio del Regno, la sua crescita, il suo compimento. Dice: il Regno di Dio รจ simile a un granello di senapa, รจ simile a un poโ di lievito. Il Regno di Dio รจ giร compiuto nel suo inizio, e in tutta la sua storia. Il Regno di Dio รจ qui ed ora. In altre parabole il Signore descrive il suo diffondersi, ma con le parole di oggi ci svela una notizia capace di cambiare radicalmente la nostra vita. Il granello di senapa, il piรน piccolo tra i semi, รจ immagine dellโestrema piccolezza cui si avvia la nostra vita, la situazione nella quale viviamo oggi, esito dellโumiliazione cocente subita. Il lievito, farina vecchia e putrida, รจ immagine di quanto, nella nostra vita, si sta oggi corrompendo. Il Regno di Dio รจ lโesatto contrario di ciรฒ che immaginiamo, e si nasconde dove meno ce lo aspettiamo: โPerchรฉ i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie โ oracolo del Signore. Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieriโ (Isaia 56,8-9).
โRegno di Dio vuol dire: Dio cโรจ. Dio vive. Dio รจ presente e agisce nel mondo, nella nostra โ nella mia vita. Dio รจ la realtร piรน presente e decisiva in ogni atto della mia vita, in ogni momento della storiaโ (J. Ratzinger, Discorso al Convegno dei catechisti, 10 dicembre 2000). Questa realtร si rivela presente e decisiva nella morte. Come per il seme, come per il lievito. Come per Gesรน. Il Regno รจ laddove tutto scappa dalle mani e non si puรฒ piรน controllare; laddove non si comprende nulla di quanto sta accadendo, al limite esatto oltre il quale ci attendono la disperazione, lโesaurimento, la resa. Il Regno di Dio รจ Cristo stesso adagiato su quel limite, il suo sepolcro che si fa terra e farina, ciรฒ che sono, oggi, le nostre esistenze.
Il chicco caduto in terra infatti, se non muore resta solo. Il Signore gettato in questo mondo come un banalissimo chicco di Vita, abbandonato in un giardino, giustiziato su una croce, sepolto in una grotta, ha salvato una moltitudine immensa, e tra questa anche noi. Eโ Lui che fa della nostra vita il suo Regno, proprio laddove essa ci viene strappata. Gesรน ci attende oggi al capolinea dei sogni e dei progetti, dellโamore e degli affetti, degli ideali e delle filosofie, della politica e della finanza; Egli ci attende per riscattarci, per colmarci di Lui, della Sua vita piena ed eterna. Non รจ morte, รจ vita! Non รจ sepolcro, รจ Regno di Dio! โLa solitudine insuperabile dellโuomo รจ stata superata dal momento che Egli si รจ trovato in essa. Nella sua profonditร lโuomo non vive di pane, ma nellโautenticitร del suo essere egli vive per il fatto che รจ amato e gli รจ permesso di amareโ (J. Ratzinger, Omelia per il Sabato Santo).
Il granello di senapa, il lievito, lโumana e carnale insignificanza, costituiscono lโautenticitร del nostro essere; spogliati di ogni orpello sperimentiamo che non viviamo di pane e che siamo nati per divenire pane; laddove tutto ci รจ tolto si erge, vittorioso, lโamore di Cristo, quale unica fonte e ragione di vita. Gettati nella storia come un granello di senapa, impastati nei giorni come lievito, siamo chiamati ad essere, in Cristo, cittadini del Regno di Dio: esso รจ in noi e con noi visita la storia, i luoghi della nostra vicenda umana, per divenire un albero capace di accogliere โ tra le nostre braccia crocifisse โ gli uccelli del cielo, immagine biblica dei popoli pagani. La nostra insignificanza redenta fermenta i mille non senso che atterriscono gli uomini, schiudendo loro le porte del Regno. Cosรฌ, il martirio silenzioso di ogni giorno che ci attende, incruento e quindi neppure eroico, rivela lโautenticitร e il valore della nostra vita.
In Giappone la Chiesa vanta decine di migliaia di martiri. Essa ha conosciuto quasi trecento anni di solitudine, stretta da una persecuzione feroce. Nulla che lasciasse presagire un cambiamento. Non fu una settimana, un mese, un anno. Furono migliaia di giorni, e generazioni che sorgevano e tramontavano nella cappa asfissiante di una vita nascosta, nel timore delle delazioni, ogni preghiera sussurrata, le feste celebrate con gli abiti di ogni giorno: niente sacerdoti, niente sacramenti dopo il battesimo, niente chiese. Solo la propria vita dentro unโinterminabile e buia catacomba. Ma il Regno di Dio era lรฌ, nascosto, invisibile, disciolto come lievito nella storia comune di ogni giorno. Insignificanti, i kakure kiristan (cristiani nascosti) hanno vissuto aggrappati alla promessa dei missionari: โtorneremo un giornoโฆโ. La fede รจ stata lโunica roccia cui aggrappare la loro vita. Moltissimi di loro, i piรน, non hanno visto quel giorno con gli occhi della carne. Ma il regno di Dio non si รจ mai allontanato dal Giappone: in mezzo alle persecuzioni, nellโinsignificanza e nel disprezzo, nel dissolversi quotidiano di ogni speranza umana, esso ha fecondato quella terra, ha fermentato quel popolo. In quei giorni intrisi di fede Dio era presente in loro, nascosto con loro. Nessuno poteva sapere o immaginare. Anche a Roma erano convinti che non vi fossero piรน cristiani in Giappone. Invece, un giorno di marzo del 1865, a Nagasaki dove aveva costruito una cappella per i commercianti stranieri, ancora vigente lโeditto di persecuzione, un missionario francese รจ raggiunto da una notizia sconvolgente: โabbiamo lo stesso cuore!โ. Erano un pugno di uomini e donne, un granello di senapa, un poโ di lievito. Erano i discendenti dei martiri, nascosti nella terra, nella farina, nella solitudine di ogni giorno. Ed ora erano lรฌ, pronti a stendere ancora le braccia, ad offrire la propria vita, con lo stesso cuore di Cristo. Lโinsignificanza aveva partorito il senso autentico e profondo celato in essa. Molti di essi morirono martiri poco tempo dopo, testimoniando lโamore di Dio sino alla fine. Eโ questa รจ la comunitร cristiana, la Chiesa di Cristo: braccia distese sulla Croce della misericordia, distese verso ogni uomo, il peggiore, il piรน peccatore, il piรน perduto.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 13, 18-21
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, diceva Gesรน: ยซA che cosa รจ simile il regno di Dio, e a che cosa lo posso paragonare? ร simile a un granello di senape, che un uomo prese e gettรฒ nel suo giardino; crebbe, divenne un albero e gli uccelli del cielo vennero a fare il nido fra i suoi ramiยป.
E disse ancora: ยซA che cosa posso paragonare il regno di Dio? ร simile al lievito, che una donna prese e mescolรฒ in tre misure di farina, finchรฉ non fu tutta lievitataยป.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.