La prima cosa che probabilmente salta all’occhio in questo vangelo è il verdetto sulla distruzione di Gerusalemme. Trascuriamo così un dettaglio di una importanza stratosferica: Gesù che piange. Non piange su se stesso o sul suo imminente destino.
Piange su Gerusalemme, sull’amata umanità. Rimpiange il fatto che non ha riconosciuto la sua elezione e la sua benedizione. Bisogna riconoscere un nesso tra questo non riconoscimento e la distruzione. Non un nesso causale, come se il Signore portasse la distruzione. Ma nel senso che il non riconoscere la propria preziosità e la propria predilezione è portatore di smarrimento e di distruzione.
Quante volte nelle nostre giornate e scelte siamo come Gerusalemme!
Robert Cheaib (Fonte)
Docente di Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e l’Università Cattolica del Sacro Cuore.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 19, 41-44
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, quando fu vicino a Gerusalemme, alla vista della città pianse su di essa dicendo:
«Se avessi compreso anche tu, in questo giorno, quello che porta alla pace! Ma ora è stato nascosto ai tuoi occhi.
Per te verranno giorni in cui i tuoi nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e i tuoi figli dentro di te e non lasceranno in te pietra su pietra, perché non hai riconosciuto il tempo in cui sei stata visitata».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.