Vangelo del giorno โ€“ 21 gennaio 2018 โ€“ don Antonello Iapicca

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LA CONVERSIONE Eโ€™ LA NOSTRA VOCAZIONE

III Domenica del Tempo Ordinario. Anno B

โ€œIl tempo รจ compiuto, Il Regno di Dio รจ vicino, convertitevi e credete al Vangeloโ€: Il cuore della predicazione di Gesรน e della Chiesa risuona per noi nella liturgia di questa domenica. Ma che senso hanno per te, concretamente, queste parole? Sono davvero un Vangelo? Hanno il potere dirompente che avevano in Galilea duemila anni fa?
 
Forse no. Forse siamo abituati alla parola vangelo, e lo associamo inconsciamente ai quattro libri scritti da Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Come se si trattasse di credere a un libro stampato, sacro per caritร , ma comunque un libro. Capace di cambiare aspetti della vita, come anche i buoni romanzi possono fare, ma nulla di piรนโ€ฆ 
 
Cosรฌ, le parole di Gesรน non ci giungono come lโ€™unica Buona Notizia capace di cambiare radicalmente il nostro cuore e il nostro modo di vivere. 
 
Forse non ne sentiamo neanche il bisogno. O forse sรฌ, perchรฉ siamo precipitati in situazioni dalle quali vorremmo uscire, ma non โ€œcrediamoโ€ che le parole di Gesรน abbiano il potere di liberarci.
 
La Chiesa, Madre che ci conosce, viene in nostro aiuto, annunciandoci per bocca di Giona โ€œquanto il Signore vuole dirciโ€: โ€œancora quaranta giorni e Ninive sarร  distruttaโ€. Cโ€™รจ un tempo โ€“ ed รจ questo โ€“ che โ€œsi รจ fatto breveโ€ perchรฉ โ€colmatoโ€ dalla presenza di Dio fatto carne in suo Figlio. Il tempo favorevole che ci รจ offerto per convertirci. Terminato, e non sappiamo quando, sarร  distrutta la nostra cittร , quello che abbiamo faticosamente costruito!
 
Ehi, per favore, questa รจ roba da medioevo, quando i predicatori incutevano paura dicendo: โ€œricordati che devi morireโ€. Ma a quel tempo cโ€™erano le epidemie, arrivava improvvisa la peste e ci si ammalava per un nulla. La vita era costantemente in pericolo, ma oggi la scienza ha colmato il gap con la natura. Certo si muore, ma la medicina fa miracoli, se ti dice bene lโ€™ambulanza e un defribillatore ti salvano la vita. I vaccini e le medicine, le condizioni di vita, non si muore piรน di parto eh.
 
Ecco, proprio qui รจ il problema: siamo diventati professionisti della superbia travestita da scienza, progresso e conquiste di civiltร . Non ci rendiamo piรน conto che la morte fisica รจ solo una profezia di quella dellโ€™anima. Abbiamo dimenticato che รจ il frutto amaro del peccato. Ci conviviamo tra i video atroci dei terroristi fondamentalisti, film e serie televisive dove si uccide e si muore senza pietร ; ci alleviamo i pupi lasciandoli pascolare sui videogiochi che fanno della morte, violenta, il piatto forte.
 
Ci illudiamo di sfuggire alla nostra โ€œdistruzioneโ€ spettacolizzandola, ma รจ solo perchรฉ ormai il demonio รจ riuscito a togliere valore alla vita e alla persona, non perchรฉ abbiamo una visione seria della vicenda umana e abbiamo saputo dare una risposta alla morte.
 
Mi colpisce la figura del medico legale nelle fiction e nei film: ironizza sempre sulle cause della morte, esegue autopsie asettiche, stila referti su freddi cadaveri; non sembra proprio che quel cadavere sia stato tempio dello Spirito Santo. E questo รจ profondamente legato alla crescita esponenziale della cremazione, alla pornografia e alla moda che cancellano, subdolamente, valore al corpo e alla vita che esso custodisce.
 
Ma succede perchรฉ la morte ci fa paura come nel medioevo, e indottrinati dai nipotini di Voltaire e compagni, ci illudiamo di liberarcene nascondendola nellโ€™ironia, nel disprezzo della vita con cui relativizzarla; oppure eliminandola uccidendo chi ne porta le stigmate e ce la ricorda o ci avvicina ad essa: embrioni malati o in sovrannumero, bambini e anziani malati, e via cosรฌ, sino ad eliminare lโ€™altro che mi dร  la morte, il coniuge con il divorzio ad esempio. Perchรฉ per lโ€™uomo vecchio โ€œgli altri sono lโ€™infernoโ€, come scriveva Sartre, mi sottraggono pezzi di vita, e di vita ne abbiamo cosรฌ poca che guai a chi ce la tocca.   
 
Siamo immersi in una societร  che odora di morte, altro che medioevo, che poi non รจ quello dei libri di Umberto Eco e dei film con i quali ci hanno lavato il cervello per denigrare la Chiesa. 
 
Oggi la morte รจ piรน aggressiva, perchรฉ aggredisce lโ€™anima, devastando la speranza. Non รจ una chiamata a conversione perchรฉ hanno chiuso il Cielo e qui sulla terra non resta altro che violenza, fisica e verbale, dileggio delle persone, insulto alla dignitร , libero sfogo degli istinti. Eโ€™ pericoloso mandare i figli perfino alle scuole elementari perchรฉ non sai che traumi potrebbe procurar loro la follia del pensiero unico dellโ€™anticristo. 
 
Ma tutto รจ mosso per difendere il proprio ego, dittatore implacabile ed efferato. Come lo siamo noi, tu ed io, disarmati dinanzi alle tentazioni del demonio, perchรฉ probabilmente schiavi da molto tempo delle sue menzogne: non viviamo capovolte le parole di San Paolo? Cerchiamo di โ€œusareโ€ fino allโ€™ultima goccia di piacere โ€œi beni del mondoโ€; compriamo per โ€œpossedereโ€ con aviditร  insaziabile; โ€œprendiamo moglieโ€ per โ€œaverlaโ€, farne cioรจ un oggetto di cui disporre; โ€œpiangiamoโ€ e โ€œgioiamoโ€ con unโ€™intensitร  e una passione tipiche di chi fa un assoluto di ogni evento e relazione.
 
E ciรฒ succede perchรฉ sappiamo bene che โ€œpassa la figura (forma) di questo mondoโ€ ma, ingannati dal demonio, invece di vivere sula terra come un anticipo del Cielo, schiavi della paura di morire, difendiamo con i denti il precario pezzo di mondo che ci illudiamo di possedere; oppure, ancora piรน ingannati, ci convinciamo di essere come dio, e che la morte non ci debba cogliere; la rifiutiamo chiudendola in un cassetto, sforzandoci di piegare tutto e tutti alle nostre concupiscenze.
 
Come โ€œgli abitanti di Niniveโ€, che โ€œnon sapevano distinguere la destra dalla sinistraโ€, senza cioรจ discernimento, e per questo schiavi del male che compivano. 
 
Ma Dio ci ama, e non permette che si prolunghi allโ€™infinito la nostra schiavitรน. Eโ€™ paziente e lento allโ€™ira, ma รจ anche Signore del tempo, e sa che nel tempo si gioca la nostra salvezza. E arriva la morte, eccome se arriva, dopo โ€œquaranta giorniโ€, immagine di ogni tempo di conversione; come i quaranta anni passati dal Popolo di Israele nel deserto, come i quaranta giorni di Gesรน nel deserto.
 
Come la quaresima, che ha raccolto il tempo piรน lungo che la Chiesa primitiva riservava al catecumenato, nel quale preparava i pagani al battesimo. Al termine di esso era infatti distrutta la vecchia Ninive, immagine della vita pagana dellโ€™uomo della carne, con le sue leggi e abitudini, e ricostruita la nuova, immagine della vita celeste del cristiano rinato dallโ€™acqua e dallo Spirito.
 
Allora, oggi il Signore passa nella nostra Galilea e ci chiama a conversione, a cambiare verso, e non รจ uno slogan politicoโ€ฆ โ€œIl Regno di Dio รจ vicinoโ€, ovvero la comunione con Lui, la vita nuova secondo lo Spirito, lโ€™amore che colma e trasforma le esistenze, tutto questo รจ accanto a noi! La felicitร  e la pace sono vicine, a un niente!
 
Ma per entrarci occorre la fede, โ€œcredere alla Buona Notiziaโ€ che Ninive, destinata alla distruzione, puรฒ salvarsi lasciandosi trasformare in una cittร  nuova, perchรฉ Gesรน si รจ offerto alla morte al posto suo. Al posto tuo e mio. Eโ€™ morto per noi perchรฉ noi non morissimo! E ci ha donato una comunitร , anchโ€™essa profetizzata dalla Ninive preservata dalla distruzione, un resto deposto nel mondo schiavo del demonio, dove vivere da figli di Dio.
 
Per credere perรฒ abbiamo bisogno di un cammino di conversione attraverso il quale entrare nei โ€œquaranta giorniโ€ dove imparare a rinunciare al demonio, al mondo e alla carne. A spogliarci dellโ€™uomo vecchio โ€œvestendo di sacco e digiunandoโ€, che sono i segni di chi cambia abito di vita avvolgendosi nellโ€™umiltร , e di chi lascia che la predicazione della Chiesa, Parola di Dio e i sacramenti trasformino la propria mentalitร  perchรฉ sappia discernere la volontร  del Padre. 
 
Apriamo gli occhi fratelli: stiamo per morire, fisicamente e spiritualmente, perchรฉ stiamo costruendo la vita per saziare egoisticamente il nostro vuoto! Andrea e Simone, Giacomo e Giovanni lo avevano compreso: stavano vivendo per se stessi, pescando per saziarsi. Per questo, incontrando Gesรน che annunciava loro il Vangelo, hanno lasciato subito tutto quello che li legava alla vita mondana e alla corruzione per seguire Gesรน sul cammino della conversione.
 
Ah, รจ questo il cuore della vocazione! No, non cโ€™entra diventare preti o suore, neanche sposarsi e avere figli. Gesรน non aveva chiamato gli apostoli per questo, ma per โ€œstare con Luiโ€ e poi per inviarli in missione. La sua chiamata รจ innanzitutto a diventare cristiani, a conoscerlo e a diventargli intimi sino ad assomigliargli; a passare cioรจ dalla morte alla vita, per vivere pienamente nel โ€œtempo compiutoโ€ come cittadini celesti, figli nel Figlio. 
 
Per questo lo ascoltavano e lo seguivano i poveri, i piccoli, i peccatori, i pubblicani e le prostitute, quelli che non ce la facevano piรน con la loro vita disprezzata o immersa nel peccato. Sperimentavano in Cristo il perdono e cambiavano vita nella fede che nasceva dallโ€™esperienza del suo amore e del suo potere. Solo dopo sono arrivati i ministeri e i carismi, come doni e strumenti per edificare la Chiesa e portare a compimento il mandato di annunciare il vangelo sino agli estremi confini della terra.
 
Anche noi e tutti quelli che sono nella Chiesa, come chiunque oggi bussa alle sue porte o da essa รจ raggiunto, ha bisogno innanzitutto di ascoltare lโ€™annuncio del Vangelo che illumini la propria situazione e spinga ad aprirsi ad esso per sperimentare la liberazione dal peccato.
 
Per questo non si puรฒ fare a meno di entrare in un catecumenato, dove essere formati in una seria iniziazione cristiana; altrimenti ogni attivitร  nella Chiesa sarร  schiacciata sullโ€™orizzonte umano e mondano, padre delle crisi, delle insoddisfazioni e delle frustrazioni, sino agli abbandoni del ministero e alla corruzione di cui parla con insistenza Papa Francesco, ai divorzi, al fallimento della sua missione.
 
Coraggio, il Signore ci chiama per โ€œfarci pescatori di uominiโ€: nella Chiesa, questo tempo che per il mondo separa dalla morte diventa quello favorevole di gestazione della creatura nuova. Lui trasformerร  la nostra vita in un fecondo dono dโ€™amore, capace di portare gli uomini in salvo. Non si tratterร  piรน di pescare per sfamarsi, ma di pescare per sfamare. 
 
Ma prima รจ necessario rinnegare la carne, che ci ha fatto pescare uomini come fossero pesci, tutti presi dentro la rete dellโ€™ipocrisia per saziare le nostre concupiscenze. Eโ€™ impossibile, lo sappiamo. Ma Gesรน Cristo รจ risorto dal mare prima di tutti: il Padre lo ha โ€œpescatoโ€ e lo ha donato a tutti noi in cibo di vita eterna. E, attraverso la Chiesa, ha il potere di โ€œpescareโ€ noi per primi e farci entrare nel Regno di Dio, del quale la comunitร  cristiana รจ una primizia.
 
In essa Gesรน ci attira dietro a Lui per farci passare dallโ€™egoismo alla libertร  e alla gratuitร  per trasformarci in โ€œpescatori di uominiโ€. Come si pesca un uomo? Tirandolo fuori dallโ€™acqua, ovvio! Strappandolo al peccato e alla morte. 
 
Pescando i pesci come fossero uomini; pescando cioรจ chi รจ abituato a nuotare nel buio, perchรฉ ormai il suo habitat รจ il mare, lโ€™immagine della morte. In famiglia e al lavoro, in ogni relazione, ci attende allora un mare dove gettare la nostra vita come una rete: maglie fitte di misericordia, pazienza, tenerezza, veritร  e parresia per annunciare il Vangelo, perchรฉ nessuno sfugga allโ€™amore di Dio. 

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Terza domenica del Tempo Ordinario โ€“ Anno B

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Mc 1, 14-20
Dal Vangelo secondo Marco

14Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesรน andรฒ nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, 15e diceva: ยซIl tempo รจ compiuto e il regno di Dio รจ vicino; convertitevi e credete nel Vangeloยป. 16Passando lungo il mare di Galilea, vide Simone e Andrea, fratello di Simone, mentre gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. 17Gesรน disse loro: ยซVenite dietro a me, vi farรฒ diventare pescatori di uominiยป. 18E subito lasciarono le reti e lo seguirono. 19Andando un poco oltre, vide Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, mentre anchโ€™essi nella barca riparavano le reti. 20E subito li chiamรฒ. Ed essi lasciarono il loro padre Zebedeo nella barca con i garzoni e andarono dietro a lui.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

  • 21 โ€“ 27 Gennaio 2018
  • Tempo Ordinario III
  • Colore Verde
  • Lezionario: Ciclo B
  • Anno: II
  • Salterio: sett. 3

Fonte: LaSacraBibbia.net

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