Il testo ed il commento al Vangelo del 20 gennaio 2016 – Mc 3, 1-6, Tempo Ordinario – Anno II, Seconda settimana del Tempo Ordinario.
Santo del giorno: SS. Fabiano e Sebastiano
Dal Martirologio
San Fabiano, papa e martire, che da laico fu chiamato per grazia divina al pontificato e, offrendo un glorioso esempio di fede e di virtù, subì il martirio durante la persecuzione dell’imperatore Decio; san Cipriano si felicita del suo combattimento, perché diede una testimonianza irreprensibile e insigne nel governo della Chiesa; il suo corpo in questo giorno fu deposto a Roma sulla via Appia nel cimitero di Callisto.
San Sebastiano, martire, che, originario di Milano, venne a Roma, come riferisce sant’Ambrogio, al tempo in cui infuriavano violente persecuzioni e vi subì la passione; a Roma, pertanto, dove era giunto come ospite straniero, ebbe il domicilio della perpetua immortalità; la sua deposizione avvenne sempre a Roma ad Catacumbas in questo stesso giorno.
Altri Santi del giorno: San Neófito, martire; san Vulfstano, vescovo.
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- Colore liturgico: verde
- Le letture del giorno: 1 Sam 17, 32-33. 37. 40-51; Sal 143; Mc 3, 1-6
Mc 3, 1-6
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù entrò di nuovo nella sinagoga. Vi era lì un uomo che aveva una mano paralizzata, e stavano a vedere se lo guariva in giorno di sabato, per accusarlo.
Egli disse all’uomo che aveva la mano paralizzata: «Àlzati, vieni qui in mezzo!». Poi domandò loro: «È lecito in giorno di sabato fare del bene o fare del male, salvare una vita o ucciderla?». Ma essi tacevano. E guardandoli tutt’intorno con indignazione, rattristato per la durezza dei loro cuori, disse all’uomo: «Tendi la mano!». Egli la tese e la sua mano fu guarita.
E i farisei uscirono subito con gli erodiani e tennero consiglio contro di lui per farlo morire.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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Papa Francesco – Il nome di Dio è Misericordia
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Commenti al Vangelo di Mc 3, 1-6
Commento dei giovani monaci del monastero di S.Vincenzo Martire
[ads2]Cristo ci guarisce anche di sabato!
L’ipocrisia e la grettezza dei farisei sono davvero senza limiti: essi si scandalizzano perché i discepoli del Signore, di sabato, cioè nel giorno di festa, hanno carpito alcune spighe di grano per mangiarne i chicchi. Oggi l’episodio si svolge all’interno di una sinagoga, ancora in giorno di sabato, e, in tono di sfida nei confronti del Cristo, essi stanno a guardare se egli oserà guarire un povero uomo con una mano inaridita. Gesù è portatore di vita, ha una visione sapiente e divina del valore delle norme, che debbono regolare i comportamenti umani. Non può venir meno alla sua missione, non possono delle norme esteriori diventare un freno al suo amore. Egli dirà: «Non pensate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non son venuto per abolire, ma per dare compimento». Il compimento della legge è l’amore, amore a Dio e al prossimo. Gesù è indignato per la durezza del loro cuore; accetta quindi la sfida dei suo avversari, vuole distoglierli dalla loro visione gretta e mortificante, vuole rinverdire, con una evidente testimonianza, tutto ciò che in loro è diventato sterile e arido, più arido della mano di quell’uomo. Vuole soprattutto dimostrare, ancora una volta, il suo amore all’uomo e il suo ruolo di redentore e salvatore dell’uomo. Gesù scandisce quindi i suoi ordini: «Mèttiti nel mezzo!» e «Stendi la mano!». La stese e la sua mano fu risanata». Neanche l’evidenza del miracolo smuove però, i farisei! Spesso il male ha una durezza ed irremovibilità davvero diabolica, scatena l’odio e la più cieca e abietta avversione: «i farisei uscirono subito con gli erodiàni e tennero consiglio contro di lui per farlo morire». Circolano ancora tra di noi, anche tra la così detta «buona gente», alcuni integralisti di vecchio e nuovo stampo, che malati di ipocrisia e affetti da puerile grettezza, vorrebbero trasformare le nostre chiese in caserme e noi fedeli in militanti in divisa: sono molto pericolosi perché si ammantano di zelo e trovano spesso adepti tra i più meschini!