Commento al Vangelo di domenica 2 giugno 2019 a cura di don Bruno Oliviero, sacerdote dell’Arcidiocesi di Napoli.
La nostra patria è nel Cielo
Cari fratelli e sorelle, la festa dell’ascensione di Gesù al Cielo risponde, tra l’altro, a una domanda, forse la più drammatica e angosciante, che il credente di tutti i tempi si pone quando constata che allo sforzo sincero di tutta una vita per vivere conforme alla legge di Dio corrisponde l’incomprensione, la derisione, perfino, a volte, la persecuzione da parte del mondo con il conseguente fallimento, almeno apparente, dei sogni di giustizia, di pace di fraternità.
Gesù che, innocentemente, ha sofferto ed è morto in Croce, ma è risorto ed è asceso al Cielo ci rassicura che l’impegno che mettiamo, con il Suo aiuto, nella vita di tutti i giorni, per vincere il male presente in noi e nel mondo non è inutile.
Ci rassicura che la nostra lotta contro le tenebre della menzogna, della violenza e dell’odio con le armi della verità della pace e dell’amore non è destinata al fallimento, ma per la presenza e l’azione dello Spirito Santo in noi è capace di “trasformare, trasfigurare ed elevare” nel regno di Luce Infinita di Dio la nostra vita e quella del mondo.
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Mentre li benediceva veniva portato verso il cielo.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 24, 46-53
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Così sta scritto: il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, e nel suo nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati, cominciando da Gerusalemme. Di questo voi siete testimoni. Ed ecco, io mando su di voi colui che il Padre mio ha promesso; ma voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall’alto».
Poi li condusse fuori verso Betània e, alzate le mani, li benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.