Il Vangelo di oggi ci racconta la sproporzione che esiste tra voler bene e amare. Voler bene è di tutti, è un’attitudine squisitamente umana, possiamo dire che è il minimo sindacale per dirci umani. Amare, invece, è un arte che ha bisogno dell’impegno di un’intera vita.
Perchè è la capacità di voler bene in maniera grauita, totale, senza interesse. L’Amore è la stella che guardiamo ogni mattina quando ci svegliamo. E’ ciò a cui dovremmo anelare con i nostri cambiamenti e le nostre scelte. E Gesù promette questo a Pietro…”arriverà il giorno in cui sarai capace di amare…”.
Gli svela così in fin dei conti che amare così è un dono, prima ancora di un impegno.
don Luigi Epicoco su Facebook
Gv 21, 15-19
Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, [quando si fu manifestato ai discepoli ed] essi ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli».
Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore».
Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse “Mi vuoi bene?”, e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi».
Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.