Il Vangelo del Giorno, 2 gennaio 2016 – Gv 1, 19-28

Il testo ed il commento al Vangelo del 2 gennaio 2016 – Gv 1, 19-28, Tempo di Natale – Anno I, Prima dell’Epifania.

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  • Colore liturgico: bianco
  • Le letture del giorno: 1 Gv 2, 22-28; Sal 97; Gv 1, 19-28

Gv 1, 19-28
Dal Vangelo secondo Giovanni

Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elìa?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elìa, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell’acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

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Bruno Ferrero – Storie di Natale, d’Avvento e d’epifania

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Commenti al Vangelo di Gv 1, 19-28

Gv 1, 19-28 

Commento dei Carmelitani

[ads2] Il vangelo di oggi parla della testimonianza di Giovanni Battista. I giudei mandarono “sacerdoti e leviti” ad interrogarlo. Allo stesso modo, alcuni anni dopo, manderanno persone a controllare l’attività di Gesù (Mc 3,22). C’è una somiglianza molto grande tra le risposte della gente nei riguardi di Gesù e le domande che le autorità rivolgono a Giovanni. Gesù chiede ai discepoli: “Chi dice la gente che io sono?” Loro rispondono: “Elia, Giovanni Battista, Geremia, uno dei profeti” (cf. Mc 8,27-28). Le autorità rivolgono le stesse domande a Gesù: “Sei tu il Messia, o Elia, il profeta?” Giovanni risponde citando il profeta Isaia: “Io sono una voce che grida nel deserto: preparate il cammino al Signore”. Gli altri tre vangeli contengono la stessa affermazione nei riguardi di Giovanni: lui non è il Messia, ma è venuto a preparare la venuta del messia (cf. Mc 1,3; Mt 3,3; Lc 3,4). Tutti e quattro i vangeli prestano molta attenzione all’attività ed alla testimonianza di Giovanni Battista. Qual’è il motivo di questa insistenza da parte loro nel dire che Giovanni non è il Messia?

Giovanni Battista fu messo a morte da Erode attorno all’anno 30. Ma fino alla fine del primo secolo, epoca in cui fu scritto il Quarto Vangelo, Giovanni continuava ad essere considerato un leader tra i giudei. Ed anche dopo la sua morte, il ricordo di Giovanni continuava ad esercitare un forte influsso nel vissuto della fede della gente. Era considerato un profeta (Mc 11,32). Era il primo grande profeta che apparve dopo secoli di assenza dei profeti. Molti lo consideravano il Messia. Quando negli anni 50, Paolo passò per Efeso, in Asia Minore, incontrò un gruppo di persone che erano state battezzate con il battesimo di Giovanni (cf. At 19,1-4). Per questo, era importante divulgare la testimonianza dello stesso Giovanni Battista, dicendo che non era il Messia ed indicare invece Gesù come il Messia. E così, Giovanni stesso contribuisce ad irradiare meglio la Buona Notizia di Gesù.

“Come mai tu battezzi se non sei né il Messia, né Elia, né il profeta? La risposta di Giovanni è un’altra affermazione con la quale indica che Gesù è il Messia: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”. E un poco più avanti (Gv 1,33), Giovanni fa allusione alle profezie che annunciavano l’effusione dello Spirito per i tempi messianici: “Colui sul quale vedrete scendere lo Spirito e posarsi su di lui, costui battezza con lo Spirito Santo” (cf. Is 11,1-9; Ez 36,25-27; Gioele 3,1-2).

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