Vangelo del giorno – 19 Settembre 2018 – don Lucio D’Abbraccio

Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto

«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, sedutisi in piazza, gridano gli uni agli altri così: “Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato, abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”». Gesù, dunque, si lamenta, come faremmo noi in una situazione simile, dopo mille tentativi di parlare con qualcuno, senza risultato. Ma questo non è tanto un lamento, qui Gesù esprime il suo dolore per la chiusura di quanti lo hanno incontrato e ascoltato. In sintesi il problema fondamentale è la difficoltà ad agganciare le persone su qualcosa che conta. C’è un senso diffuso di apatia, di indifferenza, di tristezza, di rinuncia. Sembra che non sia più importante ciò che ci fa gioire e ciò che ci fa soffrire.

Purtroppo nella società c’è molta indifferenza. Molte volte essa nasce come una difesa, come un modo per non soffrire. Ma altre volte essa scaturisce dalla pigrizia, dalla chiusura del nostro cuore verso i nostri fratelli. E allora, come combatterla? La risposta viene direttamente da Gesù quando dice: «È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che non mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori”. Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli». Gesù, come si può notare, cita il Battista e se stesso come due atteggiamenti radicalmente diversi di approcciarsi alla realtà, e dice che quando una persona non vuole mettersi in gioco, dice sempre che una cosa non va bene. Per tale motivo, l’indifferenza può essere vinta solo se decidiamo di metterci in gioco, solo se ci apriamo al Signore, al suo amore, alla sua misericordia. Cerchiamo di non chiuderci perché chiuderci vuol dire chiedere e pretendere da Dio soltanto ciò che noi vogliamo.

Anche oggi ci sono tra i cristiani alcuni che cercano di ritagliarsi un Gesù a proprio piacimento. C’è bisogno di accogliere ogni sua parola e seguire ogni suo passo per conoscerlo nella verità.

Non c’è più tempo da perdere nel lamentarci o nell’irritarci. Impegniamo il nostro tempo e le nostre forze per l’edificazione del Regno che Gesù, Signore nostro, è venuto a donare agli uomini di ogni generazione.

Mettiamoci in gioco non trovando colpevoli ma sentendoci responsabili.

don Lucio D’Abbraccio

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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Lc 7, 31-35
Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, il Signore disse:
«A chi posso paragonare la gente di questa generazione? A chi è simile? È simile a bambini che, seduti in piazza, gridano gli uni agli altri così:
“Vi abbiamo suonato il flauto e non avete ballato,
abbiamo cantato un lamento e non avete pianto!”.
È venuto infatti Giovanni il Battista, che non mangia pane e non beve vino, e voi dite: “È indemoniato”. È venuto il Figlio dell’uomo, che mangia e beve, e voi dite: “Ecco un mangione e un beone, un amico di pubblicani e di peccatori!”.
Ma la Sapienza è stata riconosciuta giusta da tutti i suoi figli».

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Fonte: LaSacraBibbia.net

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