Commento al Vangelo di giovedì 18 Aprile 2019 a cura di don Bruno Oliviero, sacerdote dell’Arcidiocesi di Napoli.
Le “Pecorelle” buone danno la vita per i Pastori
Cari fratelli e sorelle, il Giovedì santo ci ricorda il miracolo più grande operato da Gesù. Infatti, nell’ultima cena, nostro Signore Gesù Cristo, in compagnia dei suoi discepoli, ha anticipato nel Sacramento dell’Eucarestia, cioè nei segni sacramentali del pane e del vino consacrati, la sua passione morte e risurrezione e istituendo, nello stesso tempo, anche il sacramento del sacerdozio ministeriale ha voluto che gli Apostoli e i loro successori ne perpetuassero nel tempo e nello spazio, attraverso la celebrazione della Santa Messa, il memoriale.
Oggi cari amici, come sappiamo, una crisi epocale sta attraversando la Chiesa e sta colpendo in modo particolare il sacerdozio ministeriale, ma la risposta che Gesù, attraverso l’azione del Suo Santo Spirito, sta mettendo in atto è davvero straordinaria. Infatti, lo Spirito Santo sta suscitando nelle pecorelle, che hanno preso coscienza della crisi e della confusione di cui soffrono molti pastori, un coraggio straordinario.
Le pecorelle, trasformate dall’azione dello Spirito Santo, in Guerrieri e Guerriere della luce stanno facendo quadrato per difendere la santa Chiesa Cattolica e i suoi pastori dai lupi pronti anche a subire nella loro stessa carne i loro morsi devastanti. Sono le pecorelle che oggi, in questo clima di confusione, come ha ricordato anche Papa Francesco ai giovani nell’Esortazione Apostolica Post-sinodale per i giovani “Christus Vivit al n° 100”, sono chiamate da Gesù a cercare i “pastori smarriti”, a ricordare loro la loro vocazione e a riportali all’ovile…
Non è straordinario cari amici quello che sta succedendo oggi nella Chiesa di Dio? Come non gioire nel più profondo del nostro cuore quando pensiamo al dono immenso che Gesù ci ha fatto di far parte della sua Chiesa santa, cattolica, apostolica. Non ci lasciamo ingannare da nessuno: non abbandoniamo mai la barca di Pietro e rifuggiamo dalla tentazione di salire, come ci ricorda sempre Papa Francesco, sui battelli ammalianti sì, ma insicuri delle ideologie, delle mode e degli slogan.