Il vangelo di oggi riporta una scena repentina: “Egli uscì e notò un pubblicano, di nome Levi, che sedeva al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi». Ed egli, lasciata ogni cosa, si alzò e si mise a seguirlo”. Perché proprio lui? perché questa proposta? Perché questa risposta immediata?
Il Vangelo non ci dice nulla rispetto a queste domande. Eppure non sono domande da gossip, sono domande serie che potrebbero gettare luce nuova anche sulla nostra vita. Credo che tutti vorremmo sapere perché tra infinite possibilità siamo nati proprio noi. Perché abbiamo la fede? O perché ci è accaduto qualcosa? Perché è accaduto proprio a noi e non a qualcun altro? Dobbiamo con molta umiltà arrestarci dinanzi a un simile mistero e prenderci ciò che possiamo, e cioè il fatto nella sua nudità più essenziale.
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Gesù fissa quest’uomo, lo chiama, gli dice di seguirlo e lui si alza, lascia tutto e lo segue. Ma quest’uomo non è un uomo qualunque, è un pubblicano, un peccatore, un collaborazionista dei romani. Magari Gesù lo chiama per tirarlo fuori proprio da una simile contraddizione. Ma allora perché compie l’imprudenza di accettare un invito a pranzo sedendo non solo con lui ma con tutta una combriccola di peccatori? “I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai discepoli di Gesù: Perché mangiate e bevete con i pubblicani e i peccatori?”.
Appunto, perché? Perché Gesù non valorizza la nostra parte migliore invece di venirci a incontrare proprio nella nostra parte peggiore? “Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, bensì i malati. Io non sono venuto a chiamare dei giusti, ma dei peccatori a ravvedimento»”. Gesù ricollega i fili scollegati dei nostri peccati attraverso una relazione che ci salva.
Ci vuole incontrare e vuole entrare in relazione con noi per darci l’opportunità di ripartire. Non è preoccupato che abbiamo sbagliato. È preoccupato che ciò che di male abbiamo fatto può diventare la parola ultima sulla nostra vita, il nostro destino. I moralisti passano con la penna rossa gli errori, Gesù invece li corregge.
don Luigi Epicoco su Facebook
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 5, 27-32
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte, e gli disse: «Seguimi!». Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.
Poi Levi gli preparò un grande banchetto nella sua casa. C’era una folla numerosa di pubblicani e d’altra gente, che erano con loro a tavola. I farisei e i loro scribi mormoravano e dicevano ai suoi discepoli: «Come mai mangiate e bevete insieme ai pubblicani e ai peccatori?». Gesù rispose loro: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori perché si convertano».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.