Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva
Gesù continua a parlare ai farisei che lo avevano interrogato sul regno dei cieli e ne parla come di un evento improvviso che coglie di sorpresa. Per questo, il Signore, esorta tutti a prepararsi senza perdere tempo.
Con due esempi dell’Antico Testamento – Gesù richiama i giorni di Noè e di Lot – il Maestro esorta i suoi discepoli ad essere attenti e a non farsi abbindolare da altri falsi profeti. Mentre il mondo era intento nelle sue faccende, Noè e Lot hanno costruito il loro luogo di salvezza, seguendo la parola del Signore. Ma quei giorni sono gli stessi della nostra esistenza e della nostra quotidianità, non sono solo tempi passati.
E allora, come Noè e Lot, siamo chiamati a porre attenzione alla parola che salva. Con questi due esempi, Gesù ci esorta a non essere rassegnati al male, a non condurre una vita banale e priva di senso, piena solo del proprio io o della corsa alle proprie soddisfazioni. Chi è ripiegato su se stesso, non importa se per pigrizia o per testardaggine, non riuscirà a fare spazio ad altro e non coglierà il “giorno” della venuta del Figlio dell’Uomo.
Gesù mette in guardia i discepoli dicendo loro: «In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro»; «Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato». Con queste due espressioni il Maestro vuol far capire che bisogna essere vigilanti. La vigilanza comporta la libertà dall’attaccamento alle cose e alle proprie tradizioni.
Il distacco da mondo, dalle cose, dai possedimenti, piccoli o grandi che siano, è una condizione determinante per accogliere nel cuore il regno di Dio che viene. Gesù, inoltre, dice: «Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva». Cosa vuol dire? Significa che se spendiamo la vita per servire il Vangelo, seguire Gesù, raccoglieremo con lui i frutti del regno. Colui, invece, che resta solo con se stesso, ossia spende la propria vita solo per sé, disperde e non raccoglie nulla.
Infatti la macina e il letto, di cui si parla alla fine del brano evangelico, sono come un confine nel quale è rappresentata la quotidianità dell’uomo, e proprio in questa quotidianità siamo chiamati ad accogliere la parola di Dio. In base a questa accoglienza, prima ancora che arrivi il suo giudizio, ci sarà il nostro. La salvezza, dunque, non è nella straordinarietà, ma nell’ordinarietà della vita.
Il quando e il dove avverranno tutte queste cose non è nel futuro, ma nell’oggi di ogni credente che può decidere di accogliere la Parola e fare della sua vita il luogo e il tempo della salvezza.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 17, 26-37
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come avvenne nei giorni di Noè, così sarà nei giorni del Figlio dell’uomo: mangiavano, bevevano, prendevano moglie, prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca e venne il diluvio e li fece morire tutti.
Come avvenne anche nei giorni di Lot: mangiavano, bevevano, compravano, vendevano, piantavano, costruivano; ma, nel giorno in cui Lot uscì da Sòdoma, piovve fuoco e zolfo dal cielo e li fece morire tutti. Così accadrà nel giorno in cui il Figlio dell’uomo si manifesterà.
In quel giorno, chi si troverà sulla terrazza e avrà lasciato le sue cose in casa, non scenda a prenderle; così, chi si troverà nel campo, non torni indietro. Ricordatevi della moglie di Lot.
Chi cercherà di salvare la propria vita, la perderà; ma chi la perderà, la manterrà viva.
Io vi dico: in quella notte, due si troveranno nello stesso letto: l’uno verrà portato via e l’altro lasciato; due donne staranno a macinare nello stesso luogo: l’una verrà portata via e l’altra lasciata».
Allora gli chiesero: «Dove, Signore?». Ed egli disse loro: «Dove sarà il cadavere, lì si raduneranno insieme anche gli avvoltoi».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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