Il testo ed il commento al Vangelo del 15 febbraio 2016 – Mt 25, 31-46, Tempo di Quaresima – Prima domenica del Tempo di Quaresima.
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- Colore liturgico: viola
- Le letture del giorno: Lv 19, 1-2. 11-18; Sal. 18; Mt 25, 31-46
Mt 25, 31-46
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Quando il Figlio dell’uomo verrà nella sua gloria, e tutti gli angeli con lui, siederà sul trono della sua gloria. Davanti a lui verranno radunati tutti i popoli. Egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dalle capre, e porrà le pecore alla sua destra e le capre alla sinistra.
Allora il re dirà a quelli che saranno alla sua destra: “Venite, benedetti del Padre mio, ricevete in eredità il regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo, perché ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi”.
Allora i giusti gli risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare, o assetato e ti abbiamo dato da bere? Quando mai ti abbiamo visto straniero e ti abbiamo accolto, o nudo e ti abbiamo vestito? Quando mai ti abbiamo visto malato o in carcere e siamo venuti a visitarti?”. E il re risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”.
Poi dirà anche a quelli che saranno alla sinistra: “Via, lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli, perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e non mi avete dato da bere, ero straniero e non mi avete accolto, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato”.
Anch’essi allora risponderanno: “Signore, quando ti abbiamo visto affamato o assetato o straniero o nudo o malato o in carcere, e non ti abbiamo servito?”. Allora egli risponderà loro: “In verità io vi dico: tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me”.
E se ne andranno: questi al supplizio eterno, i giusti invece alla vita eterna».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
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p. Gabriele Amorth – Il mio rosario
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Commenti al Vangelo di Mt 25, 31-46
Commento a cura dell’Ordine dei Carmelitani
[ads2]Il Vangelo di Matteo presenta Gesù, nuovo Messia. Come fece Mosè, anche Gesù promulga la legge di Dio. Come era per l’Antica Legge, anche la nuova data da Gesù contiene cinque libri o discorsi. Il Discorso della Montagna (Mt 5,1 a 7,27), il primo discorso, si apre con otto beatitudini. Il discorso sulla vigilanza (Mt 24,1 a 25,46), il quinto e ultimo discorso, racchiude la descrizione del Giudizio Finale. Le beatitudini descrivono la porta d’entrata al Regno, enumerando otto categorie di persone: i poveri in spirito, i miti, gli afflitti, coloro che hanno fame e sete di giustizia, i misericordiosi, i puri di cuore, i promotori di pace ed i perseguitati a causa della giustizia (Mt 5,3-10). La parabola del Giudizio Finale ci dice ciò che dobbiamo fare per poter possedere il Regno: accogliere gli affamati, gli assetati, gli stranieri, i nudi, i malati ed i prigionieri (Mt 25,35-36). Tanto all’inizio come alla fine della Nuova Legge, ci sono gli esclusi e gli emarginati.
• Matteo 25,31-33: Apertura del Giudizio finale. Il Figlio dell’Uomo riunisce attorno a sé le nazioni del mondo. Separa le persone come fa il pastore con le pecore e i capri. Il pastore sa discernere. Non sbaglia: pecore a destra, capri a sinistra. Gesù non sbaglia. Gesù, non giudica né condanna (cf. Gv 3,17; 12,47). Lui appena separa. E’ la persona stessa che si giudica e si condanna per il modo in cui si è comportata con i piccoli e gli esclusi.
• Matteo 25,34-36: La sentenza per coloro che si trovavano alla destra del Giudice. Coloro che si trovano a destra del giudice sono chiamati “Benedetti dal Padre mio!”, cioè, ricevono la benedizione che Dio promette ad Abramo ed alla sua discendenza (Gen 12,3). Loro sono invitati a prendere possesso del Regno, preparato per loro fin dalla fondazione del mondo. Il motivo della sentenza è la seguente: “Ebbi fame, ero straniero, nudo, malato e prigioniero, e non mi avete accolto ed aiutato!” Questa sentenza ci fa capire chi sono le pecore. Sono le persone che accolsero il Giudice quando costui era affamato, assetato, straniero, nudo, malato e prigioniero. E per il modo di parlare “mio Padre” e “Figlio dell’Uomo”, possiamo sapere che il Giudice è proprio Gesù. Si identifica con i piccoli!
• Matteo 25,37-40: Una richiesta di chiarimento e la risposta del Giudice: Coloro che accolsero gli esclusi sono chiamati “giusti”. Ciò significa che la giustizia del Regno non si raggiunge osservando norme e prescrizioni, bensì accogliendo i bisognosi. Ma è curioso che i giusti non sappiano nemmeno loro quando hanno accolto Gesù bisognoso. E Gesù risponde: “Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me.” Chi sono questi “miei fratelli più piccoli”? In altri passaggi del Vangelo di Matteo, le espressioni “miei fratelli” e “più piccoli” indicano i discepoli (Mt 10,42; 12,48-50; 18,6.10.14; 28,10). Indicano anche i membri più abbandonati della comunità, i disprezzati che non hanno posto e non sono ben ricevuti (Mt 10,40). Gesù si identifica con loro. Ma non solo questo. Nel contesto più ampio della parabola finale, l’espressione “miei fratelli più piccoli” si allarga ed include tutti coloro che non hanno posto nella società. Indica tutti i poveri. Ed i “giusti” ed i “benedetti dal Padre mio” sono tutte le persone di tutte le nazioni che accolgono l’altro in totale gratuità, indipendentemente dal fatto che siano o no cristiani.
• Matteo 25,41-43: La sentenza per coloro che erano alla sua sinistra. Coloro che stavano all’altro lato del Giudice sono chiamati “maledetti” e sono destinati al fuoco eterno, preparato per il diavolo ed i suoi amici. Gesù usa un linguaggio simbolico comune in quel tempo per dire che queste persone non entreranno nel Regno. Ed anche qui il motivo è uno solo: non accolsero Gesù affamato, assetato, straniero, nudo, malato e prigioniero. Non è che Gesù impedisce loro di entrare nel Regno, bensì il nostro agire, cioè la cecità che ci impedisce di vedere Gesù nei più piccoli.
• Matteo 25,44-46: Una richiesta di chiarimento e la risposta del Giudice. La richiesta di chiarimento indica che si tratta di gente che si è comportata bene, persone che hanno la coscienza in pace. Sono certe di aver praticato sempre ciò che Dio chiede loro. Per questo rimangono meravigliati quando il Giudice dice che non lo accolsero. Il Giudice risponde: “Ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me”. E’ l’omissione! Non hanno fatto cose in più! Solo smisero di praticare il bene verso i più piccoli e gli esclusi. E continua la frase finale: costoro sono destinati al fuoco eterno, ed i giusti alla vita eterna. Così termina il quinto libro della Nuova Legge!