Vangelo del Giorno – 13 marzo 2018 – don Luigi Maria Epicoco

“Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me”.

Gesù gli disse: “Àlzati, prendi la tua barella e cammina”. E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare”. Il cuore del vangelo di oggi è in questa narrazione. E in queste parole troviamo anche la definizione più bella della misericordia. La misericordia è Cristo che ti passa accanto e ti rimette nel cuore il desiderio di guarire, perché la cosa peggiore che possa capitarci non è non essere felici ma non desiderare più di essere felici. Abituarci alle nostre barelle.

[better-ads type=”banner” banner=”84722″ campaign=”none” count=”2″ columns=”1″ orderby=”rand” order=”ASC” align=”right” show-caption=”1″][/better-ads]

Rimanere quasi quarant’anni allo stesso punto, senza desiderare più un cambiamento, una rivoluzione. Ma quell’uomo lo dice bene: “Non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita”. È l’indifferenza degli altri che lo tiene inchiodato lì. Un uomo condannato alla solitudine, ad essere solo con la sua infelicità. Se è vero che a volte noi non siamo la causa dell’infelicità degli altri è pur vero che molto spesso ne diventiamo complici con la nostra indifferenza. Benedetto XVI una volta scrisse: “Se non mi ascolta più nessuno, Dio mi ascolta ancora”. ‪

E’ bello poter pensare che il modo che la Misericordia ha di entrare dentro la nostra vita è dandoci qualcuno a cui poter ancora dire di noi, qualcuno che è disposto ancora ad ascoltarci, che non è stanco di noi, che non è intaccato dalla stanchezza che ci portiamo addosso. E in cosa consiste la guarigione? Nel poter tornare a camminare. Nel poter tornare a vivere la propria vita come un cammino e non come la condanna a rimanere fermi sempre davanti le stesse cose, gli stessi errori, le stesse ferite, i medesimi drammi.

Il miracolo è riprendere il cammino, è far ripartire la vita.

don Luigi Epicoco su Facebook

LEGGI IL BRANO DEL VANGELO

Gv 5, 1-3. 5-16
Dal Vangelo secondo Giovanni

Ricorreva una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. A Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, vi è una piscina, chiamata in ebraico Betzatà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un grande numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici.
Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me». Gesù gli disse: «Àlzati, prendi la tua barella e cammina». E all’istante quell’uomo guarì: prese la sua barella e cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo che era stato guarito: «È sabato e non ti è lecito portare la tua barella». Ma egli rispose loro: «Colui che mi ha guarito mi ha detto: “Prendi la tua barella e cammina”». Gli domandarono allora: «Chi è l’uomo che ti ha detto: “Prendi e cammina”?». Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato perché vi era folla in quel luogo.
Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: «Ecco: sei guarito! Non peccare più, perché non ti accada qualcosa di peggio». Quell’uomo se ne andò e riferì ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei perseguitavano Gesù, perché faceva tali cose di sabato.

C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.

Read more

Local News