Se sette volte ritornerà a te dicendo: Sono pentito, tu gli perdonerai
Gesù mette in guardia i discepoli dal dare scandalo, ossia dall’essere pietra d’inciampo. Ritiene talmente grave lo scandalo da dire che sarebbe meglio per chi lo procura «che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare». San Paolo VI esortava tutta la cristianità ad essere credibile annunciatrice del Vangelo con queste parole: «L’uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni». Nell’inevitabilità degli scandali, ogni cristiano deve fare attenzione – Gesù, scrive l’evangelista, ai suoi discepoli disse: «State attenti a voi stessi!» – a non esserne protagonista, affinché i fratelli più piccoli, più poveri, più lontani non siano scandalizzati e smettano di sperare. I maestri sono abituati a parlare, ad insegnare, ma la particolarità dell’insegnamento cristiano è che non si ferma alle parole. Lo stesso Gesù nel suo ministero pubblico non ha mai dimenticato il binomio indissolubile di parole e opere, non ha mai preteso solo di insegnare, ma ogni parola pronunciata è stata seguita dalle opere che la confermavano. Lo stesso vale per noi: la nostra testimonianza può essere presa per vera solo se è seguita dalle opere che la confermano. Per questo il Sommo Pontefice Paolo VI afferma che un maestro verrà ascoltato solo se è anche un testimone, solo se al suo insegnamento verbale fa seguito la testimonianza materiale.
La vigilanza su se stessi, sul proprio comportamento, sulla propria fedeltà al Vangelo, dunque, è un compito primario per ogni discepolo. Ciascuno di noi conosce bene la propria fragilità e facilità a cadere nel peccato. Per tale motivo Gesù verso tutti noi è misericordioso. Nel Padre nostro ci rivolgiamo a Dio dicendo: «rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Con queste parole chiediamo a Dio Padre di perdonare le nostre colpe però anche noi dobbiamo imparare a perdonare i nostri fratelli. Nel Vangelo, infatti, Gesù dice: «Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Perdonare «sette volte», come il Signore chiede, significa perdonare «sempre». Non si tratta ovviamente di essere accondiscendenti al peccato. Il Maestro esige sempre il pentimento per la colpa commessa e il conseguente cambiamento di vita. Però la disponibilità alla misericordia non deve mai mancare. La misericordia è segno della presenza di Dio tra gli uomini. A questo punto i discepoli comprendendo che la misericordia non nasce da loro stessi, comprendono che l’istinto a restare nell’odio o almeno nell’indifferenza è forte anche in loro. Per questo chiedono al Signore: «Accresci in noi la fede». A questa richiesta Gesù risponde che di fede ne basta anche una piccola misura «Se aveste fede quanto un granello di senape». Questa piccola fede, questa piccola fiducia in Dio, è capace di fare miracoli. Chiediamola al Signore e saremo capaci di perdonare di vero cuore i nostri fratelli.
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LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Lc 17, 1-6
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi!
Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai».
Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.
Fonte: LaSacraBibbia.net
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