Nomi propri. Gesù non fa propaganda, ma chiama per nome ciascuno. Davanti a Lui non siamo massa, ma siamo unici. Ogni nome è una storia, una sentiero irripetibile, una strada che nessun altro potrà percorrere, se non ciascuno nel suo particolare dettaglio. La mia vita non è interscambiabile. Il motivo per cui io sono nato non è cedibile a terzi. Io sono io, e davanti a Dio questo conta lungamente. Conta a tal punto da poter essere davanti a Lui persino Giuda.
Gesù spera in un suo cambio di scelte e rimane come un mendicante sperando nel suo si alla misericordia. Non lo salva per forza, gli offre però tutto il necessario perchè ciò accada, ma alla fine è Giuda a dover decidere come la storia si concluderà. Non basta avere una diversità propria. Se questa diversità non diventa un cammino (“li inviò”) allora la diversità diventa solo un dettaglio da ostentare ma non da dir grazie. Siamo unici non per vantarcene ma per diventare davvero noi stessi, per lasciare il segno.
don Luigi Epicoco su Facebook
LEGGI IL BRANO DEL VANGELO
Mt 10, 1-7
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, chiamati a sé i suoi dodici discepoli, Gesù diede loro potere sugli spiriti impuri per scacciarli e guarire ogni malattia e ogni infermità.
I nomi dei dodici apostoli sono: primo, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello; Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello; Filippo e Bartolomeo; Tommaso e Matteo il pubblicano; Giacomo, figlio di Alfeo, e Taddeo; Simone il Cananeo e Giuda l’Iscariota, colui che poi lo tradì.
Questi sono i Dodici che Gesù inviò, ordinando loro: «Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d’Israele. Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino».
C: Parola del Signore.
A: Lode a Te o Cristo.