Uomo fra gli uomini – Didier Rimaud

1284

Gesù,

piccolo come uno di noi,

vulnerabile e nudo,

a metà fra nascita e morte,

fra silenzio e parola;

 

un uomo

venuto dalla polvere,

tessuto di fuoco,

di vento e d’acqua,

fra un ventre di donna

e quello della terra;

un figlio d’uomo,

per pochi istanti

in piedi, ritto

fra i sassi e le stelle;

 

che uomo

che va per la sua strada

fra una locanda chiusa

e quella di Emmaus;

 

un uomo

fra ieri e domani,

con la fatica addosso,

con lacrime di gioia negli occhi,

e talvolta un singhiozzo

che gli traversa la gola

– e per piangere

se ne va in disparte;

 

soltanto un uomo,

che ha paura di morire

come tutti,

e lo dice,

ed è morto infatti,

abbandonato da tutti,

abbandonato dal suo Dio,

lasciato a se stesso;

 

un uomo

senz’armi né armatura,

indifeso come il vento,

parola offerta,

seme nascosto,

sale della terra,

fiamma sul monte

piegata dalla tempesta

e mai spenta,

fonte viva

mille volte calpestata,

ancora chiara e fresca,

sempre pronta

per la nostra sete,

vino pronto

a essere servito,

pane spezzato

pronto sulla tavola;

 

un uomo,

carne e sangue

in mano ai fratelli,

sotto l’ala dello Spirito,

in mano a Dio:

uomo fra gli uomini,

nella sua solitudine

dove l’amore

improvvisamente

si accende come il fuoco

in un fascio di ginestre,

si attacca come la brina

ai rami di biancospino;

 

un uomo

immenso,

che è nato da Dio,

che è tutto l’uomo

e che è Dio,

che è noi stessi,

tutti e ciascuno;

 

in lui noi siamo

e senza di lui

non saremmo nulla,

o ben poco;

in lui noi siamo,

coronati di gloria,

vestiti di forza,

appena di sopra degli angeli

e poco meno di Dio;

 

Gesù, l’uomo

Nel quale anche noi possiamo dire:

come un prodigio mi hai fatto

e prodigiose

sono le tue opere, o Dio!

 

Didier Rimaud