Cose antiche e cose nuove: Vangelo secondo Matteo. Introduzione – con Jean-Louis Ska
domenica 17 giugno 2012
Nella storia cristiana si è spesso cercato di vedere nelle Scritture antiche una prefigurazione dell’evento Gesù; in realtà andrebbe fatto il processo inverso, e cioè cercare di capire come i Vangeli abbiano interpretato le Scritture, in vista di un “accredito” di Gesù come il messia atteso da Israele.
Per questo oggi spezziamo, provvisoriamente, la lettura del Vangelo di Marco, per una incursione in quello di Matteo. Scritto in un periodo più tardo, quando Gerusalemme era stata conquistata e il tempio distrutto, Matteo vuole raccontare la vicenda di Gesù per far percepire che non tutto è perduto per Israele, che Gesù è veramente il Messia annunciato nelle antiche Scritture, che non la “terra” conta, ma il regno dei cieli, cioè un regno in cui venga rispettata la giustizia e si pratichi l’amore verso il prossimo. È qui che vi sarà la spaccatura tra ebrei e cristiani, ed è qui che invece Matteo, privilegiando uno dei filoni della spiritualità ebraica, vede gli episodi della vita di Gesù come una reinterpretazione degli episodi chiave della vita di Israele. Il battesimo, le tentazioni nel deserto, la conversione al nuovo regno, quello dei cieli, dove la giustizia trionfa, sono, per Matteo, reinterpretazioni dell’esodo dall’Egitto, della traversata del deserto, della conquista della terra. Gesù come Giosuè dunque? In un certo senso sì, come ci spiega Jean Louis Ska, il teologo belga che ci aiuta a capire i nessi tra Antico e Nuovo Testamento.
Fonte: Radio Rai 3 – file real media
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