Uomini e Profeti: Leggere la Bibbia – Deuteronomio: La seconda Legge

868

Le parole di Mosè con Alexander Rofé e Piero Stefani
Domenica 2 gennaio 2011

Inauguriamo la prima domenica dell’anno con l’inizio dell’ultimo libro del Pentateuco, il Deuteronomio. Il cui titolo, in ebraico, è dato dalle prime parole: “Queste sono le parole che Mosè rivolse a tutto Israele oltre il Giordano… “ (1,1). Il titolo infatti è Devarim (parole). Si tratta infatti di cinque discorsi che Mosè tiene di fronte al popolo in assemblea nella pianura di Moab, prima di entrare nella terra promessa. Segue poi una conclusione, con la morte di Mosè, fuori di quella terra. È un libro che ha, al tempo stesso, una narrazione storica, una parte legislativa, ma anche un messaggio profetico. Soprattutto contiene alcuni dei fondamenti della fede di Israele. In esso troveremo quello che è il “credo” di Israele: la preghiera che dice “Ascolta Israele…”, che è la preghiera universale di ogni ebreo nella storia; troveremo un senso di responsabilità nella scelta del bene e del male; troveremo la speranza nell’aiuto di Dio, nonostante i fallimenti e i tradimenti. Per questo il Deuteronomio è stato definito un “libro del cuore”.
Due studiosi per introdurci a questo libro: Piero Stefani, studioso di ebraismo e biblista, uno dei nostri collaboratori più preziosi e Alexander Rofé, uno dei più insigni biblisti, che  insegna a Tel Aviv

[powerpress]

Mirror per il file mp3 (in caso di mancato funzionamento del podcast RAI)


Daniele Garrone