Un invito al silenzio (quaresimale)

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Quaresima, 40 giorni che invitano alla purificazione. Il numero 4 indica la realtà spaziotemporale, la croce, i cui assi perfettamente perpendicolari rinviano all’equilibrio cosmico, all’ordine divino.

Ma la croce di Cristo invece smaschera il mondo divenendo simbolo dell’ingiustizia, ne inverte il significato manifestando il ribaltamento che la storia occulta.

La Quaresima invita al deserto, al silenzio, a rientrare in se stessi, per immergerci nel profondo, per ascoltare la voce del cuore che racchiude la verità. È un atto d’amore verso se stessi. La risposta a qualcosa che nell’intimo chiama, interpella, ma che rifuggiamo.

«Ascolta Israele», il primo comandamento, chiede silenzio. La voce di Dio si può udire solo quando ogni altra voce tace. Ma proprio quando accettiamo di cedere a questo richiamo, ci rendiamo conto di tutto il rumore che ci abita, delle voci dissonanti che risuonano senza mai darci riposo. I pensieri si accavallano nella mente. Pesantezze, tensioni, si fanno sentire nel corpo.

È il momento della verità. Nella sosta silenziosa prendiamo consapevolezza del disordine che ci pervade, della distanza che ci separa dall’ordine divino impresso in noi nel profondo, ma come dimenticato.
Discendere dove il cuore conduce. Il cuore sa perché è custode della memoria. Si fa sentire con la nostalgia. Stare lì, nel silenzio, dove la nostalgia preme. Contemplare la bellezza riaccende il ricordo. La meraviglia si risveglia nello sguardo, il respiro diviene quieto, profondo, ritmato. L’ordine divino si riaffaccia nella memoria con il suo sì.

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Antonella Lumini

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