Componimento poetico di tre versi, caratterizzati da cinque, sette e ancora cinque sillabe: è la definizione del termine giapponese “haiku”, ovvero il nuovo libro di Emanuela Ghini, Un discreto infinito, pubblicato dalle Edizioni Feeria – Comunità di San Leonino. Un piccolo libro che non è nato come progetto, rivela l’Autrice, ma dal tentativo di scrivere alcuni haiku, dopo averne letti diversi.
Al centro di queste 17 sillabe, c’è l’essenzialità e il desiderio di
esprimere l’invisibile per allusioni, a tal punto da diventare accenni,
lampi nel buio, sussurri che emergono dal silenzio.
Un viaggio attraverso l’infinito a contatto con la Parola e il Silenzio: due termini apparentemente in contrasto, ma che è possibile percepire sfogliando le pagine del libro. «Se per Parola intendiamo quella primaria – riflette Emanuela Ghini – la parola di Dio, il Verbo che nasce dal silenzio, si esprime anche nel silenzio (Nazareth, la Passione, quando tutti fuggirono (Mc 14,50)…, ma è insieme parola, notizia. La buona, la bella notizia della salvezza. Annunciata anche sui tetti (Mt 10,27)».
Un libro che non ha un destinatario specifico ma «che è rivolto – conclude l’Autrice – a chi ama gli haiku, a chi trova qualche congenialità nelle parole, le atmosfere, i richiami che essi dovrebbero evocare. A chi prega, a chi respira l’infinito in cui siamo immersi. E chi non lo percepisce, almeno per attimi? A chi lo sa lontano e pure vicino, nella persona di Gesù Cristo. l’Amato del nostro cuore (Ct 3,1) – se siamo cristiani – che ci chiama a una ricerca insonne, ci si dona, ci disseta e pure ci lascia sempre assetati. In attesa della consumazione definitiva nell’ unità… Quando Dio, dice Paolo, sarà tutto in tutti (1Cor 15,28)».
Ascolta l’autrice intervistata da Radio Scalzi
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Fonte:
Edizioni OCD