San Paolo (10). Lโimportanza della cristologia โ La teologia della Croce
Cari fratelli e sorelle,
nella personale esperienza di san Paolo cโรจ un dato incontrovertibile: mentre allโinizio era stato un persecutore ed aveva usato violenza contro i cristiani, dal momento della sua conversione sulla via di Damasco, era passato dalla parte del Cristo crocifisso, facendo di Lui la sua ragione di vita e il motivo della sua predicazione. La sua fu unโesistenza interamente consumata per le anime (cfr 2 Cor 12,15), per niente tranquilla e al riparo da insidie e difficoltร . Nellโincontro con Gesรน gli si era reso chiaro il significato centrale della Croce: aveva capito che Gesรน era morto ed era risorto per tutti e per lui stesso. Ambedue le cose erano importanti; lโuniversalitร : Gesรน รจ morto realmente per tutti, e la soggettivitร : Egli รจ morto anche per me. Nella Croce, quindi, si era manifestato lโamore gratuito e misericordioso di Dio.
Questo amore Paolo sperimentรฒ anzitutto in se stesso (cfr Gal 2,20) e da peccatore diventรฒ credente, da persecutore apostolo. Giorno dopo giorno, nella sua nuova vita, sperimentava che la salvezza era โgraziaโ, che tutto discendeva dalla morte di Cristo e non dai suoi meriti, che del resto non cโerano. Il โvangelo della graziaโ diventรฒ cosรฌ per lui lโunico modo di intendere la Croce, il criterio non solo della sua nuova esistenza, ma anche la risposta ai suoi interlocutori. Tra questi vi erano, innanzitutto, i giudei che riponevano la loro speranza nelle opere e speravano da queste la salvezza; vi erano poi i greci che opponevano la loro sapienza umana alla croce; infine, vi erano quei gruppi di eretici, che si erano formati una propria idea del cristianesimo secondo il proprio modello di vita.
Per san Paolo la Croce ha un primato fondamentale nella storia dellโumanitร ; essa rappresenta il punto focale della sua teologia, perchรฉ dire Croce vuol dire salvezza come grazia donata ad ogni creatura. Il tema della croce di Cristo diventa un elemento essenziale e primario della predicazione dellโApostolo: lโesempio piรน chiaro riguarda la comunitร di Corinto. Di fronte ad una Chiesa dove erano presenti in modo preoccupante disordini e scandali, dove la comunione era minacciata da partiti e divisioni interne che incrinavano lโunitร del Corpo di Cristo, Paolo si presenta non con sublimitร di parola o di sapienza, ma con lโannuncio di Cristo, di Cristo crocifisso. La sua forza non รจ il linguaggio persuasivo ma, paradossalmente, la debolezza e la trepidazione di chi si affida soltanto alla โpotenza di Dioโ (cfr1 Cor 2,1-4). La Croce, per tutto quello che rappresenta e quindi anche per il messaggio teologico che contiene, รจ scandalo e stoltezza. LโApostolo lo afferma con una forza impressionante, che รจ bene ascoltare dalle sue stesse parole: โLa parola della Croce infatti รจ stoltezza per quelli che si perdono, ma per quelli che si salvano, ossia per noi, รจ potenza di Dioโฆ รจ piaciuto a Dio salvare i credenti con la stoltezza della predicazione. Mentre i Giudei chiedono segni e i Greci cercano sapienza, noi invece annunciamo Cristo crocifisso, scandalo per i Giudei e stoltezza per i paganiโ (1 Cor 1,18-23).
Le prime comunitร cristiane, alle quali Paolo si rivolge, sanno benissimo che Gesรน ormai รจ risorto e vivo; lโApostolo vuole ricordare non solo ai Corinzi o ai Galati, ma a tutti noi, che il Risorto รจ sempre Colui che รจ stato crocifisso. Lo โscandaloโ e la โstoltezzaโ della Croce stanno proprio nel fatto che laddove sembra esserci solo fallimento, dolore, sconfitta, proprio lรฌ cโรจ tutta la potenza dellโAmore sconfinato di Dio, perchรฉ la Croce รจ espressione di amore e lโamore รจ la vera potenza che si rivela proprio in questa apparente debolezza. Per i Giudei la Croce รจ skandalon, cioรจ trappola o pietra di inciampo: essa sembra ostacolare la fede del pio israelita, che stenta a trovare qualcosa di simile nelle Sacre Scritture. Paolo, con non poco coraggio, sembra qui dire che la posta in gioco รจ altissima: per i Giudei la Croce contraddice lโessenza stessa di Dio, il quale si รจ manifestato con segni prodigiosi. Dunque accettare la croce di Cristo significa operare una profonda conversione nel modo di rapportarsi a Dio. Se per i Giudei il motivo del rifiuto della Croce si trova nella Rivelazione, cioรจ la fedeltร al Dio dei Padri, per i Greci, cioรจ i pagani, il criterio di giudizio per opporsi alla Croce รจ la ragione. Per questi ultimi, infatti, la Croce รจ morรญa, stoltezza, letteralmente insipienza, cioรจ un cibo senza sale; quindi piรน che un errore, รจ un insulto al buon senso.
Paolo stesso in piรน di unโoccasione fece lโamara esperienza del rifiuto dellโannuncio cristiano giudicato โinsipienteโ, privo di rilevanza, neppure degno di essere preso in considerazione sul piano della logica razionale. Per chi, come i greci, vedeva la perfezione nello spirito, nel pensiero puro, giร era inaccettabile che Dio potesse divenire uomo, immergendosi in tutti i limiti dello spazio e del tempo. Decisamente inconcepibile era poi credere che un Dio potesse finire su una Croce! E vediamo come questa logica greca รจ anche la logica comune del nostro tempo. Il concetto di apรกtheia, indifferenza, quale assenza di passioni in Dio, come avrebbe potuto comprendere un Dio diventato uomo e sconfitto, che addirittura si sarebbe poi ripreso il corpo per vivere come risorto? โTi sentiremo su questo unโaltra voltaโ (At 17,32) dissero sprezzantemente gli Ateniesi a Paolo, quando sentirono parlare di risurrezione dei morti. Ritenevano perfezione il liberarsi del corpo concepito come prigione; come non considerare unโaberrazione il riprendersi il corpo? Nella cultura antica non sembrava esservi spazio per il messaggio del Dio incarnato. Tutto lโevento โGesรน di Nazaretโ sembrava essere contrassegnato dalla piรน totale insipienza e certamente la Croce ne era il punto piรน emblematico.
Ma perchรฉ san Paolo proprio di questo, della parola della Croce, ha fatto il punto fondamentale della sua predicazione? La risposta non รจ difficile: la Croce rivela โla potenza di Dioโ (cfr1 Cor 1,24), che รจ diversa dal potere umano; rivela infatti il suo amore: โCiรฒ che รจ stoltezza di Dio รจ piรน sapiente degli uomini, e ciรฒ che รจ debolezza di Dio, รจ piรน forte degli uominiโ (ivi v. 25). Distanti secoli da Paolo, noi vediamo che nella storia ha vinto la Croce e non la saggezza che si oppone alla Croce. Il Crocifisso รจ sapienza, perchรฉ manifesta davvero chi รจ Dio, cioรจ potenza di amore che arriva fino alla Croce per salvare lโuomo. Dio si serve di modi e strumenti che a noi sembrano a prima vista solo debolezza. Il Crocifisso svela, da una parte, la debolezza dellโuomo e, dallโaltra, la vera potenza di Dio, cioรจ la gratuitร dellโamore: proprio questa totale gratuitร dellโamore รจ la vera sapienza. Di ciรฒ san Paolo ha fatto esperienza fin nella sua carne e ce lo testimonia in svariati passaggi del suo percorso spirituale, divenuti precisi punti di riferimento per ogni discepolo di Gesรน: โEgli mi ha detto: ti basta la mia grazia: la mia potenza, infatti si manifesta pienamente nella debolezzaโ (2 Cor 12,9); e ancora: โDio ha scelto ciรฒ che nel mondo รจ debole per confondere i fortiโ (1 Cor 1,28). LโApostolo si identifica a tal punto con Cristo che anchโegli, benchรฉ in mezzo a tante prove, vive nella fede del Figlio di Dio che lo ha amato e ha dato se stesso per i peccati di lui e per quelli di tutti (cfr Gal 1,4; 2,20). Questo dato autobiografico dellโApostolo diventa paradigmatico per tutti noi.
San Paolo ha offerto una mirabile sintesi della teologia della Croce nella seconda Lettera ai Corinzi (5,14-21), dove tutto รจ racchiuso tra due affermazioni fondamentali: da una parte Cristo, che Dio ha trattato da peccato in nostro favore (v. 21), รจ morto per tutti (v. 14); dallโaltra, Dio ci ha riconciliati con sรฉ, non imputando a noi le nostre colpe (vv. 18-20). Eโ da questo โministero della riconciliazioneโ che ogni schiavitรน รจ ormai riscattata (cfr 1 Cor 6,20; 7,23). Qui appare come tutto questo sia rilevante per la nostra vita. Anche noi dobbiamo entrare in questo โministero della riconciliazioneโ, che suppone sempre la rinuncia alla propria superioritร e la scelta della stoltezza dellโamore. San Paolo ha rinunciato alla propria vita donando totalmente se stesso per il ministero della riconciliazione, della Croce che รจ salvezza per tutti noi. E questo dobbiamo saper fare anche noi: possiamo trovare la nostra forza proprio nellโumiltร dellโamore e la nostra saggezza nella debolezza di rinunciare per entrare cosรฌ nella forza di Dio. Noi tutti dobbiamo formare la nostra vita su questa vera saggezza: non vivere per noi stessi, ma vivere nella fede in quel Dio del quale tutti possiamo dire: โMi ha amato e ha dato se stesso per meโ.
Dopo lโAngelus
Rivolgo ora un cordiale saluto a tutti i pellegrini di lingua italiana. In particolare, ai fedeli della diocesi di Bergamo, venuti con il loro Pastore, Mons. Roberto Amadei, per ricordare il cinquantesimo anniversario dellโelezione del mio venerato predecessore, il beato Giovanni XXIII. Auguro che la memoria di Papa Roncalli, ancora viva nel popolo cristiano, sproni tutti, e specialmente i suoi conterranei, a seguire con entusiasmo il Vangelo.
Saluto, poi, i dirigenti e i soci della Banca Valdichiana-Credito Cooperativo Tosco Umbro, accompagnati dal Vescovo Mons. Rodolfo Cetoloni. Saluto gli Ispettori Allievi Ufficiali della Guardia di Finanza. Su tutti invoco dalla Vergine ogni desiderato bene e formulo fervidi voti che ciascuno possa rendere ovunque una generosa testimonianza cristiana.
Saluto, infine, i giovani, i malati, e gli sposi novelli. Ieri la Liturgia ha fatto memoria dei Santi Apostoli Simone e Giuda Taddeo. Il loro esempio sostenga voi, cari giovani, nellโimpegno di quotidiana fedeltร a Cristo; incoraggi voi, cari ammalati, a seguire sempre Gesรน nel cammino della prova e della sofferenza; aiuti voi, cari sposi novelli, a fare della vostra famiglia il luogo del costante incontro con lโamore di Dio e dei fratelli.
ยฉ Copyright 2008 โ Libreria Editrice Vaticana