Alle ore 11.15 di questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Francesco ha ricevuto in Udienza le partecipanti al XXIII Capitolo Generale delle Figlie di Maria Ausiliatrice che ha per tema: “Essere, oggi, con i giovani casa che evangelizza”.
Pubblichiamo di seguito il discorso che il Papa ha pronunciato nel corso dell’incontro:
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Discorso del Santo Padre
Care Sorelle, la madre Yvonne ha ringraziato per l’udienza ma non sarebbe stata possibile senza la sua insistenza! Io non so se questa Superiora generale sa governare, non so, è cosa vostra, ma che sa bussare alle porte, e forte, sì! Vi assicuro! La ringrazio, madre, di quello che Lei ha detto. Anch’io mi permetto di essere insistente pensando alla Patagonia… Non dico di più!
In questi giorni avete focalizzato la vostra attenzione sul tema “Essere oggi con i giovani casa che evangelizza”, che ben si colloca nel contesto sociale ed ecclesiale di oggi, segnato da tante forme di miseria spirituale e materiale. Infatti oggi si soffre per indigenza, ma anche per carenza di amore e di relazioni. In tale contesto, voi potete cogliere soprattutto le fragilità dei giovani ai quali vi dedicate con impegno amorevole, secondo lo stile di Don Bosco e sulla scia di Madre Mazzarello. A tutti siete chiamate ad offrire il messaggio del Vangelo, che si riassume nell’amore del Padre misericordioso verso ogni persona.
Dai vostri lavori stanno emergendo orientamenti fondamentali per la vita di ciascuna religiosa e di ogni comunità.
Innanzitutto l’impegno a lasciarvi guidare dalla prospettiva di “uscire”, di mettersi in cammino verso le tante zone di confine geografiche ed esistenziali, con una attenzione preferenziale ai poveri e alle diverse forme di esclusione. Ce ne sono tante!
Poi la consapevolezza della necessità di attuare opportuni percorsi di cambiamento e di conversione pastorale, trasformando così le vostre case in ambienti di evangelizzazione, dove soprattutto i giovani siano coinvolti nella stessa vostra missione. Si tratta di instaurare un clima di corresponsabilità che favorisca il cammino di fede dei singoli e l’adesione personale a Gesù, affinché Egli continui ad affascinare ciascuno. In questo modo si formano i giovani a diventare essi stessi agenti di evangelizzazione per altri giovani.
Non posso che incoraggiarvi ad andare avanti con entusiasmo in queste linee d’azione che lo Spirito Santo vi sta suggerendo. Aprite il cuore ad accogliere le mozioni interiori della grazia di Dio; allargate lo sguardo, allargate lo sguardo per riconoscere i bisogni più autentici e le urgenze di una società e di una generazione che cambiano. Siate ovunque testimonianza profetica e presenza educativa, mediante un’accoglienza incondizionata dei giovani, affrontando la sfida dell’interculturalità e individuando percorsi per rendere efficaci i vostri interventi apostolici in un contesto – quello giovanile – permeato dal mondo virtuale e dalle nuove tecnologie, specialmente quelle digitali.
Per fare tutto questo occorre mettere sempre Cristo al centro della propria esistenza; occorre lasciarsi plasmare dalla Parola di Dio, che illumina, orienta e sostiene; occorre alimentare lo spirito missionario con la preghiera perseverante, con l’adorazione, con quel “perdere il tempo” davanti al Tabernacolo.
In pari tempo, siete chiamate a testimoniare un ideale di comunione fraterna tra di voi, con sentimenti di accoglienza reciproca, accettando i limiti e valorizzando le qualità e i doni di ciascuna, secondo l’insegnamento di Gesù: «Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avrete amore gli uni per gli altri» (Gv 13,35). Voglio ripetere un consiglio che in questi giorni ho dato a un altro gruppo di religiosi: l’unità. Mai, mai fra voi invidia, gelosie, non permetterle queste cose! E unità in casa. Ma il più pericoloso è il terrorismo nella vita religiosa: è entrato, il terrorismo delle chiacchiere. Se tu hai qualcosa contro una sorella, vai e lo dici in faccia. Ma mai questo terrorismo, perché una chiacchiera è una bomba che tu getti sulla comunità e la distrugge. Unità senza il terrorismo delle chiacchiere.
E questa unità richiede – voi lo sapete bene – un serio cammino di formazione, che comprenda l’aggiornamento anche in quelle scienze umane che possono aiutarvi nella vostra missione. Vi è chiesto infatti di saper ascoltare con disponibilità e comprensione quanti ricorrono a voi per un sostegno morale e umano, di saper interpretare le situazioni in cui operate, al fine di poter inculturare il messaggio evangelico. A tale proposito, la missione ad gentes vi offre un campo vastissimo per fare dono di voi stesse con amore.
Nel corso dei lavori capitolari non avete mancato di riflettere sulla vostra quotidiana attività apostolica, che vi pone a contatto con le gioie, le attese e le sofferenze della gente. Stando nei cortili con i bambini, nelle aule con gli alunni, con i giovani nelle città reali o nei “quartieri virtuali”, nei mercati con le giovani donne, voi accostate realtà e problemi sempre nuovi che vi interpellano. Siate per tutti missionarie di speranza e di gioia, testimoniando i valori propri della vostra identità salesiana, specialmente la categoria dell’incontro, aspetto fondamentale del vostro carisma: esso è una sorgente sempre fresca e vitale a cui potete attingere quell’amore che rivitalizza la passione per Dio e per i giovani. Le inevitabili difficoltà, che si incontrano nel cammino, non rallentino l’entusiasmo della vostra azione apostolica. Anzi, l’esempio di san Giovanni Bosco e di santa Domenica Mazzarello vi spinge a contribuire ancora più entusiasticamente alla nuova evangelizzazione con le vostre attività nell’ambito dell’educazione e della scuola, della catechesi e della formazione dei giovani all’apostolato.
Care Sorelle, sapete bene quanto la Chiesa stimi la vita consacrata. Essa infatti si pone nel cuore stesso della Comunità ed è elemento decisivo per la sua missione, alla quale offre un contributo specifico mediante la testimonianza di una vita totalmente donata a Dio e ai fratelli. Sia questo, con il materno aiuto di Maria Santissima, che voi venerate col titolo di Ausiliatrice, l’impegno di ciascuna e dell’intera vostra Congregazione! Con questo auspicio, imparto di cuore a voi e a tutte le vostre consorelle la Benedizione Apostolica. E vi chiedo di pregare per me, e di non dimenticare la Patagonia! Grazie.