Conferenza Episcopale Italiana 70a ASSEMBLEA GENERALE Roma, 22 – 25 maggio 2017
RELAZIONEย DEL CARDINALE PRESIDENTE
Cari Amici,
abbiamo negli occhi e nel cuore lโincontro disteso, che ci ha donato ieri sera il Santo Padre: un lungo momento di ascolto, confronto e consolazione, di cui rendiamo grazie al Signore, anima e custode della nostra comunione.
A mia volta, nel rinnovare a ciascuno di voi un saluto cordiale e fraterno, ringrazio della sua presenza il Nunzio apostolico in Italia, S.E. Mons. Adriano Bernardini. Insieme diamo il benvenuto ai Confratelli, che rappresentano le Conferenze Episcopali di numerosi Paesi; con loro salutiamo fraternamente anche gli invitati โ presbiteri, consacrati, laici โ che partecipano ai nostri lavori.
Siamo lieti di accogliere quanti nellโultimo periodo sono stati chiamati allโepiscopato e partecipano per la prima volta alla nostra Assemblea Generale:
- S.E.R. Mons. Francesco Sirufo, Arcivescovo di Acerenza
- S.E.R. Mons. Gianmarco Busca, Vescovo di Mantova
- S.E.R. Mons. Domenico Battaglia, Vescovo di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti
- S.E.R. Mons. Giovanni Accolla, Arcivescovo di Messina – Lipari – Santa Lucia del Mela
- S.E.R. Mons. Giuseppe Giuliano, Vescovo di Lucera โ Troia
- S.E.R. Mons. Calogero Marino, Vescovo di Savona – Noli
- S.E.R. Mons. Giovanni Intini, Vescovo di Tricarico S.E.R. Mons. Cristiano Bodo, Vescovo di Saluzzo
- S.E.R. Mons. Daniele Gianotti, Vescovo di Crema
- S.E.R. Mons. Giovanni Checchinato, Vescovo di San Severo
- S.E.R. Mons. Guglielmo Giombanco, Vescovo di Patti
- S.E.R. Mons. Gian Carlo Perego, Arcivescovo eletto di Ferrara โ Comacchio
- S.E. Mons. Ovidio Vezzoli, Vescovo eletto di Fidenza
- S.E. Mons. Fabio Dal Cin, Arcivescovo-Prelato eletto di Loreto.
Sentiamo vicini e partecipi i Confratelli Vescovi che, pur avendo lasciato la guida pastorale delle loro diocesi, continuano a condividere con noi la sollecitudine per il bene della Chiesa:
- S.E.R. Mons. Roberto Busti, Vescovo emerito di Mantova
- S.E.R. Mons. Diego Coletti, Vescovo emerito di Como
- S.E.R. Mons. Michele De Rosa, Vescovo emerito di Cerreto Sannita – Telese – Sant’Agata de’ Goti
- S.E.R. Mons. Beniamino Depalma, Arcivescovo-Vescovo emerito di Nola
- S.E.R. Mons. Giuseppe Guerrini, Vescovo emerito di Saluzzo
- S.E.R. Mons. Vittorio Lupi, Vescovo emerito di Savona – Noli
- S.E.R. Mons. Carlo Mazza, Vescovo emerito e Amministratore Apostolico di Fidenza
- S.E.R. Mons. Luigi Negri, Arcivescovo emerito e Amministratore Apostolico di Ferrara โ Comacchio
- S.E.R. Mons. Mario Oliveri, Vescovo emerito di Albenga – Imperia
- S.E.R. Mons. Lucio Renna, Vescovo emerito di San Severo
- S.E.R. Mons. Gianfranco Todisco, Vescovo emerito e Amministratore Apostolico di Melfi – Rapolla – Venosa
- S.E.R. Mons. Giovanni Tonucci, Arcivescovo-Prelato emerito e Amministratore Apostolico di Loreto
- S.E.R. Mons. Ignazio Zambito, Vescovo emerito di Patti.
Infine, non puรฒ mancare il nostro grato e affettuoso ricordo dei Confratelli che in questi ultimi mesi hanno concluso la loro esistenza terrena:
- S.E.R. Mons. Andrea Maria Erba, Vescovo emerito di Velletri โ Segni
- S.E.R. Mons. Giacomo Barabino, Vescovo emerito di Ventimiglia – San Remo
- S.Em. Card. Loris Francesco Capovilla, Arcivescovo-Prelato emerito di Loreto
- S.Em. Card. Silvano Piovanelli, Arcivescovo emerito di Firenze
- S.E.R. Mons. Mansueto Bianchi, Vescovo emerito di Pistoia, giร Assistente ecclesiastico generale dellโAzione Cattolica Italiana
- S.E.R. Mons. Ercole Lupinacci, Vescovo emerito di Lungro
- S.E.R. Mons. Francesco Sgalambro, Vescovo emerito di Cefalรน
- S.E.R. Mons. Girolamo Grillo, Vescovo emerito di Civitavecchia โ Tarquinia
- S.E.R. Mons. Antonio Nuzzi, Arcivescovo-Vescovo emerito di Teramo โ Atri
- S.E.R. Mons. Karl Golser, Vescovo emerito di Bolzano – Bressanone, Bozen โ Brixen
- S.E.R. Mons. Pietro Bottaccioli, Vescovo emerito di Gubbio
- S.E.R. Mons. Carmelo Cassati, Arcivescovo emerito di Trani – Barletta โ Bisceglie
- S.E.R. Mons. Antonio Ciliberti, Arcivescovo emerito di Catanzaro – Squillace
- S.Em. Card. Attilio Nicora, Arcivescovo-Vescovo emerito di Verona
- S.E.R. Mons. Diego Natale Bona, Vescovo emerito di Saluzzo.
A questo punto, penso sia mio dovere dire una parola a conclusione di questi dieci anni nei quali sono stato chiamato a servire lโEpiscopato Italiano in qualitร di Presidente. Il sentimento dominante รจ la gratitudine ai Papi che mi hanno dato fiducia, da Benedetto XVI al Santo Padre Francesco. Al Romano Pontefice, con il quale il nostro Episcopato gode di un legame unico, rinnovo a nome mio e dellโintero Corpo Episcopale leale obbedienza e sincero affetto. La sua parola e la sua testimonianza sono per noi indirizzo e sprone, e per il Presidente riferimento sicuro. In questo orizzonte, spesso ho detto che il mio programma sono i Confratelli da ascoltare con umiltร e rispetto, attento a promuovere il dialogo, lo scambio, la fiducia e a proporre sintesi alte. Da subito, ho concepito il mio compito come โun servizio alla fraternitร โ e alla comunione, rispetto alle quali la CEI รจ una โstruttura di servizioโ. Un ringraziamento cordiale, al riguardo, lo rivolgo ai Segretari Generali che si sono succeduti โ da S.Em.za Card. Giuseppe Betori, a S.E. Mons. Mariano Crociata e a S.E. Mons. Nunzio Galantino: senza di loro il servizio sia alla Presidenza che allโintero Corpo episcopale sarebbe rimasto inefficace โ; con loro, quindi, un grazie sincero a direttori, aiutanti di studio e personale tutto dei nostri Uffici.
La domanda incomprimibile รจ se potevo fare di piรน e meglio per amare tutti e ciascuno: altri risponderanno meglio di me. Comunque, quando nulla si cerca, nel segreto dellโanima prendono casa la serenitร e la pace. A noi Pastori spetta il compito di lavorare con retta intenzione e con tutto lโimpegno possibile: il risultato รจ nelle mani di Dio che tutto vede e feconda.
Insieme abbiamo camminato e parlato alle nostre comunitร e al Paese. La vicinanza alle persone ci ha permesso di conoscerne la vita reale e di dar voce a speranze, preoccupazioni e dolori del popolo. Questa prossimitร ci ha consentito, a volte, di anticipare gli eventi, come quando โ nel 2007 โ abbiamo registrato pubblicamente che erano tornati i โpacchi viveriโ nelle nostre parrocchie, segno di ciรฒ che sarebbe presto accaduto: la grande crisi. In questo senso, la gente ha sempre riconosciuto che i loro Vescovi ci sono e sanno farsi eco rispettosa e autorevole in ogni sede, senza interessi personali o di parte. Sempre ci hanno accompagnato le parole di santโAgostino: โDio parla in tutta libertร anche per mezzo di uomini timidiโ.
- La missione della Chiesa
Lโattenzione allโevangelizzazione ha attraversato i nostri incontri, portandoci a misurarci
sulla sfida educativa con gli Orientamenti pastorali del decennio. Tale emergenza รจ sempre piรน urgente e importante, decisiva per il bene dei giovani e della societร . Essa ha costituito il fuoco di verifica e di rilancio con il Convegno Ecclesiale di Firenze, dove il Santo Padre Francesco ha offerto alla nostra Chiesa unโampia e profonda parola di riflessione e di indirizzo. Il bene e lo sviluppo integrale delle persone ci hanno portato a essere sempre attenti alle dinamiche delle nostreย comunitร e del vivere sociale, consapevoli che il mistero di Cristo, Figlio di Dio e Redentore dellโuomo, รจ sorgente di quel nuovo umanesimo che lโOccidente europeo sta dimenticando; al suo posto emerge un individuo sciolto da legami, apolide, senza casa nรฉ patria, illusoriamente libero, in realtร prigioniero delle proprie solitudini. Come non rimanere preoccupati a fronte dello scioglimento delle relazioni in famiglia, nel lavoro, nei corpi intermedi, nella societร , e perfino nelle comunitร cristiane? Il โnoiโ sempre piรน viene prevaricato da un โioโ autoreferenziale, con tutte le conseguenze che abbiamo puntualmente denunciato a livello sociale, economico e legislativo.
Insieme a tutti gli Episcopati dโEuropa, riteniamo sempre piรน grave la metamorfosi antropologica, che il Santo Padre chiama โecologia integraleโ (cfr Laudato sรฌ, cap. IV). Quanto piรน, infatti, lโindividuo si isola dagli altri, tanto piรน diventa preda di manipolazioni politiche, economiche, finanziarie. Una societร disaggregata, fatta di punti isolati, รจ debole, indifesa di fronte alle logiche del mercato selvaggio e del profitto fine a se stesso. Il potere, inteso come prevaricazione, ne vive.
Lโaltra faccia della medaglia mostra in tutto il Continente europeo la presenza di un marcato populismo, che โ mentre afferma di voler semplificare problemi complessi e di promuovere nuove forme di partecipazione โ si rivela superficiale nellโanalisi come nella proposta, interprete di una democrazia solo apparente. Ci si chiede, pertanto, se serva veramente la gente, oppure se ne voglia servire; se intenda veramente affrontare i problemi o non piuttosto usarli per affermarsi. Con questo, il populismo non puรฒ essere snobbato con sufficienza: va considerato con intelligenza, se non altro perchรฉ raccoglie sentimenti diffusi che non nascono sempre da preconcetti, ma da disagi reali e, a volte, pure gravi.
Basterebbe, a questo proposito, accennare โ e lโabbiamo fatto infinite volte โ alla caduta libera della demografia: non รจ possibile che le politiche familiari siano sempre nel segno di piccoli rimedi, quando sono necessarie cure radicali. E che dire del dramma della disoccupazione? Il compito di mantenere le nostre aziende e di crearne di nuove รจ certamente di molti. Ma la politica in solido ha la responsabilitร primaria non delegabile di creare le condizioni di possibilitร e di incentivare in ogni modo la geniale capacitร dei nostri lavoratori. Non si tratta solo di assicurare stipendi, ma anche di riconoscere la dignitร professionale e produttiva del nostro popolo. Tempi cosรฌ nuovi e cosรฌ drammatici richiedono anzitutto uno sforzo di umiltร e di approfondimento che ci aiuti ad approdare a nuove soluzioni per promuovere bene comune e dignitร della persona; per non arrenderci alle logiche inique di unโeconomia scivolata nella finanza, ma poter favorire quanto meno un mercato sociale, come ci ricordava ieri sera il Santo Padre. Con le Settimane Sociali โ e lo sguardo va al percorso verso lโappuntamento di fine ottobre a Cagliari โ le comunitร del Paese si sono impegnate in un percorso di questo tipo, che ci ha portato ad identificare ad oggi, nel territorio italiano, piรน di 300 buone pratiche in materia di lavoro, di cui approfondire caratteristiche e punti di forza. Dalla ricognizione sulle buone pratiche sta nascendo una nuova proposta per lโItalia e per lโEuropa, in grado di dare gambe alle potenzialitร e alle opportunitร inscritte in questi nuovi semi di speranza.
Il volto dellโuomo che ogni giorno siamo chiamati a scoprire lo contempliamo in Gesรน Cristo, volto misericordioso del Padre, fondamento dellโevangelizzazione e della promozione umana, che costituiscono la missione del nostro essere Chiesa.
- I giovani
In questa Assemblea i giovani saranno al centro della nostra attenzione: a partire dalla realtร ย odierna e in sintonia con il prossimo Sinodo dei Vescovi, vivremo un confronto corale per incoraggiare le nuove generazioni a incontrare il Signore che รจ la via della gioia piena. Intendiamo sollecitare le nostre comunitร affinchรฉ facciano spazio ai ragazzi e ai giovani, e questi possano sentirsi non solo accolti, ma anche desiderati e amati: adulti e giovani, infatti, hanno bisogno gli uni degli altri. Si tratta di favorire un ponte tra generazioni, che โ ci diceva ancora Papa Francesco โ congiunga soprattutto anziani e ragazzi, a beneficio di entrambi. ร stata significativa anche laย consegna a non lasciare gli Oratori, ma a viverli con una presenza che sappia ascoltare, motivare e coinvolgere i giovani, rendendoli protagonisti di iniziative fatte insieme.
A voi, cari giovani, vogliamo dire una parola da Pastori e โ se volete โ da amici. La vostra รจ lโetร degli slanci e dei sogni; nel vostro ardore pieno di energie, siete protesi verso un futuro carico di speranze, spesso ancora indeterminate ma attraenti; avete la forza dellโardimento, lโimmaginazione creativa, il coraggio e la voglia di osare, di scoprire strade nuove.
Noi โ come gli Apostoli, dei quali siamo successori โ non abbiamo nรฉ oro nรฉ argento, ma abbiamo il tesoro che vale piรน di ogni cosa: si chiama Gesรน. Voi ne avete sentito parlare, forse giร lo conoscete, ma โ vi preghiamo, in forza dellโamore che vi portiamo โ lasciatelo sempre piรน entrare nella vostra vita. Egli, con discrezione divina, bussa alla porta del vostro cuore: fategli posto ed egli si metterร a tavola nel convito dellโamicizia e dellโamore. Insieme con lui, voi โ impazienti amanti della vita โ ne troverete la via e scoprirete la veritร di chi siete, la bellezza della vostra anima, il destino del vostro andare terreno. Diventerete cosรฌ portatori della luce, messaggeri di speranza in un mondo attraversato dallโangoscia. A nostra volta, come vorremmo non deludervi mai! Sappiate che, se a volte โ in forza del mandato di Cristo โ diciamo dei โnoโ, essi sono sempre il risvolto di grandiosi โsรฌโ alla bellezza sublime che il vostro cuore cerca e allโeroismo che affascina.
Molte volte abbiamo sollecitato la politica e la societร civile perchรฉ abbiano una piรน giusta e concreta attenzione verso di voi: lโeducazione integrale, lโaccesso al lavoro, lโascolto della vostra etร , leggi che abbiano a cuore il futuro della societร โ un futuro che siete anzitutto voi stessi โโฆ Tutto questo e altro ancora ci sta a cuore. ร voce, la nostra, che resta spesso inascoltata, proprio come quella dei profeti di un tempo, ma noi continueremo a parlare. Ricordate: la Chiesa vi รจ vicina e vi vuole bene, vuole il vostro bene e sul suo volto โ nonostante i peccati di noi uomini โ fiammeggia il volto del Signore.
- Il tesoro della famiglia
Una parola, piena di ammirazione e affetto, la rivolgiamo a voi famiglie. A voi la Chiesa haย dedicato due Sinodi, tanto siete al cuore dellโumanitร . Da sempre noi Vescovi abbiamo parlato di voi e per voi, poichรฉ siete il fondamento dellโedificio, la cellula viva dellโorganismo sociale, lโicona del mistero della Chiesa sposa di Cristo: voi siete la Chiesa nella casa, la Chiesa domestica che ogni giorno celebra la liturgia della vita e dellโamore. Dio continua in voi il miracolo della vita, vi chiama ad una missione straordinaria: generare non solo dei corpi, ma delle persone, ecco lโeducazione. Quante volte abbiamo detto che la cultura oggi disprezza la famiglia e la politica la maltratta! Come se questo nucleo, questo microcosmo, fosse vecchio e superato, e si dovesse viaggiare trionfalmente verso nuove forme, piรน aggiornate โ si dice โ piรน efficaci e libere. Come se le relazioni fossero una opzione, e non la via per essere veramente persone; come se i legami mortificassero la libertร , e non invece la condizione per essere veramente liberi; come se le scelte definitive fossero contrarie allo slancio vitale dellโindividuo, anche nella sfera degli affetti piรน intimi. Ma questa smania che rincorre ogni alito di vento, che รจ insofferente del quotidiano e del normale, non รจ forse segno del vuoto interiore, del male di vivere?
Siate voi, famiglie, a proclamare โ nella diuturna riconquista del vostro amore e del vostro sacramento โ la bellezza del matrimonio e della famiglia come il vero fondamento del vivere sociale; siate voi a testimoniare la bellezza della paziente dedizione ai figli; la possibilitร di vivere insieme tutta la vita. Siate la risposta concreta e alternativa allโindividualismo radicale che respiriamo, e che spinge a vivere isolati gli uni dagli altri in nome di una autonomia che ci distrugge. Quante volte abbiamo messo in guardia dalle derive antropologiche: esse, in nome dellโuomo, lo negano con costumi e leggi che sembrano rispettare la libertร , ma in fondo sono convenienti allโeconomia. Le famiglie โ sul piano sociale โ si sentono sostanzialmente abbandonate: sono urgenti politiche familiari consistenti nelle risorse e semplici nelle condizioni e nelle regole. Non sostenere la famiglia รจ suicida. Ne รจ parte anche il sostegno alla scuola paritaria, puntualmente messo in discussione da un pregiudizio ideologico: eppure, nella laica Europa questi muri sono caduti, per cui si riconosce il valore culturale della scuola paritaria nellโassicurare laย memoria dei nostri Paesi, come pure la stessa ricchezza che ne deriva per la libertร educativa e il pluralismo. In Italia, invece, sembra non valere nemmeno il criterio dellโinvestimento, che consente allo Stato di risparmiare ogni anno โ al netto del contributo โ ben 6 miliardi di euro.
Care famiglie, noi Vescovi vi assicuriamo di pregare e di far pregare, convinti che in cima alla preghiera cristiana oggi ci siete voi famiglie, collaboratori del miracolo della vita, scuola di societร , messaggeri di una visione alta e nobile, benefica e seria della vita e della morte, del mondo e del destino.
- I poveri e i sofferenti
E ai poveri e ai sofferenti che cosa possiamo dire? Davanti a voi, fratelli e sorelle segnatiย dalla sofferenza, noi ci inginocchiamo perchรฉ siete sacramento speciale di Cristo. La storia della Chiesa italiana รจ nota a tutti, e si รจ dilatata in questi lunghi e durissimi anni di crisi perdurante. La povertร รจ cresciuta, il solco delle disuguaglianze รจ piรน profondo, la piaga della non occupazione รจ terribilmente diffusa e lacerante per giovani, impossibilitati a fare un progetto di vita, per gli adulti umiliati a essere inerti e a dover dipendere dai genitori o da altri. Non si puรฒ vivere a lungo senza sentirsi utili e autonomi. Il nostro sguardo di pastori non si รจ mai stancato di guardarvi e di scorgere i segni dei vostri disagi fisici, sociali, morali, emotivi. Le nostre forze si sono moltiplicate con lโaiuto di moltissimi, con le reti virtuose delle parrocchie, delle aggregazioni, dei volontari; con le nostre Caritas, gli Uffici per i migranti, la Pastorale del lavoro e della saluteโฆ LโItalia ha davvero una lunga e consolidata tradizione di capillare presenza e di intervento; รจ forte di una tradizione consolidata di volontariato โ come ha riconosciuto il Santo Padre โ; un volontariato nato e sostanziato per lo piรน dal Vangelo e dallโappartenenza ecclesiale.
Va in questa direzione la campagna โLiberi di partire, liberi di restareโ: รจ un segno della Chiesa italiana, perchรฉ cresca la consapevolezza delle storie dei migranti, si sperimenti un percorso di accoglienza, tutela, promozione e integrazione dei migranti che arrivano tra noi, non si dimentichi il diritto di ogni persona a vivere nella propria terra.
Noi siamo figli di operai e non pochi hanno conosciuto disagi e ristrettezze nelle loro case. Il vostro mondo non ci รจ sconosciuto, per questo vi diciamo una parola con rispetto e umiltร : a voi, che soffrite nella carne preoccupazioni e pene. Il lavoro, la malattia, la fuga disperata da fame, guerra, persecuzione, la solitudine che uccide, il male di vivere, il traffico di esseri umaniโฆ e ogni forma di indigenza che compone la condizione umana, trovano eco nei nostri cuori che hanno ricevuto il sigillo del cuore di Gesรน. A voi tutti rinnoviamo la nostra vicinanza concreta, sapendo che non รจ nelle nostre mani il sistema sociale. Continueremo perรฒ nella nostra missione, che รจ lโonore di annunciare la salvezza di Cristo e di partecipare al bene comune. Proprio questo orizzonte ci ha fatto prendere le distanze dal disegno di legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento: lโabbiamo fatto a tutela del malato e dei suoi famigliari, e del loro rapporto con i medici, i quali non possono vedersi ridotti a meri esecutori.
- I nostri Sacerdoti
Unโultimaย parolaย aย voi,ย sacerdoti,ย cheย sieteย iย nostriย primiย collaboratoriย edย amici!ย Viย rinnoviamo la nostra gratitudine e il nostro affetto di Padri e Pastori. Sono sentimenti, questi, non di circostanza, voi lo sapete! Nรฉ sono dettati primariamente dal fatto che ben poco potremmo fare noi senza di voi. Nascono piuttosto dalla coscienza di ciรฒ che Cristo ha fatto in noi e di noi: una cosa sola con Lui, Sacerdote unico ed eterno. Ci ha sigillati con il sigillo del suo Spirito, configurandoci a Lui e permettendoci di deporre la nostra vita nelle Sue mani, cosรฌ da dover agire nella sua stessa persona. E ci ha incorporati facendo di ognuno di noi un solo corpo con il rispettivo Vescovo, cosรฌ che noi apparteniamo a voi come voi appartenete a noi: non possiamo concepirci isolati, figli di noi stessi, sacerdoti solitari. Non abbiamo da inventarci, ci ha inventati Cristo.
Da questo sguardo di appartenenza e di gratitudine muove anche il Sussidio sul rinnovamento del clero a partire dalla formazione permanente, che rende disponibile il frutto delย lavoro collegiale che ci ha visti coinvolti nel recente passato per mettere a punto proposte qualificate e percorsi di comunione necessari a realizzarle.
Il nostro grazie, perรฒ, si invera anche per il generoso apostolato che si declina nella prossimitร alla gente, nella fedeltร agli impegni sacerdotali, nella dedizione piรน forte degli anni, nellโobbedienza di fede. Voi siete cosรฌ, e nessuna ombra โ per quanto dolorosa โ di limite o di peccato, potrร offuscare o infangare questa realtร . Continuate a starci vicini, cosรฌ come noi desideriamo con voi, e aiutateci ad esservi Padri e Pastori: ciรฒ รจ sempre possibile quando in ciascuno vi รจ umiltร โ che รจ spazio dโamore โ libertร da se stessi, amore a Cristo e alla Chiesa. In questo orizzonte, qualunque tentazione, difficoltร , presunzione, tutto si dimensiona poichรฉ sbiadisce di fronte alla luce.
Cari Fratelli nellโEpiscopato, accogliamo lโora presente come dono di Dio, abbracciamola con il trasporto di Cristo buon Pastore. La Chiesa non ci garantisce la tranquillitร , ma insieme a Gesรน ci ripete: โNon temeteโฆ non vi lascio soliโฆ io sono con voiโ. Non ci nascondiamo le contraddizioni, lโavanzata del secolarismo e il rischio che lโumano si dissolva: โLa creatura senza il Creatore svanisceโ (Gaudium et spes, 36). Lโuomo occidentale appare confuso e smarrito sulla proprio identitร e sul suo stesso destino. Ma dentro a questo groviglio, รจ presente una opportunitร che โ pian piano โ emerge dalla coscienza distratta, si fa voce, si trasforma in attesa, diventa invocazione: รจ lโalba del risveglio! Ecco la grazia che non deve cogliere noi come Pastori assonnati, stanchi, inerti. Sรฌ, รจ lโora del risveglio della coscienza, il risveglio dellโanima. La confusione, lโangoscia diffusa possono indurre a una piรน intensa distrazione per paura di pensare, ma possono invece condurre a risvegliarsi e porre le domande decisive. Il risveglio sarร a volte timido e intermittente come la rugiada che penetra, a volte improvviso e tumultuoso come un fulmine. Ma il processo รจ iniziato e nessuno potrร fermarlo, perchรฉ lโuomo non puรฒ vivere a lungo senza veritร . E pensare porta prima o poi a decidere, a scegliere. Su questo tornante, noi non possiamo mancare, come sentinelle del mattino, vigili e generose, pronte a indicare il nuovo giorno.
Cari Amici, concludo questi dieci anni con un profondo e commosso ringraziamento a ciascuno di voi: abbiamo camminato insieme, arricchendoci vicendevolmente. Ho sentito โ crescente negli anni โ la conoscenza nostra aumentare e impastarsi di stima, benevolenza e amicizia vicendevole. Tutto, allora, รจ diventato piรน facile e leggero, anche piรน bello. I momenti piรน delicati ci hanno aiutato a stringerci di piรน gli uni agli altri โ come i discepoli sulla barca nel mare in tempestaย โ e guardare a Lui, il Signore, il Timoniere della Chiesa e della storia. E, sempre piรน uniti, abbiamo compiuto la traversata a cui lโora ci chiamava. Come scrive il Santo Padre nel testo che ci ha consegnato ieri sera, รจ davvero questa condivisione di fondo โla via costitutiva della Chiesa, la cifra che ci permette di interpretare la realtร con gli occhi e il cuore di Dio, la condizione per seguire ilย Signore Gesรน ed essere servi della vita in questo tempo feritoโ.
La Chiesa ci manda disarmati, araldi dellโamore in un mondo ferito dallโodio, profeti dello spirito in un mercato della materia, sentinelle attente che scrutano lโorizzonte, eredi di una tradizione viva e annunciatori di un futuro in un mondo senza ieri e senza domani, teso alla conquista del successo presente. Noi, insieme, continueremo a dire con umile audacia: debole รจ la nostra voce, ma fa eco a quella dei secoli. Voi tutti, uomini che ci ascoltate, la nostra gioia รจ la piรน grande di tutte: ha un nome e un volto, che riconducono alla Persona di Gesรน Cristo.
Angelo Card. Bagnasco
Arcivescovo di Genova
Presidente della CEI
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