Il tutorial di questa settimana è dedicato a TikTok, un social di origine cinese popolarissimo tra i giovani, esaltato da alcuni, additato come pericolo da altri. E ci domandiamo: può essere, nonostante le controversie dei casi di cronaca, considerato uno strumento educativo?
TikTok nasce ufficialmente in Cina nel 2014 con il nome di musical.ly: l’idea dei produttori era di creare un social con scopi educativi, dove imparare ed insegnare attraverso contenuti di brevi video di circa cinque minuti.
Gli sponsor e gli investitori hanno rivisto il focus, spostando la finalità dei contenuti unicamente sul divertimento, attraverso l’unione di musica e video e al coinvolgimento degli adolescenti. Con la prima espansione a livello internazionale, la società è stata acquistata dal colosso cinese ByteDance, nel 2017. Nel periodo immediatamente successivo, TikTok è entrato molto velocemente nella top five delle app più scaricate, contando nel 2020 8 milioni di utenti, in Italia.
Pur considerando la sua veloce e irruente ascesa, non priva di controversie, TikTok è pienamente figlio della nostra epoca: sempre in continuo sviluppo, viene utilizzato dai più giovani sia come luogo di intrattenimento sia per dar voce alla loro creatività . Come? Tramite contenuti video della durata di una manciata di secondi in cui ogni creator utilizza un proprio, unico e distintivo tone of voice.
Ed è proprio qui che TikTok si implementa, si contamina e dĂ spazio anche a video di taglio educativo e didattico. Certamente ci sono molti punti critici, propri del modo in cui i contenuti vengono prodotti e fatti circolare nei social (pensiamo al lato piĂą problematico e al tema dell’etĂ nell’accesso che non può essere separato dalle competenze media-educative necessarie). […]
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