Tutorial WeCa – Ambienti digitali per comunicare oltre la presenza

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Sono davvero numerose le possibilità offerte dalle piattaforme digitali per comunicare e stare in relazione, anche oltre la presenza. Nel lungo periodo di lockdown abbiamo assistito a una sorta di accelerazione obbligata, con una rincorsa verso strumenti, piattaforme e tool per continuare a lavorare, stare in relazione, costruire significato insieme.  Pensando alle parrocchie, alle diocesi e alle realtà territoriali, proviamo allora a percorrere un elenco ragionato di possibili spazi comunicativi. Quali piattaforme potrebbero segnare un nuovo passo per la comunicazione?

Partiamo da una vecchia conoscenza: Skype

Adatto per PC, smartphone e tablet, Skype – targata Microsoft – è utilizzabile tramite la configurazione di un account personale gratuito. La nuova funzione “Meet Now”, non chiede la creazione di un account (poiché la partecipazione avviene tramite link) e presenta una serie di strumenti per implementare la video-conferenza. Tra questi, la funzione di condivisione schermo, la presenza di sottotitoli in tempo reale (su piattaforma Windows c’è anche la funzione per attutire rumori di fondo). Microsoft ha ampliato il numero di partecipanti alla video-chat da 25 a 50 unità. Per fare un confronto rapido: Zoom permette fino a 100 partecipanti nella versione base (nelle versioni più professionali si può arrivare a 200 e 500 partecipanti), Hangouts 10, mentre FaceTime 32. Il valore aggiunto di Skype è senza dubbio l’elevata protezione dei dati, delle conversazioni in video-chat, anche se non assicura la piena riservatezza rispetto a Microsoft.

L’abbiamo conosciuta durante il lockdown. ZOOM – presente inizialmente solo in ambito professionale – è diventata una piattaforma nota a molti con una forte penetrazione nella popolazione. Pensate a tutte le volte in cui le lezioni dei bambini e dei ragazzi sono state ospitate in ZOOM, ma non solo in ambito scolastico. La particolarità di Zoom risiede nella creazione di video-chat con una buona qualità video e la possibilità di connettere contemporaneamente fino a 100 partecipanti (nella versione gratuita, si passa a 200 o 500 in versioni a pagamento, pur a costi contenuti). Zoom è utilizzabile tramite PC, smartphone e tablet. È richiesto un account Zoom per creare l’evento, con una usabilità davvero semplice anche in questa fase di accesso, tuttavia i partecipanti possono intervenire senza dover registrare un account personale. Per collegare un gruppo fisso di persone si può creare un Personal Meeting ID (PMI), ricorrente nel tempo, mentre per conferenze occasionali è possibile stabilire un ID provvisorio. Le video-chat gratuite di Zoom con 3 o più partecipanti hanno una durata di massimo 40 minuti (rinnovabili a basso costo). Tra le funzioni di Zoom si segnala la “Gallery View” che permette di visualizzare tutti i partecipanti. A seguito di forti critiche sulla questione della privacy e della gestione dei dati, recentemente Zoom ha incrementato le misure di protezione per le sue Video-Chat, bloccando i possibili intrusi in un’anticamera virtuale (“Waiting Room”), per permette così al gestore della video-chiamata di verificare identità dei possibili partecipanti e sbloccarne eventualmente l’ingresso. Una mossa chiara se, ancora una volta, immaginiamo l’uso di ZOOM con minori. Esiste anche la funzione “Lock Meeting” per creare delle chat sicure, senza possibilità di accesso da parte di persone non invitate alla conversazione. Dal punto di vista dei formati, è possibile condividere lo schermo, le presentazioni, materiali audio, video e immagini, aspetto centrale per la didattica e la comunicazione pastorale.

Tornando indietro nel tempo, un’altra utile opzione è rappresentata da Hangouts Meet (evoluzione di Hangouts, noto soprattutto a chi possiede un account in GMAIL). Sviluppato da Google, Hangouts è disponibile come app o con accesso web per PC, smartphone e tablet; l’utilizzo è legato all’account Google infatti. Al di là delle video-chat, Hangouts permette sia chiamate via internet (verso numeri fissi o cellulari al pari di Skype) che la messaggistica. Le chiamate vocali riescono a supportare fino a 150 partecipanti, mentre le video-chiamate solamente 10 partecipanti. Anche in questo caso, nelle video-chat è possibile condividere lo schermo tra utenti.

Il livello di sicurezza è elevato (come nel caso di Skype), ma il sistema non esclude il controllo dei dati e delle conversazioni da parte del gestore.

Come detto, recentemente il sistema si è evoluto in Hangouts Meet, gratis fino a settembre 2020, per venire incontro alle esigenze dovute all’emergenza COVID.19. Rimane gratuito per chi ha già sottoscritto un abbonamento per il pacchetto G Suite o G Suite for Education (per le scuole). Il sistema permette di gestire riunioni virtuali fino a un massimo di 250 persone connesse e dà la possibilità di far vedere in live streaming video che possono essere seguiti da un numero massimo di 100.000 spettatori. Le riunioni effettuate e registrate possono poi essere archiviate su Google Drive, repository di lavoro e condivisione molto usata in chiave professionale.

Forse meno nota, rispetto ad altre piattaforme mainstream, si aggiunge alla lista il prodotto Microsoft TEAMS che consente di creare gruppi, classi, team professionali attraverso i quali apprendere o lavorare. Pur in una certa complessità di funzionamento (Meet e Zoom sono più intuitivi), funziona soprattutto per questi scopi. Le riunioni sono gestite da un amministratore e alle riunioni possono partecipare – in audio e video – team di 10 o di 10.000 persone. Sono consentite le presentazioni caricando materiali diversi (slide e video), possono essere scambiati commenti in diretta attraverso una chat. Il sistema è a pagamento, sulla base di diversi piani di abbonamento.

Approdiamo ora nel mondo social, attraverso sistemi di messaggistica che spesso abbiamo tra le mani e che non usiamo se non per questioni familiari o legate alla sfera privata. Partiamo da  Messenger, targato Facebook. È possibile usare il sistema di video-chiamate di Facebook tramite accesso al social via web, attraverso il sito Messenger.com oppure tramite app Messenger. Il numero di partecipanti nelle video-chat arriva fino a 50, ma la visualizzazione sullo schermo è di 6 partecipanti alla volta. In base al sistema operativo/device utilizzato (Android o iOS) possono cambiare le funzionalità di Messenger: ad esempio, nelle conversazioni video, la condivisione dello schermo è permessa tramite Android ma non iOS, almeno nel momento in cui stiamo parlando. Ancora, è possibile applicare alla propria immagine una serie di effetti grafici, strizzando l’occhio alle pratiche di photo editing che molti ragazzi adottano quotidianamente. Di recente Facebook ha creato una app Messenger per PC che permette l’utilizzo della piattaforma senza passare dall’accesso via browser.

Sempre di proprietà del colosso Facebook, WhatsApp è una delle app più diffuse al mondo, contando circa 2miliardi di utenti. Rispetto ad altri sistemi presenta maggiori limitazioni (alcune solo per Android, altre legate all’assenza di supporto per iPad, come pure l’impossibilità di effettuare video-chat tramite web con PC). Fino a poche settimane fa le video-chat di WhatsApp permettevano il collegamento solo di 4 partecipanti, dal mese di aprile 2020 il numero è salito fino a 8 utenti contemporaneamente. Anche in questo caso sono gli usi, le pratiche e le emergenze a modificare le logiche del sistema.

Con funzioni analoghe a quelle di WhatsApp, si è affermato da qualche anno Telegram. Si tratta, infatti, di un sistema di messaggistica istantanea strutturato allo stesso modo. Una sua particolarità è la possibilità di svolgere chat segrete, dove la conversazione non è salvata sui server di Telegram. Caratteristiche specifiche di Telegram sono poi la possibilità di scambiare messaggi di testo tra due utenti o tra gruppi fino a 200.000 partecipanti, scambiare messaggi vocali, videomessaggi, fotografie, video, sticker e file di qualsiasi tipo fino a 1,5 GB e, opzionalmente, inviare messaggi di testo cifrati tra due utenti (non in chat di gruppo).

Un’ultima nota va a Slack (il sottotitolo è “Where work happens”), soprattutto pensando al lavoro a distanza tra operatori, educatori e ragazzi. Molto usato all’estero, rientra nella categoria degli strumenti di collaborazione aziendale utilizzato per inviare messaggi in maniera istantanea ai membri del team. Una delle funzioni di Slack è la possibilità di organizzare la comunicazione del team di lavoro attraverso canali specifici, canali che possono essere accessibili a tutto il team o solo ad alcuni membri. È possibile inoltre comunicare anche attraverso chat individuali private o chat con due o più membri. Slack è’ accessibile da tutti i dispositivi iOS, Android. Windows come applicazione o da web browser.

In ogni canale è possibile integrare servizi come Google Drive, Google Calendar, linkare documenti e articoli o caricare foto; nel caso dei piani Standard o Plus, è possibile anche condividere lo schermo o effettuare call di gruppo. Certamente una vocazione più aziendale, che tuttavia potrebbe risultare interessante per le realtà che hanno dimestichezza tecnologica e lavorano in community online.

Una carrellata ricca che passiamo a voi, per condividerla con il gruppo di lavoro e scegliere insieme sulla base delle competenze, delle esigenze e delle persone con cui si è in relazione. Si tratta, sperando in una rinnovata normalità, di sistemi che non sono alternativi alla comunicazione in presenza, ma che possono rappresentare un alleato utile e significativo per raggiungere tutti e ciascuno, per arricchire i momenti di lavoro, senza dimenticare di ragionare sulle competenze digitali e sulle implicazioni del digitale quando viene abitato nel quotidiano.