Che strana mattina di Pasqua. Ho fatto due passi stamattina presto attorno alla chiesa. Per potermi gustare il mattino di Pasqua, come le donne al sepolcro. Così silenziosa. Così ferita.
Il mondo che si è risvegliato apparentemente come ieri. Sempre scosso dal covid19, e da tutte le solite cose. Con le solite tensioni in famiglia, amplificate dalla convivenza. Con le solite solitudini, anche quelle amplificate. Noi cristiani privati della possibilità di celebrare insieme il Signore Risorto: ci è stato portato via anche quello.
Questo vede Maria, quando ancora faceva buio, con gli occhi offuscati da lacrime amare. Hanno portato via anche la sua possibilità di piangere su un morto, di sfogare il suo dolore e la sua frustrazione su un corpo. Di aggrapparsi a un corpo morto. Tutto quello che ci teneva un po’ in vita prima (anche nel religioso), strappato, sconvolto da questa situazione.
Una tomba vuota, questo vede Pietro. Si sporge un po’ di più, per analizzare i fatti… Ma resta disilluso, con lo sguardo ferito dal tradimento. Senza credere più in sé stesso, e negli altri. Vede una silenziosa e grigia tomba vuota.
mo fermarci qui. Perché oggettivamente questo è quello che quel giorno è stato visto da tutti: una tomba vuota. Questo è quello che il mondo vede: una vita che va avanti come sempre, se non in peggio. Soffocato da un velo, che copre la misteriosa bellezza della vita.
E ci fa vedere una semplice tomba vuota. Questo è quello che Maria e i discepoli si sono trovati davanti. Questo è quello che il mondo si trova davanti oggi. Niente fuochi d’artificio, niente miracolose liberazioni dal virus, niente.
Apparentemente niente.
E poi c’è Giovanni. Il discepolo amato. Il discepolo che si è lasciato amare e ha amato. Reso giovane da quell’amore. Queste apparenze si sono squarciate come il velo del tempio, negli occhi di Giovanni. Che vede le stesse cose, ma scorge qualcosa di nuovo: legge una speranza. Non è notte: siamo all’aurora. La tomba è vuota: Gesù è vivo. Il discepolo amato si lascia stupire.
Vede la delicatezza dei teli posati, del sudario riposto. Gesù che non è risorto con grandi boati e sconvolgimenti cosmici, ma si è svegliato tranquillamente. Calmo come il sorgere della luce del mattino. Lieve: non c’è fretta, non c’è dramma. Tutto è compiuto per sempre. Puoi perdere tempo a piegare le lenzuola con amore. È l’amore vero, che stupisce con la sua delicatezza.
La delicatezza del cero, questa notte. Quanto piccolo, quanto calore, quanta luce è capace di fare. Quanta sicurezza: una luce che non si spegnerà più, non si spegnerà mai.
La dolcezza di un amico che è tornato, per restare con me per sempre. È tornato per restare con te. Come la primavera non si è fermata, così non si è fermata la Pasqua. È il bagliore del mattino, che ti fa guardare al futuro con speranza.
Quest’anno dobbiamo davvero crederci. Il mondo vede una tomba vuota, noi annunciamo Gesù Risorto. Basta cercare e ungere un morto! Crediamo nella potenza del risorto! Che sa trarre il bene dal male. Non ungiamo più un morto! Questa privazione che ci ha fatto soffrire può diventare l’occasione per vivere davvero con Lui, con il Vivente.
“Sono risorto, sono sempre con te”. Così è iniziata questa celebrazione della Risurrezione di Gesù. Con parole dolci e forti. Come lo sguardo di Giovanni. Come queste mattine di primavera.
Permettetemi di stringere un’interpretazione: anche se ci sentiamo Maria, o Pietro, noi oggi siamo Giovanni. Cari amici, fratelli e sorelle che vogliono credere e incontrare il Risorto, noi siamo Giovanni. Vediamo la stessa cosa, ma con uno sguardo diverso, con gli occhi lavati. Attraverso il velo squarciato.
fede è questa capacità di leggere la profondità della vita. È la capacità di intuire la luce nascosta in ogni cosa. Il mondo ha tanto bisogno di questi occhi: gareggiamo nel riconoscere tracce di risurrezione. Ci pensa già il mondo ad elencare tutti i dettagli desolanti di una tomba vuota! Noi abbiamo gli occhi di Giovanni, perché siamo discepoli amati. Proviamoli. Lasciamo che questo tempo di Pasqua che ci si apre davanti diventi un tempo per lasciarci illuminare gli occhi.
Sono Risorto, sono sempre con te. Con te per far sorgere la tua vita, questa comunità, questo mondo. Sarà impensabile, un futuro che scardinerà ogni previsione. Come la Risurrezione. Perché il male è alla fine logico, prevedibile, consequenziale nella sua drammaticità. L’amore no. Lo Spirito no. L’amore fa nuove tutte le cose. E stupisce sempre.
Non abbiamo illuminato le nostre chiese stanotte, con la luce del cero passata di candela in candela. Ma siamo chiamati a illuminare il mondo. A passare la luce della Pasqua. Noi, tu. È la nostra chiamata. Non è notte, siamo all’aurora. L’alba di un giorno nuovo.
Fonte: Telegram
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