“Siamo chiamati a vivere il nuovo anno liturgico, riscoprendo tutta la forza del desiderio con cui l’umanità grida a Dio – ecco il tempo di Avvento – e tutta la forza della carità con cui Dio si fa nostro fratello, perché anche noi possiamo essere in comunione con lui, come celebreremo nel tempo di Natale”.
[ads2]Con queste parole, Mons. Galantino introduce il Sussidio, curato dall’Ufficio Liturgico Nazionale, e disponibile online. In sintonia con l’Anno giubilare e sulla scorta delle parole che Papa Francesco ha rivolto alla Chiesa italiana in occasione del Convegno di Firenze, a far da filo conduttore del tempo di Avvento-Natale è stata scelta la parola di S. Paolo: “Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore”. Come commenta il Segretario generale della Cei, “Dio stesso è la fonte dell’amore e della misericordia; Egli stesso ci innesta nel mistero della sua carità e ci fa crescere in esso. Prima ancora che noi possiamo interrogarci sui nostri doveri, sulle nostre responsabilità, avvertiamo la forza di crescita che viene da Dio stesso. Lui dunque ci costituisce come annunciatori della misericordia, nell’anno del Giubileo straordinario indetto da papa Francesco, che proprio nel tempo di Avvento comincerà nelle nostre Chiese particolari”.
Presentazione di S.E. Mons. Nunzio Galantino
Una carica di entusiasmo
“Il Signore vi faccia crescere e sovrabbondare nell’amore”: anche noi, come i Tessalonicesi, siamo sorpresi, forse anche un po’ scossi, dalla carica propositiva e piena di entusiasmo dell’Apostolo. Senza nascondere i problemi, di cui parla in altre sezioni della lettera, san Paolo colloca al centro del suo messaggio una parola che è insieme annuncio evangelico e benedizione. Dio stesso è la fonte dell’amore e della misericordia; Egli stesso ci innesta nel mistero della sua carità e ci fa crescere in esso. Prima ancora che noi possiamo interrogarci sui nostri doveri, sulle nostre responsabilità, avvertiamo la forza di crescita che viene da Dio stesso. Lui dunque ci costituisce come annunciatori della misericordia, nell’anno del Giubileo straordinario indetto da papa Francesco, che proprio nel tempo di Avvento comincerà nelle nostre Chiese particolari.
In sintonia con il Giubileo e con il Convegno di Firenze
La parola dell’Apostolo, che ascoltiamo nella prima Domenica di Avvento, è stata dunque scelta come ispirazione-guida di tutto il tempo di Avvento e Natale; oltre che la sua consonanza con la particolare ricorrenza del Giubileo, si è valorizzato anche il legame con il decennio dedicato all’educazione, e con il tema del Convegno di Firenze.
Siamo chiamati a “crescere”: Dio stesso ci educa, ci plasma a immagine della sua carità. Dall’azione divina deriva una immagine di uomo e donna, di umanità rinnovata, che nel dialogo con la cultura e con la storia conduce a un ”nuovo umanesimo”. Il processo di crescita e rinnovamento non può mai dirsi concluso: san Paolo lo precisa usando i verbi “crescere e sovrabbondare”. Non avremo mai esaurito la conoscenza del mare infinito della misericordia di Dio.
Anche il Papa lo ha ricordato nel discorso iniziale del Convegno di Firenze:
Il mare infinito della misericordia
Emerge una tensione positiva. Dalle parole dell’Apostolo deriva un atteggiamento particolare: quello di chi “dimentico del passato, e proteso verso il futuro” (cf. Fil 3,13 qui nella versione precedente) comincia, senza fermarsi, a “correre la buona corsa” (cf. Fil 3,14). Non ci si sofferma sulle difficoltà, sui problemi del passato, sulle opinioni contrarie, ma si invita a cogliere tutta la potenza del dinamismo con cui Dio ci fa entrare nel cuore della sua carità e misericordia, per condividerla con tutti. Il giubileo della misericordia non avrà qualcosa da dire solo nel momento in cui si potrà chiedere il perdono di Dio (anche se tutti saremo chiamati a farlo, e ne avvertiremo profondamente il bisogno). Il momento decisivo sarà quando, ricevuto il perdono e invertita la rotta negativa, cominceremo, per grazia, un percorso nuovo. Solo allora scopriremo che non abbiamo mai finito di esplorare la bellezza della grazia, dell’amore, della misericordia di Dio, per la quale le nostre parole restano solo deboli segnali. L’esperienza dei santi mostra cosa avviene quando si entra in un simile percorso: fino al termine della vita non si è mai finito di crescere nell’amore, non si è mai sovrabbondato fino al punto da colmare la misura,
Anche papa Francesco esorta a vivere secondo la stessa dinamica di crescita, senza rigidità e chiusure:
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Così siamo chiamati a vivere il nuovo anno liturgico, riscoprendo tutta la forza del desiderio con cui l’umanità grida a Dio (tempo di Avvento), e tutta la forza della carità con cui Dio si fa nostro fratello, perché anche noi possiamo essere in comunione con lui (tempo di Natale).
Invoco su tutti voi e sulle vostre comunità la grazia, la misericordia e la benedizione del Signore: Egli vi faccia “crescere e sovrabbondare nell’amore”.
Segretario Generale della Conferenza Episcopale Italiana