Gesù non vuole disprezzare il servizio fattivo: Lui stesso è venuto per servire e ci lascia l’esempio perché noi ne seguiamo le sue orme. Il rimprovero che Marta riceve di fronte all’esplicita richiesta di farsi aiutare da Maria è dovuto al fatto che Marta si lascia distogliere dai molti servizi: ciò che conta per lei è darsi da fare Gesù.
In un mondo e in un tempo in cui siamo sempre a rincorrere il tempo con le sue scadenze, indaffarati in tanti impegni, a risolvere problemi anche a noi, forse, Gesù appare un pochino esagerato nel riprendere Marta e il suo desiderio di accogliere l’ospite nel migliore dei modi. Il servizio fraterno è importante, l’accoglienza attenta e delicata è lodevole ma Gesù vuol far comprendere a Marta (e a ciascuno di noi) che ciò che davvero conta è altro, ciò che dà valore al servizio è l’ascolto della sua Parola.
Non dobbiamo farci sopraffare dal negativo senso del dovere, dall’attivismo sfrenato che ci fa illudere di essere utili e apprezzati per ciò che facciamo e non per ciò che siamo. I grandi Santi ci sono maestri in questo: S. Teresa di Calcutta, per esempio, ci insegna che prima mettersi al servizio dei poveri, degli ultimi e più bisognosi passava ore e ore a pregare, nel silenzio, nella contemplazione, nell’ascolto della Parola di Dio che dà senso e valore ad ogni azione. Essere oranti e contemplativi non significa far nulla tutto il giorno, con la scusa di pregare, ma dare il giusto spazio e tempo (soprattutto nel nostro cuore) al rapporto con Dio.
Perché quella parte che Maria si è scelta non le sarà tolta? Perchè quando una persona scopre la bellezza e l’essenzialità dell’ascolto della Parola di Dio, percependone i suoi effetti nella propria vita, non se ne stacca più: non conta più ciò che pensa la gente, non serve più conquistare posti d’onore in impegni e occupazioni gratificanti, ancor più non avrò più bisogno di dimostrare chi sono con le mie mani o con la mia intelligenza. L’ascolto attento della Parola di Dio sarà capace di plasmare il mio cuore al punto da servire gli altri con semplicità, amore, umiltà e senza affanni.
Preghiera
Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere te nei nostri fratelli e sorelle.
Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura.
Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come tu ci ami.
Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perchè diventiamo un cuor solo e un’anima sola, nel tuo nome. Amen.
Madre Teresa di Calcutta
Impegno
Quest’oggi mi ritaglio un po’ di tempo per stare ai piedi del Crocifisso rileggendo il brano che S. Luca ci propone nell’odierna liturgia: chiediamo al Signore la capacità di ascoltarlo, di amarlo e servirlo come vuole Lui, verificando quanto affanno e agitazione mi impediscono di vivere per Lui. Non dobbiamo smettere di “fare” i vari servizi, ma dobbiamo rimettere al centro l’essenziale per servire con gioia.
Commento a cura di Suor Katia Vecchini fdo (Suore Figlie dell’Oratorio)
Il volumetto dal quale è stato tratto il commento è stato curato da don Dino Lanza (cdv@diocesipatti.it) – Centro Diocesano Vocazioni, di Patti (Me).
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Marta lo ospitò. Maria ha scelto la parte migliore.
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 10, 38-42
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò.
Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi.
Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».
Parola del Signore.