Suor Jakeline Nogueira – Commento al Vangelo del 7 Maggio 2023

414

Non sia turbato il vostro cuore

Il Vangelo di questa V domenica di Pasqua fa parte del testamento di Gesù. Sono le ultime volontà e desideri che Gesù manifesta e trasmette ai suoi amici. Gesù esorta i suoi amici a non avere il cuore turbato cioè confuso e agitato. Ma se vogliamo vincere la paura e il turbamento dobbiamo fidarci di Lui. Ci dice infatti «Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me». È così bello questo sentimento di fiducia e di appartenenza al Padre dell’Uomo-Gesù! Gesù, quando chiede fiducia anche in Lui, ci garantisce che nella casa del Padre c’è un posto per ciascuno dei suoi amici. Ma qual è il posto che Lui ci prepara? È il posto che appartiene a coloro che vivono come Lui, cioè coloro che donano se stessi per gli altri. Gesù infatti pronuncia queste parole mentre sta andando a dare la sua vita. È quello il posto che Lui ci prepara. La Pasqua è proprio questo cammino (passaggio) di Gesù, vero Agnello immolato.

Gesù è molto concreto quando ci promette quel “posto” dove Lui deve andare e ci indica anche come dobbiamo arrivarci: «E del luogo dove io vado, conoscete la via». La nostra salvezza passa attraverso di Lui che è la Via, cioè il Cammino! Alla domanda di Tommaso, infatti, risponde: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto». Riconoscere Gesù non è solo conoscere la via, ma conoscere anche il Padre. Lui stesso ci dice: «Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio». Gesù non usa mezzi termini per chiarire che per arrivare al Padre bisogna conoscere e seguire Lui.

Domenica scorsa ci ha detto che Lui è la porta. Oggi ci dice: Io sono il Cammino! Non c’è Verità senza Amore e non c’è Vita senza dono di sé. Il discepolo, dunque, è colui che conosce Dio attraverso il suo Figlio. Dalla domanda di Filippo capiamo che non è stato semplice per i discepoli riconoscere il Padre nella persona del Figlio. Gesù ha tolto tante maschere che gli uomini avevano messo a Dio. Per questo Lui è venuto nel mondo, per farci conoscere il vero volto di Dio. Filippo chiede a Gesù: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». Ma Gesù gli risponde con tre domande:«Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?

- Pubblicità -

Filippo rappresenta la difficoltà del discepolo a comprendere un Dio che muore in croce, un Dio che dà la sua vita. Nel dubbio e nell’incertezza di comprendere chi è Dio veramente, non esiste risposta al di fuori di Gesù. Ogni volta che la nostra fede dubita di questo rapporto unitario tra il Padre e il Figlio, Gesù ci risponde: se vuoi vedere e conoscere il Padre guarda me e guarda attraverso di me! Solo in una umile richiesta, che può sembrare ignoranza, ma è legittima, onesta e di profondo desiderio di conoscenza, superiamo i dubbi verso Gesù e riusciamo a fare chiarezza e trovare in Lui la risposta.

La fede è ciò che ci fa credere! Solo attraverso un dialogo personale con Gesù, che parte dall’ascolto della sua Parola, possiamo arrivare alla consapevolezza che ascoltando le sue Parole stiamo ascoltando anche le Parole del Padre. In questo rapporto di amicizia con Gesù diventa più semplice arrivare al Padre. Se davanti a Gesù ci sentiamo davanti a un fratello, la figura del Padre che è in Lui diventa in noi più chiara.

Infine Lui stesso ci dice:«Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere». Avere fiducia in Gesù vuol dire credere che l’opera più grande di Dio, che libera e salva, è l’Amore che si realizza nel dono di sé. Per questo Gesù ci dice di credere nell’opera salvifica che il Padre ha compiuto in Lui e attraverso di Lui. Come sempre ci dà le istruzioni per un vero discepolato: credere in Lui compiendo le sue opere. Il vero discepolo, amico di Gesù, è colui che dona la sua vita agli altri. Solo così occuperà quel “posto” che Lui è andato a preparargli.

Suor Jakeline Nogueira
Istituto Figlie di Maria Immacolata – Roma